Ritorna la Festa del Grano in tutto il suo splendore Enti

Nonostante le incertezze per il futuro, segnate dalla crisi economica strutturale e congiunturale, che attanaglia l’Europa ed il mondo, le tradizioni rappresentano l’approdo ideale per attraversare il ”Mare Magnum” della rotta dell’identità, per riscoprire la sua notevole valenza nei riti collettivi.

La Festa del Grano di Foglianise appare come l’alba di un nuovo giorno, che illumina e scalda il senso di appartenenza della collettività nei segni identificativi della fede nel Pellegrino dell’Assoluto, San Rocco, e nella sublimazione dell’arte dell’intreccio. L’edizione del 2012, nel solco della continuità con l’impostazione monotematica, ha esaltato le bellezze della Campania e mostrato gli angoli nascosti delle sue province. Da alcuni anni non erano riportati nell’ordine di svolgimento della sfilata i mietitori e le spigolatrici, l’anello mancante del ciclo del grano, raffigurato dalle donne con i covoni di frumento in testa, dal carro trainato dai buoi e dalla cernitura e dalla battitura del seme, raccolto dalle biondi messe, infuocate dai raggi del sole.

La simulazione della mietitura, riprodotta plasticamente da un suggestivo gruppo di 53 bambini e ragazzi, rievoca il simbolo della terra, uno spaccato della realtà contadina che rigenera lo spirito umano e capitalizza il nutrimento della famiglia, per affrontare i ritmi della quotidianità nella società a struttura semplice. Ha sfilato lungo il “Tracciato della Tradizione”, per la Provincia di Avellino: la Cattedrale dell’Assunta-Ariano Irpino; l’Abbazia di Pontigliano-Nusco; l’icona della Madonna Bruna, venerata in Mercogliano, alle pendici del Monte Partenio. Il capoluogo irpino è stato portato all’attenzione di innumerevoli visitatori dalla Torre dell’Orologio e dal Duomo di Santa Maria Assunta, in cui presiedeva le celebrazioni eucaristiche il vescovo Mons. Gioacchino Pedicini, originario di Foglianise.

A seguire la Provincia di Salerno con Porta Nuova, ubicata nella città capoluogo, i celebri Templi di Paestum-Capaccio e l’Abbazia benedettina della SS. Trinità-Cava dei Tirreni. I monumenti e le chiese della Provincia di Caserta invece, proposte dai “Maestri dell’intreccio” sono state: la Fontana di Eolo, ammirata nei giardini della Reggia; il campanile della Chiesa dell’Annunziata-Dragoni; la torre campanaria di S. Michele, che campeggia nel borgo antico ed il Santuario dell’Annunziata-Piedimonte Matese. Per la Provincia partenopea sono stati riprodotti: il Maschio Angioino, il faro di Punta Carena-Anacapri; la Chiesa di Santa Teresa a Chiaia; il Campanile della Chiesa di San Simeone-Fratta Minore; lo stemma del Calcio Napoli ed infine Il Duomo dell’Assunta, in cui i devoti rivolgono imploranti preghiere al santo patrono Gennaro.

Dulcis in fundo Benevento e la sua provincia ha caratterizzato la parte conclusiva della sfilata dei carri. Sono state immortalate dalle macchine fotografiche e dalle videocamere in rapida successione le statue di San Michele Arcangelo, di San Pio da Pietrelicina, ricoperte con le tecniche dell’intreccio, l’albero delle streghe. Tra i soggetti prescelti il complesso monumentale di Santa Sofia con la fontana ed i campanile, patrimonio dell’umanità, riconosciuto dall’Unesco, l’immagine di Padre Isaia Columbro e alle sue spalle la Basilica dell’Annunziata e di S. Antonio, l’omaggio a Papa Orsini, il cardinale arcivescovo di Benevento. La facciata della cattedrale, il Duomo della Madonna delle Grazie, Regina del Sannio, nonché le riproduzioni delle Chiese della Valle Vitulanese in miniatura.

Alcuni carri saranno donati alla città capoluogo, a Cava de’ Tirreni, a Piedimonte Matese, a Mercogliano attraverso gemellaggi interistituzionali.

La manifestazione agostana ha raggiunto livelli di notorietà elevati, ma resta un nodo da sciogliere; per migliorare ulteriormente la qualità delle produzioni artistiche bisogna costituire un Ente o una Fondazione della Festa del Grano, tra la Pro-Loco, l’Amministrazione Comunale e le associazioni presenti sul territorio. Occorre istituire i dipartimenti per valorizzare le migliori energie locali. Resta da completare il Museo della Paglia, di cui si parla negli articoli dei giornali, negli opuscoli di promozione turistico-religioso.

NICOLA MASTOCINQUE   

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