Riapre la Cattedrale di Benevento Chiesa Cattolica

In età cristiana, nell’area del Foro romano, nacque il complesso della cattedrale dedicata alla Santa Vergine. Più volte ricostruita durante i secoli, la Cattedrale fu sede di sinodi e concili presieduti anche da sommi pontefici che riguardarono la Chiesa universale. Distrutta dalle incursioni aeree americane del 12 e 14 settembre 1943, fu ricostruita su progetto dell’architetto Paolo Rossi de Paoli, dall’arcivescovo Agostino Mancinelli. Il primo luglio 1950 la posa della prima pietra alla presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.

Il 28 giugno 1965 l’arcivescovo Raffaele Calabrìa inaugurò e benedisse la nuova Cattedrale. Molto nota la Janua Major con 72 formelle raffiguranti le storie di Cristo, l’arcivescovo metropolita e i vescovi suffraganei dell’arcidiocesi di Benevento, fu anch’essa ferita dalle bombe del 1943 ma dopo un accurato intervento di restauro fu ricollocata all’ingresso interno del Duomo il 22 dicembre 1999 con la benedizione dell’arcivescovo Serafino Sprovieri.

Commissionata dall’arcivescovo Enrico (1156-1170) prima e dall’arcivescovo Rogerio (1179-1221) poi, la Janua Major di Benevento è stata definita dal Venturi “Il maggior poema sacro dell’età romanica del Mezzogiorno d’Italia”.

Dall’aprile del 2005, dopo il funerale in suffragio di Giovanni Paolo II, la cattedrale è rimasta chiusa per 7 anni e mezzo a motivo dell’umidità che aveva provocato danni al pavimento. Il prossimo 11 ottobre alle 17.30 l’arcivescovo Andrea Mugione presiederà il solenne pontificale con la benedizione del tempio ripristinato. Il nuovo pavimento sollevato di 15 cm riprende il disegno di quello prebellico con fasce bianche e rombi colorati e reca gli stemmi degli arcivescovi che hanno avuto a che fare con la nuova Cattedrale, a partire dall’ingresso si possono ammirare gli stemmi di Mancinelli, Calabrìa, Minchiatti, Sprovieri e Mugione.

È stato anche rifatto e potenziato il progetto d’illuminazione che soprattutto di sera offre uno spettacolo incantevole. Il riscaldamento viene dall’alto, mentre eliche poste lateralmente generano il ricambio d’aria. Le balaustre del vecchio duomo sostituiscono gli altari laterali dinanzi alle diverse immagini sacre. Anche i banchi sono stati rinnovati dalla Templum Artis di Dentecane, che ha realizzato anche tre nuovi confessionali insonorizzati in faggio.

La Cappella del Santissimo Sacramento che porta in alto l’Ultima Cena e sotto l’altare un bassorilievo della Natività, nella parete frontale è stata arricchita da un Cristo Risorto in bronzo dorato di cm 220, 3 quintali di peso, con raggiera in ottone dorato, realizzato dall’artista Giuseppe Di Marzo, originario di Tufo, su commissione di mons. Pasquale Fusco, angelo custode e cantore del tempio massimo della città.

La ditta Mascione di Cuvio, provincia di Varese, che realizzò l’organo monumentale, sta provvedendo in questi giorni alla sua ripulitura e revisione. A dicembre ritornerà l’organo, le 3000 canne saranno collocate in alto, l’organo positivo con consolle, triplice tastiera e pedaliera sarà collocato in basso così da favorire lo spostamento anche al centro del tempio in occasione di concerti. La nuova porta di bronzo arriverà entro Natale, la ditta Domus Dei di Roma ha realizzato i calchi sulla vecchia porta, le porte laterali pure in bronzo saranno invece lisce. L’Ipogeo sistemato con pavimento in cotto, guida audio e video, ha un ingresso dalla sepoltura dei vescovi e tre ingressi da via Carlo Torre e si potrà visitare a partire dal nuovo anno. Per il museo invece bisognerà attendere ancora.

L’11 ottobre coincide quest’anno con l’inizio dell’Anno della Fede voluto da Benedetto XVI nel 50° anniversario del Concilio Vaticano II e nel 20° anniversario della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Un evento che rinnova quella speciale comunione tra la Chiesa beneventana ed il Pontefice che caratterizza la nostra storia locale.

PASQUALE MARIA MAINOLFI

Nella foto l'interno della Cattedrale com'era prima dei bombardamenti del '43. Purtroppo nulla potrà ridarci mai quella bellezza 

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