Il riscatto del Sannio parte dalla transizione energetica Ambiente

Ecco un bell’esempio di cooperazione scientifica nel diffondere, trasferire e valorizzare attività di sviluppo riguardanti i sistemi e i mercati elettrici. “La transizione energetica è una rivoluzione di paradigma, che si può e si deve realizzare insieme, pubblico e privato: puntando sulla collaborazione, sulla formazione e sulla ricerca”.

Smart Grid, generazione distribuita, manutenzione dei sistemi elettrici. ENEL e EnSiEl, organismo specializzato interuniversitario, lavorano in sinergia per definire metodologie innovative di gestione delle infrastrutture elettriche, tecniche di miglioramento della qualità della fornitura del servizio, sistemi di accumulo, resilienza delle reti di distribuzione e power quality nelle reti di distribuzione.

Obiettivo: una rete nazionale altamente evoluta, in grado di affrontare le sfide del futuro. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Tontoli, giovane ingegnere sannita laureatosi nel 2011 presso l’Università del Sannio, oggi in Terna SpA. L’argomento al centro della sua tesi di laurea, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella previsione della produzione elettrica da impianti eolici.

Partiamo da un dato: sarà davvero possibile fare a meno delle fonti fossili?

Uno scenario nel quale ci si liberi del tutto da fonti fossili, risulterebbe ancora oggi non realistico, se non addirittura utopistico. D’altro canto, una loro netta diminuzione non è solo auspicabile, ma si sta progressivamente realizzando, con accelerazioni importanti negli ultimi anni.

Oggi a che punto siamo?

Nel 2022 la copertura della domanda d’energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili (FER) è stata circa il 30%. Le nostre potenzialità in merito restano altissime. Oggi la maggior parte delle richieste per nuovi allacci proviene da produzioni da fonte rinnovabile. Il pacchetto legislativo di decarbonizzazione UE, definito “Fit for 55” ha stabilito un target per il 2030 per il raggiungimento di un grado di penetrazione del 65% da FER.

Siamo dunque a metà strada…

Sembra, ma non è così. Le richieste di allaccio superano di 3 volte la quota necessaria al target del 2030. La maggior parte di questa “potenza di fuoco” riguarda Sud Italia ed Isole, dove questo dato arriva a 5 volte. È dunque un’occasione da non perdere.

Ma la rete elettrica italiana è realmente pronta ad alimentare ‘solo’ fonti rinnovabili?

Molti commentatori esterni al mondo dell’energia auspicano ″un cambio repentino″. Questa gradualità è invece importante, perché si tratta di una maratona, non di uno sprint dei 100 metri.

Quale la causa di questo punto critico, se così possiamo dire…

Il motivo principale è che le reti elettriche realizzate durante la massiccia elettrificazione susseguente al boom economico, non erano pensate per accogliere una generazione ′distribuita′. Sole e vento, non seguono certo i nostri ordini. Le forti variazioni ambientali, sono una delle maggiori complicazioni da gestire.

Chiariamo con un esempio.

Immaginiamo di suddividere la rete nazionale in tante parti elementari, potremmo rappresentare ognuna di esse come una spugna e l’energia come l’acqua. Nel momento in cui ci fosse un aumento improvviso di afflusso, la spugna non sarebbe più in grado di trattenerla e se, viceversa, ci fosse un incremento improvviso di richiesta, non sarebbe agevole fornirla. Avremmo bisogno di qualcosa che assomiglia di più ad un palloncino: che accumula e rilascia in maniera autonoma e, quindi, più in grado di gestire questa intermittenza. E tale necessità, è vera sia per le reti locali che per quelle nazionali, motivo per cui Terna sta incrementando le interconnessioni con altri paesi.

Quali gli interventi che andrebbero implementati sulla rete nazionale, in funzione della Transizione energetica?

Dietro quest’ultima analogia si nasconde uno dei concetti principali delle cosiddette reti intelligenti: le Smart Grid. Si tratta della fusione di una rete elettrica con una di informazioni digitali. Per questo motivo, quando si parla di ″Smart Grid″ qualcuno lo definisce, un po’ impropriamente, l’Internet dell’energia. Una rete siffatta, è pensata per analizzare, su base locale, un’enormità di informazioni provenienti dal monitoraggio elettrico ed ambientale e adeguare i controlli in modo da non congestionare l’infrastruttura. La digitalizzazione delle reti esistenti, può essere complicata in determinate realtà: pensiamo ad esempio alle grandi città, dove il connubio tra urbanizzazione selvaggia e centri storici mai ristrutturati, configura enormi problemi di continuità del servizio ad ogni intervento. Viceversa, nelle aree periferiche questo sviluppo risulterebbe facilitato.

Il Sannio, dunque, potrebbe essere “terreno fertile” per queste tematiche?

Certamente. Basti pensare che nel progetto pilota sulle Smart Grid di Enel e Consorzio Interuniversitario Energia e Sistemi Elettrici – EnSiEl, di cui fa parte anche l’Università del Sannio, verranno effettuate sperimentazioni sulle reti delle provincie di Benevento, Foggia, Cuneo e nella città di Venezia. Tre su quattro rappresentano piccole realtà. In queste ultime è anche più semplice realizzare le comunità energetiche″, che sono la parte socio-economica delle Smart Grid. È chiaro, quindi, che nei nostri territori è possibile realizzare in breve tempo ciò che è ′futuribile′. Le aree ritenute sino ad oggi di scarso interesse, diventano l’avanguardia nella transizione energetica, con tutto ciò che ne consegue in termini di sviluppo ed occupazione.

Per chiudere, cosa suggerirebbe ad un giovane ″ingegnere energetico″ che si appresta ad affrontare il mondo del lavoro?

Per i motivi elencati, ad un giovane ingegnere energetico dell’UniSannio consiglierei di pensare al proprio futuro guardando in prospettiva e con l’augurio di realizzare che la propria funzione, non è solo mera tecnica, ma anche opportunità di riscatto per l’intero Sannio.

GIUSEPPE CHIUSOLO

Giuseppe Tontoli, classe 1984, è laureato in Ingegneria Energetica con una tesi sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella previsione della produzione elettrica da impianti eolici. Ha lavorato per 10 anni in un’industria elettromeccanica, occupandosi di collaudi e verifiche in alta tensione nonché di ricerca&sviluppo. Dal 2021 è impiegato nell’Unità misura e prove di Terna Rete Italia S.p.A., dove continua ad occuparsi di tematiche energetiche. Da maggio 2023 fa parte dell’Advisory Board della Facoltà di Ingegneria Energetica dell’Unisannio. Durante gli studi, ricoprì la carica di presidente del Forum Provinciale dei Giovani attuando progetti di info-formazione e peer education.