Unesco Global Geoparks, l'Ente Parco Regionale Taburno Camposauro ufficializza la candidatura Ambiente

Dopo la presentazione dei 30 geositi censiti e analizzati dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie, che hanno riportato alla luce il reale patrimonio naturale e culturale esistente nell’Area Protetta, l’Ente Parco Regionale del Taburno Camposauro ufficializza la sua aspirazione a diventare “UNESCO Global Geoparks”.

A sostenere questa nomina e ciò che comporterà, c’è una comunità orgogliosa del luogo in cui vive e desiderosa di rafforzare e valorizzare il legame col territorio di appartenenza”, si legge nella nota ufficiale. I Comuni ricadenti nell’area del Parco hanno tutti espresso il proprio sostegno con atti amministrativi come pure le Associazioni operanti sul territorio che stanno dando un grandissimo contributo.

Riteniamo che il riconoscimento del Geoparco Unesco porterà ad un aumento del geoturismo e favorirà la creazione di nuove imprese locali che, a loro volta, porteranno alla creazione di nuove opportunità di lavoro e all'organizzazione di attività culturali ed educative di alta qualità. Ma il dato più significativo - conclude il presidente Costantino Caturano - è che ora possiamo davvero partire dalla ricerca e dagli studi di supporto alla candidatura, anche per la redazione del “Piano Parco”, il Puc dell’Area Protetta. Senza disporre di queste fondamentali informazioni, non era nemmeno possibile accedere a nuove forme di finanziamento, che interessano non solo l’Ente Parco ma anche i Comuni”.

La presentazione dello studio elaborato da docenti e dottorati del DST, arricchito da cartografie e bibliografie che presto saranno consultabili in rete da chiunque, è stata anche l’occasione per raccogliere il punto di vista della professoressa Maria Moreno, direttore del Dipartimento Scienze e Tecnologie dell’Università del Sannio.

Come è nata l’attiva collaborazione tra DST e Ente Parco?

L’idea è nata proprio avendo come finalità quella d’istituire una serie di attività che potessero poi portare il Parco alla candidatura di Geoparco Unesco.

Un lavoro che ha riscontrato un grande interesse, non solo accademico.

È stato un ottimo lavoro che ha prodotto un buon risultato anche dal punto di vista istituzionale. Si sono incontrate competenze diverse, esigenze diverse, si è saputo fare squadra per dare all’Ente Parco la possibilità di potersi organizzare con una serie di attività specifiche. La speranza di tutti è ora quella di raggiungere i risultati attesi.

Il lavoro di sinergia realizzato con l’Università, può servire da esempio a quello che dovrà seguire con i diversi Comuni dell’area?

Saremmo molto contenti se ciò avvenisse. In un’ottica collaborativa, non conviene a nessuno tirare acqua al proprio mulino, senza tener presente tutte le esigenze. In queste sfide, non ci sarà mai un vincitore: tutti dobbiamo essere consapevoli di questo. La collaborazione è in-di-spen-sa-bi-le.

Anche perché è un obiettivo di valorizzazione territoriale che guarda al futuro.

Assolutamente sì. Soprattutto verso i giovani, che possono identificare in questo Dipartimento ed in questo Ateneo la sede dove è possibile crescere culturalmente anche per affrontare al meglio queste problematiche: che sono del territorio, del Parco che hanno visitato da bambini, quindi problematiche di tutti. Ed è sicuramente una prospettiva migliore anche per noi, come Ateneo, che potrà formare laureati con particolari competenze perché sappiamo che il territorio sarà capace di accoglierli. A quel punto la nostra missione sarà davvero completa.

GIUSEPPE CHIUSOLO