Un nuovo acquedotto al servizio della Valle Caudina Ambiente

L’Alto Calore Servizi s.p.a, ha presentato presso la sala consiliare del comune di Montesarchio, il progetto già funzionante da alcuni giorni, del nuovo acquedotto realizzato nell’ambito del progetto di potenziamento ed interconnessione degli schemi idrici Alto Calore, Fizzo, Grotte con la falda profonda del Camposauro, nel tratto che va dal serbatoio di compenso del Fizzo alla città di Montesarchio. Il sindaco Antonio Izzo, ha ospitato i tecnici dell’Alto Calore, l’ing. Oreste Montano, redattore del progetto, l’ing. Eduardo Di Gennaro, direttore dei lavori, l’ing. Luigi Giorgione, ed il consigliere delegato del consiglio di amministrazione Franco Damiano, che hanno illustrato al pubblico presente, al sindaco Gennaro Paradiso di Bonea e Luigi Feola per Rotondi, l’importanza del progetto che soprattutto mira ad offrire un servizio di qualità agli utenti e nello stesso tempo alla salvaguardia delle riserve idriche delle falde esistenti. Il ramo di acquedotto costituisce solo una parte del sistema previsto con il progetto che intende perseguire l’obiettivo di assicurare il costante approvvigionamento idrico dei comuni delle aste Beneventane dell’acquedotto di “Normalizzazione del Calore”, in caso di guasti che periodicamente si verificano nel lungo tracciato delle tubazioni adduttrici da Cassano Irpino alla provincia di Benevento. Nello stesso tempo ha lo scopo di consentire l’integrazione degli schemi 143 Alto Calore- 54 Grotte- 100 Fizzo. Il ramo attivato fa parte del ramo di acquedotto che dai Campi Pozzi di Solopaca raggiunge Montesarchio con un precorso lungo circa 28.000 metri interessando anche i comuni di Melizzano, Frasso Telesino, S.Agata de’Goti, Moiano, Airola, Bucciano e Bonea. Il progetto, è partito nel 1997 ed entro l’anno verrà terminato il primo lotto di lavori. L’ing. Di Gennaro, ha sottolineato l’impegno economico dell’ente per la realizzazione dell’opera complessiva che è di circa 58 milioni di euro. L’ing. Montano, ha evidenziato l’importanza strutturale dell’opera che va a sostituire il vecchio acquedotto del Fizzo, realizzato negli anni 70-80 del secolo scorso, con la captazione delle acque dell’omonima falda a Bucciano e con tubazioni in cemento- amianto, usate in quel periodo negli acquedotti a bassa pressione, e che nel tempo hanno subito danni lungo tutta la portata con evidenti perdite lungo il percorso dell’acquedotto stesso, nonostante i continui interventi di riparazione. Oggi, le condutture sono realizzate in acciaio con condotte che hanno un diametro di 500 millimetri, e come ha spiegato l’ing. Montano, il potenziamento di questo acquedotto, consente il funzionamento anche in regimi di pressioni diverse e superiori a quelle progettate. Inoltre, con questo progetto si realizza una interconnessione fra le varie falde da cui viene prelevata l’acqua che consente la messa a riposo di alcune di esse, in particolare la falda del Fizzo ottenendo il rifacimento della stessa che scendendo ad un livello di guardia, potrebbe essere interessata da eventuali infiltrazione o sversamenti del fiume Isclero, notoriamente inquinato, con danno della potabilità della stessa falda. LUCIA DE NISI