Tutelare l'ambiente per ottenere la pace Ambiente

I cambiamenti climatici possono causare effetti disastrosi per alcuni territori rendendoli vulnerabili alle mire di imprese volte allo sfruttamento innescando conflitti. E’ quanto messo in luce nel corso del seminario “mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici per favorire la pace” tenuto dal prof. Alessio Valente del dipartimento di scienze e tecnologie dell’Università del Sannio. Il convegno si è svolto - come è prassi dall’emergenza sanitaria da Covid 19 - in diretta sul canale youtube dell’Unisannio.

Si tratta del secondo appuntamento di un ciclo di incontri - organizzati da Roberto Viorzo, professore di diritto internazionale e dell’Unione Europea all’Università del Sannio - che vertono sul tema della pace e si inseriscono nell’Ambito di RUNIPACE, la rete di 49 università italiane per la pace.

Runipace è un progetto promosso dalla CRUI - conferenza dei rettori delle Università italiane - immediatamente accolto da Gerardo Canfora, rettore dell’Ateneo sannita.

Filo conduttore di tali incontri, dunque, è la pace.

Pace intesa come costruzione di un mondo più equo dove tutti possono sviluppare le proprie capacità ed aspirazioni - ha precisato Canfora - ma anche come accesso equilibrato e consapevole alle risorse naturali.

Punto focale del Seminario è capire quali siano le problematiche reali causate dal cambiamento climatico.

Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature, nel 2019, afferma che i cambiamenti climatici possono determinare instabilità, e guerre.

Nel tempo, infatti, si è raggiunta la consapevolezza che le variazioni del clima si riflettono sulle società che vivono quelle variazioni o disastri ambientali.

Cosa innesca la situazione di conflitto?

L’alterazione delle condizioni atmosferiche si ripercuotono nel settore agricolo e dell’allevamento (siccità, alluvioni) con conseguente mancanza di risorse primarie come il cibo, specialmente per alcune popolazioni che per necessità si spostano in altri territori ma non sempre vengono accolte.

Eventi di cambiamenti climatici in realtà sono avvenuti anche nel passato: si parla di ultima glaciazione risalente a ventimila anni fa mentre centoventimila anni fa il clima era più caldo.

Le variazioni attuali differiscono per l’azione dell’uomo che ha modificato i cosiddetti gas serra (metano, anidride carbonica, ozono ed altri) che normalmente servono a mantenere costante la temperatura del pianeta.

Questi gas sono aumentati determinando il fenomeno del surriscaldamento Globale.

La condizione più drammatica si registra nelle zone più fredde della Terra dove i ghiacciai si sciolgono con la stessa rapidità con cui si scioglie un gelato sul cono.

La calotta artica che nel 1984 copriva l’intero mar Artico oggi è ridotta notevolmente. A ciò si aggiunge il disboscamento selvaggio in zone come la foresta Amazzonica.

Si è così venuta a creare una situazione paradossale con l’avanzamento della desertificazione da un lato e l’aumento del livello del mare dall’altro e che nel 2100 potrebbe provocare la scomparsa di parte di alcune città sul mare. E non serve guardare molto lontano, è sufficiente spostare l’osservazione alla realtà italiana dove i ghiacciai delle Alpi sono diminuiti del 60% dal 1920 ad oggi.

Le anomalie climatiche hanno subito negli ultimi 50 anni una accelerazione: l’aspetto preoccupante è che dal 2016 l’aumento della temperatura procede di pari passo all’aumento dell’anidride carbonica nell’aria.

Ciò significa sempre più anidride carbonica e sempre meno ossigeno.

Un tema attuale, dunque, e che riguarda tutti.

Quale strategia è possibile mettere in atto per arrestare o, almeno, rallentare questo fenomeno?

Nell’Accordo di Parigi gli Stati partecipanti hanno deciso di contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di due gradi centigradi, soglia oltre la quale sarebbe impossibile tornare indietro.

E’ necessario intervenire anche personalmente: ognuno di noi può fare la sua parte per invertire la rotta con piccoli gesti che possono rivelarsi fondamentali per la salvaguardia del pianeta: evitare sprechi energetici; scegliere fonti rinnovabili; optare per la mobilità sostenibile (bici, monopattini, trasporti pubblici); scegliere prodotti e servizi a chilometro zero; puntare ad una alimentazione consapevole scegliendo prodotti locali e di stagione; sensibilizzare i giovani verso una educazione ambientale.

Lo scenario futuro è quello di un crescente riscaldamento terrestre con conseguenze disastrose che saranno accusate maggiormente dai Paesi con evidenti fragilità. Tutelare l’ambiente significa tutelare ogni uomo. Questa è la vera pace.

ALESSANDRA GOGLIANO