Calcio, Serie B: cambia l'allenatore ma non cambia la musica. A Cagliari la ''Strega'' raggiunge quota 11 sconfitte Sport

Definire sciagurata la stagione del Benevento Calcio non restituirebbe ai lettori un assaggio approfondito della cruda realtà. La prima gara di mister Roberto Stellone sulla panchina giallorossa è servita al gioviale tecnico per rendersi conto della catastrofica situazione in cui versa la Strega. A Cagliari, infatti, la compagine sannita ha collezionato, in superiorità numerica per l’intero finale di gara, l’11° k.o. stagionale. A purgare, ampliando la beffa della dipartita, è stato - come sempre - l’ex Gianluca Lapadula, festeggiando con un’esultanza liberatoria che non ha fatto altro che stuzzicare la rabbia repressa dei supporter beneventani.

Contro i rossoblu allenati da sir Claudio Ranieri, i sanniti hanno collezionato la 4ª sconfitta consecutiva, raschiando ancora con ferocia il fondo del baratro, nonché della classifica del campionato cadetto. La prestazione in terra sarda, la prima per il tecnico che ha sostituito l’esonerato Fabio Cannavaro, sebbene non sia stata interamente da cestinare, ha inevitabilmente confermato un alone di sconforto nello spogliatoio del Benevento grazie ad un risultato negativo parso, per l’ennesima volta, fin troppo severo.

La ricerca del perché potrebbe essere estenuante, quanto straziante. Sicuramente pruriginosa. A volte, però, scervellarsi troppo su congetture tecnico-tattiche e sillogismi filosofici può essere fuorviante. La verità, cruda e amara, è che la rosa del Benevento è terribilmente scarsa ed inadeguata perfino per la categoria cadetta. E quando il tasso tecnico di una squadra - già di per sé totalmente sfiduciata - è clamorosamente basso, gli episodi che compongono una gara delicata come quella di Cagliari finiscono per indirizzarla verso un esito inevitabilmente negativo. Ad incidere, infatti, statistiche alla mano, sono stati due fattori: la lampante insufficienza offensiva di Simy e La Gumina, irritanti ed evanescenti, con quest’ultimo in grado di cestinare almeno tre limpide palle gol; e la sbadataggine di Jureskin, neoentrato, reo di aver perso la marcatura su Lapadula, match-winner con un perentorio colpo di testa.

Tutto il resto è fuffa.

Il primo tempo di Cagliari ha rischiato ben presto di “accappottare” il Benevento di Stellone, sceso in campo arzillo ma troppo impreciso. Entrambe le compagini, colme di defezioni per infortuni e squalifiche, hanno sciorinato molta fatica nell’uscita palla al piede dal basso. I rossoblu, però, hanno fatto prevalere il tasso tecnico del proprio reparto offensivo, collezionando le migliori occasioni. Prima una insidiosissima punizione di Mancosu, in apertura di match, sfilata fuori; poi una parata in uscita di Paleari su Prelec, imbucato proprio da Mancosu. Di seguito, sempre l’ex Benevento si è messo in mostra con una grande rovesciata, finita larga di poco. La Strega ha sperato di portare la gara in parità all’intervallo, riuscendoci con fatica.

Nella ripresa la giostra è cambiata. La squadra di Stellone ha preso coraggio, cominciando a spingere sull’acceleratore ed accumulando il 63% di possesso palla. Una grande invenzione di Pettinari - sicuramente più attivo ed in palla del sostituito Simy - ha imbucato La Gumina che, sebbene in fuorigioco (inesistente, pertanto il gol sarebbe stato convalidato), è riuscito a sparare alto da ottima posizione, sciupando l’ennesima costruzione offensiva della Strega. Poi, l’episodio che avrebbe dovuto indirizzare il match in favore dei giallorossi: fallo di Altare, già ammonito, in una transizione di Acampora: rosso e Cagliari in 10 uomini. Neanche 3’ dopo l’espulsione, la squadra di Ranieri ha beffato gli ospiti con un colpo di testa di Lapadula, su cross di Millico, purgando Paleari e bruciando un distrattissimo Jureskin in marcatura. 1-0.

La reazione del Benevento c’è stata, ma il Cagliari è stato bravo a difendersi. Neanche l’ultimo affondo di Improta, sfociato in un traversone rasoterra insidiosissimo, è riuscito a glorificare il forcing finale dei giallorossi, incappati nel 5° capitombolo delle ultime 6 gare.

La scossa emotiva dovuta all’approdo di Stellone nel Sannio - e, soprattutto, agli addii di Cannavaro e Foggia - c’è stato, ma il nefasto roster messo su dall’ex direttore sportivo ha giocato ancora una volta brutti scherzi, conducendo alla sconfitta. È complicato chiedere di più ad un organico che, nel proprio 11 titolare, schiera Veseli, Karic, Foulon, Simy e La Gumina. Non esenti da responsabilità anche i più veterani - Improta su tutti -, mai in grado di riportare i propri compagni sulla retta via con uno scatto d’orgoglio nei momenti del bisogno.

Il Benevento è nel baratro e la sensazione è che, prima della possibile svolta, vi rimarrà per un po’ di tempo. Il cambio tecnico in panchina c’è stato. Ciò che ci si augura, però, è che non sia avvenuto troppo tardi, perché il destino dei giallorossi sembra terribilmente segnato.

Il Benevento, d’altronde, è rimasto ancorato al penultimo posto della graduatoria con soli 23 punti all’attivo, distante 4 misure dalla zona salvezza diretta.

TABELLINO E PAGELLE:

CAGLIARI (3-4-1-2): Radunovic 6; Altare 5, Dossena 6,5, Obert 6,5 (83' Goldaniga s.v.); Zappa 6, Makoumbou 6,5, Kourfalidis 6 (19' Lella 5,5), Azzi 6,5; Mancosu 6,5 (46' Luvumbo 6), Lapadula 7, Prelec 5 (64' Millico 6,5). All. Claudio Ranieri 6,5.
BENEVENTO (3-5-2): Paleari 6; Veseli 5,5 (79’ Letizia 6), Leverbe 5,5 (90’ Kubica s.v.), Tosca 6; Improta 5,5, Acampora 6,5, Karic 5 (79' Koutsoupias 5,5), Tello 6, Foulon 5,5 (65' Jureskin 5), La Gumina 4, Simy 4,5 (65' Pettinari 6). All. Roberto Stellone 6.
Marcatori: Lapadula 76’.

Ammoniti: Veseli (B), La Gumina (B), Millico (C), Dossena (C)
Espulsi: Altare (C),
Arbitro: Simone Sozza di Seregno.
Assistenti: Dario Garzelli di Livorno e Antonio Severino di Campobasso.
Quarto Ufficiale: Enrico Maggio di Lodi.
Var e Avar: Francesco Fourneau di Roma 1 e Salvatore Longo di Paola.