Lotta senza quartiere alla plastica Ambiente

Un gruppo di giovani volontari ha dichiarato guerra a questo autentico veleno dell’Umanità. Azioni concrete di raccolta e distruzione di ogni specie di utensile di plastica. Basta con le bottiglie di plastica

Il gruppo Plastic Free Odv Onlus di Benevento, guidato dal referente Mauro Cespa, nella mattinata di domenica 21 febbraio si è dato convegno in una delle zone centrali della città (terminal degli autobus, via Pertini) per effettuare un’approfondita pulizia degli spazi pubblici, raccogliendo e differenziando rifiuti di ogni genere, con l’Asia poi passata a raccogliere i sacchi che i volontari hanno lasciato a bordo strada.

Per saperne di più abbiamo preso nota di quanto dichiaratoci da Mauro Cespa, referente di Benevento e provincia di Plastic Free Odv Onlus, organizzazione sorta nel luglio 2019 con l’obiettivo di informare e sensibilizzare sulla pericolosità della plastica, in particolare quella monouso, che non solo inquina ma uccide anche. «La nostra organizzazione è piramidale - esordisce Mauro Cespa - con una presidenza e dei responsabili regionali e provinciali. Siamo volontari che si occupano di promuovere eventi di raccolta della plastica in ogni luogo d’Italia, con due tipi di aderenti: i soci sul web e i volontari che si iscrivono per un singolo evento. Agiamo in particolare sui social network come mezzo di diffusione del “verbo” per raggiungere quanti più utenti possibili. I nostri progetti prevedono la sensibilizzazione degli organi comunali al problema della plastica allo scopo di ridurne l’impatto, con protocolli d’intesa controfirmati dagli stessi. Allo stesso tempo cerchiamo di coinvolgere le strutture commerciali al non utilizzo di materiali di plastica (ristorazione, bar, pub e supermercati)».

Molti sono portati a ritenere che tutta la plastica sia riciclata e riciclabile. Non è così. Tutta la plastica creata fino a oggi esiste ancora e i numeri di giorno in giorno divengono sempre più allarmanti. Oltre 12 milioni di tonnellate di plastica vengono riversate ogni anno nell’ambiente e più di 100mila mammiferi muoiono ogni anno dopo aver ingerito la plastica. L’essere umano ingerisce circa 5 grammi di plastica alla settimana, l’equivalente del peso di una carta di credito.

«Per sfatare tante convinzioni errate, è partito il progetto Scuole - conclude Cespa - per formare i ragazzi sul problema, con interventi negli istituti. Nelle scuole verranno installate delle colonnine per l’acqua e fornite delle borracce di alluminio termiche allo scopo di evitare il consumo giornaliero di bottigliette di plastica. Con l’istituzione invece del progetto Plastic Free Diving verificheremo e, dove possibile, puliremo i fondali dalle plastiche giacenti. All’insegna di uno dei nostri motti: “Lasciare pulito un dovere, trovare pulito un piacere”».

A dimostrazione di tutto quanto, giunge uno studio condotto da Antonio Ragusa, primario di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma, e dal Politecnico delle Marche pubblicato sulla rivista scientifica Environment International, che ha provato per la prima volta la presenza di microplastiche nella placenta umana, tanto che le madri ne sono rimaste scioccate. Anche se i rischi per la salute dei bambini che già alla nascita hanno dentro di sé delle microplastiche ancora non si conoscono e bisogna continuare a fare ricerca, già sappiamo da altri studi internazionali che la plastica per esempio altera il metabolismo dei grassi e probabilmente la presenza di frammenti di microplastiche all’interno dell’organismo sembra possa cambiare la risposta del sistema immunitario. Su come le microplastiche entrino nel nostro organismo il dottor Ragusa ha spiegato che ancora non si conosce la via prevalente, ma evidentemente gli ingressi sono due: la prima riguarda l’apparato respiratorio e quindi il circuito ematico, la seconda attraverso l’alimentazione, quindi via intestino. Per fare solo un esempio basti pensare alle vaschette di plastica in cui viene confezionato il cibo nei supermercati.

GIANCARLO SCARAMUZZO

giancarloscaramuzzo@libero.it