Ambiente - PRENDI MEZZO, PAGHI INTERO

PRENDI MEZZO, PAGHI INTERO Ambiente

Le bollette per il pagamento della tassa sui rifiuti solidi urbani (o “spazzatura”, se volete) sono arrivate come ogni anno. Il solito ritardo nella consegna: arrivano il 30 o il 31 ottobre per posta, con la scadenza imperiosa della prima rata all’ultimo giorno, proprio di ottobre. Impossibile adempiere con puntualità. Perché accade?? Eppure, da anni, sono più o meno le stesse bollette per gli stessi cittadini. Non si riesce proprio ad immaginare – da ignoranti quali siamo! – quale terribile e pesante lavoro di controllo impedisca di averle – tanto per dire un’enormità!! – almeno quindici giorni prima. Certo, poi arriva la proroga al 15 novembre, ma rimane l’arcano mistero. Nell’occasione, il contribuente – anche non esperto in ragioneria e contabilità – si rende conto che, mediamente, ogni giorno la raccolta dei rifiuti gli costa circa Lire Millecinquecento – del vecchio conio, come dice sovente Paolo Bonolis nelle sue trasmissioni televisive. E’ facile arguire che – a fine mese – la cifra quasi quasi ci consentirebbe di noleggiare un “tre ruote” (o una “laparella”, se preferite) per portare a destinazione – da noi medesimi, proprio di persona! – la nostra “mondezza” in un luogo a ciò “deputato”, sia detto con tutto il rispetto possibile, senza voler assolutamente accostare due vocaboli così simili. “E qui casca l’asino!”: come usava dire il compianto Totò. E già, perché di luoghi destinati alla bisogna, v’è gran penuria! E dire che le amministrazioni – a tutti i livelli – hanno messo in campo il fior fiore delle intelligenze, anche se non delle competenze. Chi potrebbe, infatti, ritenersi competente in una siffatta materia? Fronti inutilmente spaziose hanno cercato di trovare una soluzione al problema. Il Governatore Bassolino – nientepopodimeno!! – dopo lunghi anni di competenza in materia (parlo di competenza amministrativa naturalmente!!), ha dovuto cedere l’incarico ad un Prefetto con i controfiocchi. Bastava già il nome (Catenacci, non so se mi spiego!), a farci aprire il cuore alla speranza. Macchè, anche per lui un buco nell’acqua. Si passa, allora, ai massimi livelli. Il più alto dirigente della Protezione civile, anzi “il” ministro responsabile. Siamo al sicuro, si pensa. Anzi, è dolce sentire le sue prime rassicurazioni:”In sette/otto giorni – prometteva – avremo un ritorno alla normalità, o quasi”. Quei sette o otto giorni si sono trasformati ben presto in settimane e mesi. Le montagne di sacchetti di immondizia fanno ancora bella mostra di sé dappertutto. Per un giorno, a volte, misteriosamente spariscono da un luogo, per subito riformarsi proprio lì nel giro di poche ore. Si pensa che in queste lunghe e ripetute settimane di “astinenza da raccolta” ci si dedichi ad altre cose. Provo a dire una stupidata: sostituiamo i cassonetti bruciati da qualche vandalo nei giorni d’estate con altri nuovi. Se prima, in regime regolare, due cassonetti appena bastavano a raccogliere i rifiuti, come si può pensare che adesso con un solo contenitore e con un’emergenza quasi cronica non si venga tutti sommersi dal pattume!? Non sia mai! Tutto è restato come era qualche mese fa: i cassonetti bruciati e rovesciati sono lì, le montagne di sacchetti fanno sempre bella mostra di sé in ogni dove, le strade non danno mostra di essere state oggetto di una pulizia speciale, anzi! Pagavamo al Comune un servizio che da molto, forse troppo tempo, non è più reso alla collettività nelle stesse modalità e tempi a cui era lecito correlare un adeguato corrispettivo. Sembra assurdo, ma è vero! Prendiamo mezzo servizio (e sono già di cuore generoso a dire “mezzo”!!) e lo paghiamo per intero. Tutto questo ha una sua logica, alternativa a quella di far pagare i soliti “fessi”, tanto “non è colpa nostra”? Un adeguamento al ribasso delle tariffe, fosse solo a livello simbolico, sarebbe veramente “peccato mortale”? Luigi Palmieri