Il Terminal autobus una vergogna infinita Cronaca

Stazioni, terminal e aeroporti sono la prima infrastruttura pubblica che un qualsiasi viaggiatore osserva appena giunto in una determinata località. Sono il primo impatto, il biglietto da visita e il “termometro” con il quale si valuta la cura e il riguardo che gli abitanti mostrano sia ai visitatori, sia nei confronti della propria città. Se diamo per vero che la prima impressione è quella che conta e che inesorabilmente ci condiziona nei giudizi, possiamo solo immaginare i pensieri che balenano nella mente di chi, dopo tanti chilometri passati in pullman, giunge a Benevento.

Il Terminal di Piazzale Venanzio versa, ormai da anni, in uno stato di caos e completo abbandono e nonostante i problemi si trascinino da moltissimo tempo, manca una precisa volontà di dare una sistemazione definitiva ad uno spazio così importante per la mobilità extraurbana che troppo spesso è stata sottovalutata. Situato in una posizione strategica, vicinissimo al centro storico, dovrebbe essere un punto di snodo importantissimo avendo il compito di accogliere proprio quei turisti che l’economia della città tanto ricerca per risollevarsi, ma che ben poco è disposta a fare per aiutarli a raggiungere la città nel migliore dei modi.

I problemi sono molteplici e nascono in buona parte dalla mancanza, o una miope applicazione, di un piano urbanistico adeguato che riservi proprio al terminal un posto di primo piano affinché sia fruibile e agevole sia per i viaggiatori in partenza che in arrivo; invece un’area cosi vasta si è trasformata, in anni di incuria, in un paesaggio desolato, quasi lunare, fatto di crateri e buche e dove regna il disordine più totale. Se il e il manto stradale è completamente da rifare, anche gli arredi segnalano lo scorrere del tempo e l’assenza di qualsivoglia manutenzione; stessa disattenzione che è riservata al verde pubblico che, invece di adornare elegantemente l’area, cresce incolto tra sporcizia e rifiuti di ogni genere.

In questo terminal manca la segnaletica, e i mezzi che vi transitano, concluso il loro slalom tra le insidie dell’asfalto,  si dispongono senza un criterio preciso in assenza di qualsiasi stallo che ne regoli la sosta, cosicché l’utente, per avere le necessarie informazioni, deve fare affidamento solo ed esclusivamente sulle insegne luminose dei parabrezza dei veicoli.

Qualora poi l’attesa si dovesse prolungare oltre tempo, l’intera area è sprovvista dei più elementari confort, fosse anche una semplice pensilina dove ripararsi dal sole o dalla pioggia e il viaggiatore si trova così completamente abbandonato a se stesso, senza servizi e senza alcun tipo di supporto che provvedi alle sue necessità o che lo guidi, attraverso un percorso con dei cartelli indicativi, nella direzione desiderata. Inoltre, nelle ore serali, i pullman lasciano il campo ai parcheggiatori abusivi, che approfittando dei pochi controlli e aiutati anche dalla cronica mancanza di spazi autorizzati per la sosta nelle strade adiacenti, si posizionano indisturbati e impuniti impadronendosi dell’intero piazzale.

Non è più tollerabile che un luogo così importante diventi terra di nessuno e non è più tollerabile che una città che tante volte dice di volersi proiettare nel futuro, disponga di infrastrutture così carenti e fatiscenti. Gli interventi sicuramente sono costosi, ma basterebbe già solo una cancellata, come visto in strutture simili di altri comuni, per regolare il traffico in entrata e in uscita, riservandolo solo ai mezzi autorizzati; in questo modo poi si eviterebbe lo scorrazzare degli automobilisti che ne percorrono l’interno schivando a gincana mezzi e pedoni, solo per transitare nella zona di Piazza Risorgimento senza le lungaggini del semaforo e del traffico all’incrocio presso la scuola media “Pascoli”.

Il terminal, da terra di nessuno, dovrebbe tornare a essere il primo tassello di una rinnovata mobilità pubblica e inserito in un sistema-trasporti più ampio e che coinvolga l’intera pianificazione provinciale e interprovinciale. In una città senza aeroporto e senza collegamenti ferroviari decenti, potrebbe diventare un punto davvero importante per l’intera area del Sannio e seguendo l’esempio lanciato da Italo con i pullman dedicati per i viaggiatori dell’alta velocità, si potrebbero prevedere delle navette riservate esclusivamente ai trasferimenti da e per l’aeroporto internazionale di Capodichino, coordinando gli orari e i flussi direttamente con le compagnie aeree interessate.

In tempi di spending review affrontare certe spese, soprattutto per un comune finanziariamente così in dissesto come il nostro,non è semplice, ma sarebbe bene distinguere tra sprechi e investimenti, e solo concentrandosi sui secondi si può tentare di risollevare una città così antica che non merita di certo trascuratezza e arretratezza.

ANTONINO IORIO