I ragazzi della Fiamma

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Nei primi anni del MSI i giovani sono stati l'anima del partito. Ne hanno difeso i comizi nelle piazze, ne hanno portato la voce nelle scuole e nelle università, ne hanno pungolato i dirigenti troppo disponibili al compromesso con l'Italia antifascista. Hanno contribuito a definire l'identità missina anche sotto il profilo culturale. All'inizio degli anni Cinquanta, sulla spinta delle manifestazioni per Trieste, i giovani neofascisti puntano a conquistare la guida del MSI. Ma, per tentare di farlo, devono accettare di venire a patti con il leader del partito, Arturo Michelini, che insegue il progetto della grande destra: un'alleanza con monarchici, liberali e cattolici conservatori per inserirsi nel sistema e impedire l'intesa tra la DC e i socialisti. Nel MSI la convivenza tra chi sogna la rivoluzione e chi vuole andare al governo si rivela presto assai difficile. Ne nascono duri conflitti, che dividono e mandano in crisi i ragazzi della Fiamma: il dilemma tra richiamo all'eredità fascista e ricerca della legittimazione democratica segnerà tutto il percorso della destra italiana.

Antonio Carioti, nato a Reggio Emilia nel 1961, ha esordito come giornalista alla «Voce Repubblicana» e dal 2004 lavora alle pagine culturali del «Corriere della Sera». Nel 2008 ha pubblicato con Mursia il controverso saggio Gli orfani di Salò. Il «Sessantotto nero» dei giovani neofascisti nel dopoguerra. 1945-1951, di cui questo volume costituisce il seguito. Sempre sulle vicende della destra italiana ha realizzato nel 1995 un libro intervista con Marco Tarchi, Cinquant’anni di nostalgia. È autore di varie pubblicazioni, tra cui il saggio Di Vittorio (2004) sulla figura del leader storico della CGIL, una Breve storia del presidenzialismo in Italia (1997) e il pamphlet Maledetti azionisti (2001).

Pagg. 304 - Ugo Mursia Editore

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