Sempre più vandalizzata la montagna del Partenio Enti

Solo interventi tampone per la montagna del Partenio che ricade nel territorio dei paesi irpini della Valle Caudina. L’assenza di una strategia di tutela e sviluppo di questa importante risorsa naturale, la colpevole latitanza degli enti preposti, a partire dai comuni, per finire alla Comunità Montana e all’Ente Parco del Partenio, ha determinato una condizione di abbandono che mette in serio rischio la tutela di questo importante patrimonio.

Una colpevole assenza che non consente il rispetto di regole elementari, ma che da mano libera al perdurare del vandalismo più becero, al pascolo abusivo che investe i castagneti da frutto, all’abbandono di rifiuti di ogni genere. Il tutto dimostra la mancanza di una cultura della montagna da parte di tantissimi cittadini, ma quello che è più grave soprattutto da parte di chi la montagna dovrebbe salvaguardarla e invece non fa niente.

E così capita che qualche intervento che si mette in atto diventa un palliativo che si annulla in breve tempo, con il risultato di spendere solo risorse senza reali benefici. L’ultima in ordine di tempo quella dei consiglieri delegati di San Martino e Cervinara, Capuano e Todino che si rivolgono al presidente della Comunità Montana del Partenio per chiedere un deciso intervento a favore di una delle sorgenti storiche della zona, come quella di Acqua Fredda, oltre alla condotta che alimenta l’abbeveratoio che si trova nella zona di pascolo del Pianoro di Lauro.

Per la fontana Acqua Fredda il comune di San Martino sta per spendere circa 40.000 euro per la sua sistemazione, ma questo è inutile se non si elimina il triste fenomeno del pascolo abusivo, che i comuni colpevolmente consentono. Un fenomeno che procura danni anche ai proprietari degli appezzamenti coltivati a castagneti che spendono importanti risorse per innesti e piante giovani che glia animali poi distruggono.

Insomma bisogna intervenire con urgenza e decisione, anche per eliminare il triste fenomeno dei vandali che hanno praticamente reso inutilizzabile il rifugio di Pianoro di Lauro e tutta la cartellonistica indicante sentieri e percorsi. Una soluzione potrebbe essere quella di affidare la gestione di queste aree a cooperative ambientale, pare che qualcuna di esse già abbia dato la disponibilità.

ALESSIA RUSSO

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