Il dramma disoccupazione sempre attuale Enti

Per il prorettore Bencardino il futuro appare più roseo per i laureati del nostro ateneo che tendono ad inserirsi nel tessuto produttivo locale Svimez: \"Occupati in crescita nel sud, ma uno su due ha la licenza media\". Noi: \"Anche un laureato su due è già per strada col cappello teso\". E’ il titolo di un articolo redatto dal collega giornalista Rosario Lavorgna, il quale fa una lucida analisi della disoccupazione in Campania e nel Sannio, ricercandone anche le cause che la determinano. Difatti Lavorgna scrive: “In effetti lo Svimez non ha scoperto l\'acqua calda riferendoci che al sud gli occupati sono in stragrande maggioranza gli appartenenti all\'area manovalanza, con titoli di studio che vanno dalla quinta elementare alla terza media. Discorso più complesso, ed inaffrontabile in questa sede è quello sulle agenzie interinali e le relative decurtazioni sugli stipendi degli assunti. Ma di tutto questo le agende dei politici sono stracolme, ed è evidente che ciò sfugge alle statistiche nel nostro Paese. Il problema drammatico è se si possiede una licenza liceale o classica, o se si è avuti la sfortuna (già, perché oggi è una sfortuna) di laurearsi. In questi due ultimi casi –incalza Lavorgna nell’articolo- nel Mezzogiorno d\'Italia oramai da anni non c\'è nulla per nessuno; e se per caso per abbreviare i tempi d\'attesa o d\'agonia ci si rivolge a qualche politico la cui influenza è pari solo alla propria arroganza e disprezzo, allora per il laureato non c\'è scampo”. E qui il giornalista riporta per la cronaca un episodio di vita vissuta. Dice infatti: “Una volta mi sono trovato a dover consolare un mio amico laureato perché recatosi da un politico di nota area a chiedere molto umilmente una speranza di lavoro per lui coniugato e con prole, il politico con un ghigno beffardo gli ha consigliato di emigrare in Svizzera ed aprirsi un bar. E\' evidente che sia lo Svimez che tutti gli istituti di statistica in Italia partono da presupposti che non sempre coincidono con la realtà effettiva delle cose”. L’analisi di Lavorgna trova conferma anche in uno studio effettuato dall’Università del Sannio. Ne abbiamo parlato con il prorettore, Filippo Bencardino, che spiega: “L\'Università del Sannio ha avviato una ricerca sulla condizione dei propri laureati, che sarà pubblicata di recente. Si tratta di una prima indagine, cui seguiranno altre indagini e riflessioni. Il problema dell\'occupazione nella nostra provincia e nel Mezzogiorno esiste e si presenta nuovamente attraverso una emigrazione che questa volta interessa le fasce più qualificate della popolazione giovanile. Ciò rappresenta un ulteriore danno per il nostro territorio perchè colpisce risorse umane che dovrebbero rappresentare l\'elemento del cambiamento e su cui noi abbiamo investito molto. Le ragioni sono molteplici; causa principale è comunque la debolezza dell\'apparato produttivo”. Quale la soluzione prospettata dal prof. Bencardino, allora? “E\' necessario investire sul capitale umano”, -risponde- “creando figure professionali che abbiano un impatto positivo sull\'economia del nostro territorio. Per ottenere questo risultato è indispensabile una coerenza tra progetto di sviluppo e percorso formativo, da perseguire attraverso la concertazione tra tutti i soggetti istituzionali pubblici e privati”. Ed infine conclude con una nota di ottimismo: “Elemento positivo che emerge anche da questa prima indagine condotta sui laureati del nostro Ateneo è che una forte percentuale di laureati si è inserita nel tessuto produttivo locale, grazie alla localizzazione nella provincia di Benevento di imprese ad alta tecnologia e grazie anche ad una nuova mentalità che i nostri giovani dimostrano di avere, che consente loro di non inseguire più il \"posto fisso\" ma di diventare \"imprenditori\". Questo risultato è anche un successo del nostro Ateneo, che investe molto sullo \"spirito imprenditoriale\" come elemento di sviluppo e questo è anche qualcosa che ci spinge ad essere ottimisti per il futuro”. Voi lettori che ne pensate? Ci piacerebbe conoscere le vostre opinioni e testimonianze su un problema che purtroppo resta di stretta attualità.

LUCIA GANGALE