L'acquisto di Twitter può determinare il futuro di molti Cronaca

Elon Musk e Twitter, la telenovela continua. Non è ancora possibile conoscere il finale della storia dell’acquisizione del noto social network, uno dei più popolari (e quindi redditizi) del mondo da parte dell’uomo più ricco del pianeta. Un affare da 43 miliardi di dollari, pari al prodotto interno lordo di una piccola nazione.

Era lo scorso 14 aprile quando il magnate sudafricano lanciò la sua offerta d’acquisto. Musk, il cui patrimonio attuale ammonta ad oltre 300 miliardi di dollari, è una figura piuttosto singolare. La sua fortuna ebbe inizio nei primi anni del nuovo millennio. Il suo primo affare d’oro fu la vendita del sito di pagamenti online PayPal alla piattaforma di vendite eBay nel 2002. Da allora la sua fortuna è cresciuta ad un ritmo vertiginoso: se vent’anni fa era milionario, dieci anni fa è diventato miliardario ed oggi è a tutti gli effetti il Paperon de’ Paperoni del mondo reale.

È proprietario di Tesla, azienda produttrice di auto elettriche, ma il suo giro d’affari include altri settori quali lo sviluppo di software per l’intelligenza artificiale e l’industria aerospaziale. Sua ambizione è quella di varare la prima crociera nello spazio per privati, purché in grado di pagare un biglietto a molti zeri per salire sulla sua astronave. A differenza di altri nababbi dell’informatica, è laureato in Economia. Non è estraneo a bizzarrie: per dirne una, nel 2020 ha battezzato suo figlio con il nome alquanto singolare di “X AE A-XII” (non chiedetemi come si pronuncia).

Ebbene, per un uomo così staccare un assegno di 43 miliardi di dollari non è una cosa difficile, ma a quanto pare l’acquisto di Twitter si sta rivelando più complicato del previsto. Innanzitutto, un multimiliardario che entra in possesso di un social con oltre 300 milioni di utenti attivi quali conseguenze può avere sull’economia e sulla vita politica degli Stati Uniti e del mondo? Musk ha annunciato che, una volta a capo dell’azienda, revocherà il bando di Donald Trump. L’ex presidente americano è stato infatti bandito a vita da Twitter dopo che nel 2020 incitò i suoi elettori alla rivolta contro i presunti brogli elettorali che avevano portato all’elezione di Biden alla Casa Bianca. Rivolta che poi ebbe luogo il 6 gennaio 2021, con l’assalto al Campidoglio da parte di accaniti sostenitori di Trump, e che causò anche quattro morti tra gli assalitori ed uno tra le forze dell’ordine.

Inoltre, dopo l’offerta iniziale Musk si è tirato indietro, chiedendo che Twitter gli fornisca i dati sugli utenti. Il sospetto del magnate è infatti quello che un numero consistente di account su Twitter, almeno il dieci per cento, siano fasulli. Se un decimo degli utenti di Twitter non sono reali, allora anche il valore del social va ridimensionato e così l’offerta d’acquisto. Twitter è titubante nel mostrare i dati relativi ai propri iscritti, così Musk ha rilanciato dichiarando che, se davvero il numero di utenti reali è sopravvalutato, allora il numero di dipendenti dell’azienda andrà ridotto della stessa misura. Il che si tradurrebbe nel licenziamento del 10% dei dipendenti di Twitter, se l’acquisizione andasse in porto.

Potete dunque comprendere come quest’operazione, che se fosse conclusa sarebbe il più importante acquisto di un’azienda da parte di un privato nella storia dell’economia di tutti i tempi, abbia delle conseguenze rilevanti non solo sul piano economico, ma anche su quello politico e sociale globali. Lo shopping dell’uomo più ricco del mondo può determinare il futuro di molti.

CARLO DELASSO