'Diteci la verità sull'elettrodotto' Ambiente

Vogliamo sapere la verità sull’elettrodotto. La Terna deve rispettare la legge. Difendiamo la nostra salute ed il nostro territorio. Basta con i trucchi e i doppi giochi”. Questo, in sintesi, il senso della protesta degli abitanti delle contrade interessate alla costruzione dell’elettrodotto di 380 KV ad Alta Tensione, che parte da Foggia ed arriva a Benevento.

L’allarme è scattato quando si è saputo che il nuovo impianto sarebbe stato messo in funzione senza smantellare quello vecchio, come era previsto dagli accordi col Ministero dello Sviluppo Economico. “Abbiamo già subito troppi danni alla salute - denunciano alcuni cittadini di San Chirico, riuniti davanti alla Prefettura - siamo stanchi di menzogne e di promesse. Non si può scherzare col futuro dei nostri figli”.

La Terna, società a totale capitale pubblico, avrebbe dovuto realizzare 45 nuovi tralicci, alti 70 metri, da contrada Corvacchini (al confine con Pietrelcina) fino alla Stazione Elettrica di Benevento 2, in contrada Ciancelle. La linea, concordata col ministero, insomma, avrebbe dovuto seguire un diverso tracciato, sviluppandosi nella fascia di rispetto di almeno 53 metri di distanza dalla case.

Questa prescrizione si era resa necessaria per porre fine alle esposizioni di centinaia di residenti all’inquinamento elettromagnetico. “La Terna, invece, ha sostituito solo 6 tralicci - spiega Gabriele Corona, presidente di Altrabenevento - e ha installato nuovi cavi sul vecchio tracciato, potenziando in tal modo l’Alta Tensione, senza tener conto delle prescrizioni della Commissione per la Valutazione dell’Impatto Ambientale e in dispregio dell’autorizzazione ministeriale”.

La storia di questo elettrodotto risale al 2006, quando cominciò l’iter burocratico che si completò tre anni dopo. L’Autorizzazione Unica del Ministero dello Sviluppo Economico arrivò nel 2011. Nel dicembre del 2008, il comune di Benevento stipulò con la Terna una convenzione per un nuovo tracciato, ricevendo come compensazione per i danni ambientali, 3 milioni di euro, metà dei quali già versati.

Nel corso degli anni il progetto originario ha subito varie modifiche, perché erano state riscontrate da parte degli ingegneri del comune diverse anomalie e difformità, in particolare per quanto riguarda il mancato rispetto delle norme di tutela. “I nuovi elettrodotti - rileva Corona - dovrebbero produrre un valore di qualità di 3 microTesla, per essere compatibili con l’ambiente e la salute, mentre la Terna, come ha dichiarato, prevede per questo elettrodotto un valore di qualità di 40 microTesla a due metri dal suolo”.

Basti pensare, inoltre, che lungo la pista ciclopedonale di contrada Pantano, questo valore arriva addirittura a 97,5.Un dato troppo alto e quindi allarmante, che ha indotto il sindaco di Benevento a sospendere i lavori in quella zona. Per ora il Tar del Lazio ha dato ragione al comune ed ha respinto il ricorso della Terna. Ma se ne riparlerà ancora il 29 novembre, quando è stata fissata la prossima udienza.

La vicenda, comunque, dimostra che bisogna tenere gli occhi vigili. Forse il progetto esecutivo andava monitorato e seguito con maggiore attenzione da parte dei tecnici del comune addetti ai controlli. I cittadini chiedono serietà e coerenza di comportamenti. Il sindaco ha annunciato che senza risposte chiare emetterà nuovi provvedimenti per fermare l’elettrodotto. Anche il prefetto di Benevento si è impegnato a fare in modo che i lavori si svolgano correttamente, rispettando l’ambiente e la salute della gente.

La società Terna ha fatto sapere che la modalità seguita per avviare l’impianto è solo una “soluzione temporanea”, fino alla costruzione di una nuova stazione elettrica in contrada La Francesca, tra l’altro non prevista nei piani del ministero, ma che compare solo in alcuni atti della Regione Campania. “Quest’opera - fa notare Corona - dovrebbe fungere da connessione tra l’elettrodotto di Benevento con un altro proveniente da Pontelandolfo, a servizio dei nuovi parchi eolici di San Lupo e Morcone e di una centrale idroelettrica interrata di Repower. Un’iniziativa che potrebbe aprire le porte alle pale eoliche sulle colline a nord della città”.

Mentre si attendono certezze e interventi risolutivi, i cittadini di Acquafredda, Olmeri, San Chirico, La Badessa, Mosti, San Vitale, Pantano, Pino, Ciancelle, Cardilli hanno presentato al comune un atto di diffida al sindaco perché eserciti tutti i suoi poteri per tutelare la salute pubblica. “Perché dobbiamo continuare a subire l’inquinamento elettromagnetico? - si chiedono in una lettera aperta i comitati delle contrade - Perché non vengono applicate le vigenti leggi di tutela?”. Una parola chiara potrebbe dirla anche l’Arpac, l’agenzia regionale addetta alla protezione dell’ambiente in Campania.

ANTONIO ESPOSITO

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