Rispettare i patti sottoscritti Ambiente
La speranza che la discarica di Tre
Ponti non venga riaperta è riposta nelle decisioni della
commissione tecnica dell'ASL, dell'ARPAC, del ministero, del
commissariato e del consorzio NA3, che dovrà stabilire
l'idoneità del sito a ricevere altri rifiuti, attraverso i
sopralluoghi effettuati anche nella giornata di domenica scorsa.
Già alcuni mesi fa erano
emerse alcune problematiche riguardanti la tenuta della montagna di
rifiuti che con il tempo tende ad assestarsi e la stabilità
della scarpata di argilla che, con l'acqua piovana che
evidentemente non è stata ben regimentata, tende a scivolare
verso il basso.
Queste ed altre problematiche erano
state evidenziate e tutti sperano che vengano rilevate anche dai
tecnici incaricati dal commissario e che il verdetto possa far
revocare l'ordinanza n.33 con cui De Gennaro ha comunicato al
sindaco Izzo che la discarica di Tre Ponti sarebbe stata riaperta per
risolvere l'emergenza rifiuti. Intanto, dopo la manifestazione di
sabato e dopo l'incontro del commissario De Gennaro con i sindaci e
con il presidente della provincia Nardone, l'indignazione dei
cittadini di Montesarchio è cresciuta in seguito alle
dichiarazioni rilasciate dallo stesso De Gennaro nel corso della
conferenza stampa, quando ha affermato che se Tre Ponti viene
riaperta ospiterà i rifiuti della provincia di Benevento.
Secondo molti, al danno anche la beffa, perché a questo punto
la discarica viene riaperta non per la solidarietà nei
confronti di Napoli, ma per la città di Benevento, cosa che fa
sospettare che il presidente della provincia di Benevento, nonostante
abbia sbandierato in tutte le salse di avere altri siti a
disposizione, non ne rivela il nome perché evidentemente la
mira su Tre Ponti non è solo del commissariato straordinario.
Per lo stesso motivo, è nato
in molti il sospetto che ad arte, sia stato ritardato l'avvio dei
lavori per la riqualificazione e la rinaturalizzazione dell'area di
cava circostante la discarica. Un piano ben studiato, evidentemente,
per sommergere Tufara e Montesarchio di rifiuti, in deroga a tutti i
vincoli paesaggistici esistenti ed a tutte le considerazioni negative
di carattere igienico sanitario già emerse dopo l'apertura
di Tre Ponti.
Ora, se l'impianto viene riaperto,
si fa ancora una volta in deroga, non solo ai danni ambientali ed
igienico sanitari, ma soprattutto a fondamentali principi di
democrazia che consentono di stracciare un patto, un contratto come
l'Accordo di programma, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e
firmato da rappresentanti dello Stato.
Le istituzioni non rispettano gli
accordi, ed è molto grave se si pensa che per la gente della
Valle Caudina è sufficiente una stretta di mano per sancire e
rispettare un accordo. Viene meno, in questo modo, la fiducia nelle
istituzioni che avevano assicurato che Montesarchio non avrebbe
dovuto mai più ricevere rifiuti, anche in situazioni di
emergenza. Invece, come lo stesso sindaco Izzo, che suo malgrado si è
ritrovato a dover gestire nuovamente un problema così grande
per la sua collettività, ha affermato, è bastato che
siano cambiati gli uomini per rendere carta straccia un accordo.
Questione di ore, quindi, e la relazione dei tecnici potrà
essere determinante per le decisioni del commissario De Gennaro.
Dopo, sarà il momento delle
riflessioni che riguarderanno soprattutto il ruolo che tanti politici
hanno avuto in questa vicenda mortificante per una popolazione.
Intanto si apprende che Ariano Irpino
si accinge allo sciopero per riaffermare il suo fermo
o alla
riapertura della discarica di Difesa Grande.
LUCIA DE NISI