Sempre grave la crisi della coltivazione delle castagne Enti

Finalmente parte un serio confronto sulla crisi della coltivazione delle castagne. Un dibattito urgente e necessario, per trovare le migliori soluzioni ad un problema che sta compromettendo in maniera pesante il reddito di diverse centinaia di famiglie, piccoli produttori, che dalla produzione di castagne traggono il loro maggiore sostentamento.

La diminuzione della produzione di circa l’80% a causa del Cinipide Galligeno, il parassita importato dalla Cina che attacca le piante, è l’ulteriore grido di allarme di un settore che per i paesi irpini della Valle Caudina, situati lungo le pendici del Partenio, ha sempre rappresentato un’eccellenza di cui andare fieri.

Ma finalmente qualcosa si muove. Nel giro di sette giorni ben due appuntamenti per parlare della questione, prima ad occuparsene è stato il GAL Partenio che ha messo in campo il progetto Biocinicast, per individuare nuovi approcci integrati a sostegno della produzione di castagne, e che nasce da un accordo tra produttori agricoli e trasformatori locali con i centri di ricerca, Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (CRA) - Istituto di Scienza dell’Alimentazione CNR di Avellino. Il progetto è finanziato da fondi del Psr Campania 2007/2013 - Asse 4, misura 124, per l’utilizzo del pollina come elemento naturale per combattere il Cinipide Galligeno.

Poi dell’argomento si è parlato anche in un convegno presso il Comune di Cervinara. In questo caso si è convenuto che per la lotta al parassita bisogna percorrere la strada biologica, attraverso il lancio di insetti antagonisti, il Torymus sinensis, che attaccano il Cinipide. E’ stata messa in evidenza l’importanza del comparto delle castagne per la provincia di Avellino, con una produzione che rappresenta il 60% di quella regionale ed il 30% di quella nazionale, con un introito vicino ai 250 milioni di euro. Tuti hanno convenuto sulla necessità di perseguire la strada della lotta biologica per non inquinare la montagna, aumentando in maniera consistente il lancio degli insetti antagonisti, in modo da accorciare il tempo previsto, si parla di dieci anni, per vincere la battaglia contro il Cinipide.

CHE COS’È IL CINIPIDE CALLIGENO?

Il cinipide galligeno del castagno (nome scientifico Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu) è una piccola vespa originaria del nord della Cina, ritenuta in tutto il mondo uno degli insetti più nocivi per il castagno, che attacca sia il castagno europeo, selvatico o innestato, sia gli ibridi eurogiapponesi (Castanea crenata x C. sativa). La sua presenza in Europa è stata segnalata per la prima volta nella primavera del 2002, in una zona pedemontana del Piemonte a sud di Cuneo, e da allora si è, purtroppo, diffuso con rapidità in altre regioni.

Come si propaga

La propagazione del parassita su breve distanza avviene attraverso il volo nell’ambiente circostante delle femmine sfarfallate. Sulle distanze maggiori, invece, la diffusione avviene attraverso scambi di marze o piantine già infestate, o, come si è ipotizzato, anche attraverso il trasporto accidentale di insetti penetrati nell’abitacolo di automezzi.

Ciclo biologico

Galla di cinipe su foglia

Il cinipide presenta una sola generazione l’anno. Durante l’estate ogni femmina depone da 25 a 30 uova per gemma, per un totale di cento-duecento uova. Dopo circa quaranta giorni nascono le larve, che crescono lentamente senza provocare sintomi visibili sulla pianta e ciò impedisce il riconoscimento immediato dell’infestazione. Nella primavera successiva si ha, invece, un rapido sviluppo del parassita, il quale interferisce con lo sviluppo delle gemme e provoca la formazione delle caratteristiche galle (ingrossamenti di forma tondeggiante e dimensioni variabili da 0,5 a 2 cm di diametro, di colore verde o rossastro). Il numero di galle per pianta può risultare variabile in funzione della differente sensibilità varietale e del tempo trascorso dall'epoca di insediamento (maggiore è il tempo passato dall’infestazione, più galle sono presenti sulla pianta).

All’interno delle galle si trovano le cellette, contenenti le larve in fase di crescita. Nei mesi di giugno e luglio avviene lo sfarfallamento delle femmine adulte (non vi sono maschi e la riproduzione avviene per partenogenesi). Gli adulti sono piccole vespe lunghe 2,5 mm circa, con una colorazione nera a carico del torace e dell'addome e gli arti di colore giallo brunastro, ad eccezione dell'ultimo segmento tarsale bruno scuro.

Danni

La formazione delle larve causa un accrescimento anomalo delle foglie, che rimangono piccole e deformi con conseguente riduzione dell’attività fotosintetica. Forti attacchi hanno per conseguenza un consistente calo della produzione di castagne e il deperimento delle piante. Anche se il cinipide non provoca danni diretti ai frutti, la sua presenza compromette sempre lo sviluppo vegetativo e la produttività del castagno

Lotta obbligatoria

Dalla fine del 2007 l’insetto è oggetto di un decreto di lotta obbligatoria, che impone alle Regioni restrizioni al settore vivaistico castanicolo e il controllo territoriale.

Possibilità di contenimento

Nelle zone dove l'infestazione è presente da piu anni è possibile vedere sulla pianta le galle secche dell'anno precedente insieme a quelle di neo formazione. La presenza del nuovo parassita costituisce senza dubbio una minaccia per la castanicoltura locale, poiché i trattamenti chimici altrove risultano inefficaci. Solo l’eliminazione delle galle dalle piante può rallentarne la diffusione sul territorio, ma tale operazione deve essere fatta prima dello sfarfallamento degli adulti, ossia prima della fine del mese di giugno. Sulla base dell’esperienza di regioni dove la comparsa di questo cinipide è meno recente, si ritiene che l’unica prospettiva per il futuro sia la convivenza, accompagnata dall’introduzione, come già avvenuto in altre regioni su iniziativa del Piemonte, di un antagonista naturale. Si tratta di un’altra piccola vespa (nome scientifico: Torymus sinensis), anch’essa di provenienza asiatica, che si nutre delle larve contenute nelle galle e che, nell’arco di alcuni anni, potrebbe riportare la situazione all’equilibrio. Anche il ruolo assunto dai nemici naturali autoctoni può essere importante. Sulle querce, ma anche su altri alberi ed arbusti, si formano, a volte, delle galle provocate da imenotteri locali che a loro volta sono vittime di alcuni parassitoidi. Tali parassitoidi (lo dimostra una ricerca finanziata dalla Regione Campania) possono nutrirsi del cinipide del castagno. Per questo motivo la presenza di querce in un castagneto è da considerarsi positiva.

ALESSIA RUSSO

Altre immagini