In calo l'età in cui i giovanissimi accedono per la prima volta ai siti porno Cronaca

Minori e pornografia: è decisamente in calo l’età in cui i giovanissimi accedono per la prima volta ai siti porno. Secondo l’ultimo libro della giornalista Lilli Gruber, il cui titolo evito di riportare perché è piuttosto volgare, già a 12 anni i ragazzi vanno in cerca di video porno.

Non è la prima volta che un saggio racconta una realtà che è sotto gli occhi di tutti, ma che molti di noi ignorano (o fingono d’ignorare). Era il 2007 quando un altro libro shock, intitolato “Ho 12 anni, faccio la cubista, mi chiamano Principessa”, denunciava il mondo delle discoteche pomeridiane per giovanissimi, dove ragazzini e ragazzine in età compresa tra gli 11 ed i 14 anni, quindi studenti delle scuole medie, si dedicavano alle stesse attività che i loro fratelli e sorelle maggiori praticavano nelle discoteche notturne, in particolare il sesso occasionale con sconosciuti o quasi. L’autrice del libro, Marida Lombardo Pijola, aveva raccolto il materiale da blog di giovanissimi.

17 anni dopo, il mondo è cambiato sotto molti aspetti, è cambiata internet, ma ciò che non è cambiato è il fatto che l’attrazione per il sesso comincia in età sempre più verde. E la pornografia è praticamente alla portata di chiunque. Se è vero che piattaforme come OnlyFans sono a pagamento e quindi difficilmente un dodicenne potrà accedervi, a meno di non rubare la carta di credito di uno dei genitori, siti quali Youporn e Pornhub sono invece totalmente gratuiti. Per visualizzare i filmati a disposizione su questi siti, basta rispondere Sì alla domanda “sei maggiorenne?”.

Sono ben lontani i tempi dei cinema porno, delle edicole che tenevano riviste e videocassette hard nel retrobottega, o delle reti locali che dopo la mezzanotte mandavano in onda ogni genere di perversione. Ed i tanto vituperati film pruriginosi degli anni ’70 con Edwige Fenech o Gloria Guida (un genere per il quale la critica coniò il termine “ginecomico”) sono davvero roba da educande se paragonati a ciò che si può trovare su certi siti, dove i filmati hard sono classificati per categorie, in modo da soddisfare tutti i gusti.

Tutto ciò accade in un paese dove l’educazione sessuale nelle scuole fa fatica a prendere piede, dove insegnanti e dirigenti scolastici giocano allo scaricabarile, anche a causa delle ritrosie di molti genitori. Ma i più giovani, se non vengono impartite loro queste fondamentali nozioni a scuola o in famiglia, finiranno comunque per cercare delle risposte alle domande che sorgono inevitabilmente ad una certa età. Sarà colpa della tv, che li bombarda di messaggi a sfondo sessuale a tutte le ore; sarà certamente colpa anche della rete, dove come ho già detto i contenuti a sfondo erotico sono sempre dietro l’angolo anche nei siti apparentemente più sicuri (ed a poco servono i sistemi di blocco parentale); fatto sta che queste risposte arriveranno dai filmati pornografici, dove il sesso è soprattutto violenza e sopraffazione.

Ed il risultato di questi pessimi insegnamenti è sotto gli occhi di tutti: così come si abbassa l’età in cui i nostri figli guardano i porno, allo stesso modo si abbassa l’età in cui iniziano a scambiarsi tra loro foto e filmati di nudo. Da cui poi iniziano i ricatti sessuali, il revenge porn e tutta una serie di comportamenti che sono niente di più che l’imitazione di pratiche in uso tra gli adulti.

Mettere i paraocchi ai figli è impossibile, ma è altresì inutile nascondere la testa sotto la sabbia. Alle domande dei bambini, dei ragazzi, anche alle più scomode, bisogna dare una risposta. Forse nessun genitore si sente pronto al fatidico momento, ma tirarsi indietro o cercare di rimandare porta solo a spingere i figli a cercare quelle risposte altrove. Ed a nessun genitore piacerà quello che il proprio figlio troverà in questo modo.

CARLO DELASSO