Ritorna il terremoto ma non fa danni Ambiente
Un boato sordo e... poi la scossa: si balla!
No, non ci stiamo riferendo a qualche nuovo tormentone post vacanze estive imperante per radio e nelle discoteche, ma al terremoto di magnitudo 4.1 (scala Richter) che alle 3.08 del 27 settembre appena trascorso ha svegliato di soprassalto il Sannio, tirando giù dal letto uomini, donne, anziani e bambini, che così si sono riversati per le strade e nelle piazze movimentando le ore che precedono l'alba.
In pigiama, mezzi assonnati e preoccupati, ma tutti insieme a parlare del terremoto, per esorcizzare la paura e farsi coraggio, tra un caffè una sigaretta e qualche coperta.
“Ero a letto”, “Il lampadario oscillava”, “Il cane abbaiava”, “Stranamente a quell'ora non riuscivo ancora a prendere sonno”, “Si sono spostati i quadri”, “Ho sentito cadere i libri”, “I bambini hanno iniziato a piangere”: questi i primissimi commenti.
I telefoni, poi, sono stati letteralmente presi d'assalto, c'era chi voleva accertarsi che i parenti e gli amici stessero bene e chi chiamava i vigili del fuoco, non per richieste di intervento, ma per avere notizie dettagliate e magari qualche parola di rassicurazione.
Il popolo dei social network, manco a dirlo, è letteralmente impazzito, pochi attimi dopo il sussulto c'erano già i primi post sulle bacheche.
In tanti hanno trascorso, quel che restava della notte, nella propria auto.
Indubbiamente, si è trattato della scossa più forte di un nutrito sciame sismico, che - secondo quanto riportano i dati dell'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) - ha avuto il suo epicentro nel territorio di Paduli, interessando nell'arco di dieci km le località di Apice, Benevento, Calvi, Pago Veiano, Pietrelcina, San Giorgio del Sannio, San Martino Sannita, San Nazzaro, San Nicola Manfredi e Sant'Arcangelo Trimonte, ma le scosse sono state avvertite distintamente anche nella provincia di Avellino, giacchè paesi quali Bonito, Casalbore, Mirabella Eclano, Montefusco, Pratola Serra, Taurasi, e diversi altri rientrano nei 20 km dall'epicentro.
Lunghissimi secondi che hanno riportato alla mente i movimenti tellurici del 23 novembre 1980 (magnitudo 6.9) e del 21 agosto 1962 (magnitudo 6.2): dopo trentadue anni è stato questo il terremoto più 'violento' e a distanza di cinquant'anni esatti, invece, la sequenza sismica che ha colpito il Sannio ha la stessa genesi del terremoto che allora interessò un ampio settore dell'Appennino campano tra Benevento ed Avellino.
Fortunatamente non si sono registrati danni a persone o cose, solo la caduta di diverse tegole, alcuni calcinacci e qualche crepa nei muri diroccati, ma limitatamente alle zone più vetuste di Comuni quali Paduli, Pago Veiano e Apice, mentre nella città di Benevento sono stati dichiarati inagibili due appartamenti al Rione Libertà, in via Settembrini, a causa di un solaio di copertura già instabile che il terremoto ha contribuito a deformare vistosamente.
E sono stati proprio i sopralluoghi a farla da padrone nelle ore successive, a destare maggiore apprensione la discarica di Sant'Arcangelo Trimonte, considerata la pericolosità idrogeologica del sito, ma l'assessore alla Protezione Civile della Regione Campania, Edoardo Cosenza, dopo l'ispezione dei tecnici, ha subito rassicurato “nessun dissesto”.
Edifici scolastici sotto la lente d'ingrandimento e difatti, per consentirne un controllo accurato, in tanti paesi i sindaci hanno ordinato subito la chiusura, a Benevento, invece, il primo cittadino ha deciso diversamente: scuole aperte, anche se oggetto di valutazioni e perizie, ma le attività si sono stoppate quando in mattinata, alle 10.35, si è verificata una nuova scossa, questa volta di magnitudo 3.7.
Ora che sono passati un po' di giorni, l'attenzione resta comunque alta, poichè lo sciame sismico non si è ancora del tutto esaurito, anche se le scosse vanno a decrescere, ma “chi crea allarmismi inutili sarà arrestato per procurato allarme”, così ha affermato l'assessore Cosenza al termine della riunione tecnica operativa svoltasi con urgenza in Prefettura.
Una curiosità: andando sul canale internet YouTube e digitando “terremoto a Benevento” compaiono una sfilza di video, fra questi uno cliccatissimo, della durata di 3 minuti e 22 secondi, presentato con la dicitura “Ecco tutta la verità sul terremoto a Benevento”, che sta già diventando un vero e proprio cult, tanto che nelle ultime ore ne è stato aggiunto un altro di 15 secondi che recita “Gli esilaranti spezzoni eliminati in sede di montaggio”.
Si tratta di una simpatica parodia del Tg5 confezionata in “salsa beneventana” da Ennio e Marco De Iapinis e Luca Del Vecchio.
Divertentissimo: visionare per credere!
ANNAMARIA GANGALE
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