San Giorgio La Molara rende omaggio al grande Nicola Ciletti Enti
Il Comune di S. Giorgio La Molara ha reso omaggio ancora una volta ad un suo
grande figlio: Nicola Ciletti, il pittore che nelle tele ha testimoniato l’anima del suo
paese cogliendone la sacralità nel paesaggio e negli uomini che l'abitano.
Organizzata nel restaurato Convento dei Domenicani una mostra ha portato all'attenzione dei visitatori, moltissimi provenienti da Benevento e da altre città malgrado la giornata tempestosa e rigida, numerose, opere che completano il Patrimonio sparso in tutto il mondo, ovunque oggetto di attenzione e di ammirazione. Reca ognuna nel tratto il patrimonio di arte e dì umanità che ha caratterizzato il pittore, espressione di una vita di studio e di impegno artistico e politico ancora in parte da evidenziare.
A parlare di lui la prof.ssa Mariantonietta Picone Petrusa dell'Università di Napoli “Federico II” ed altri che da lui hanno attinto l'amore per la pittura o che di lui hanno scritto attratti da una personalità dì grande forza.
Particolare ammirazione ho provato per il quadro "Messa di mezzanotte". Figure di fedeli sono dinanzi ad una chiesa che nella notte emana luce. L'autenticità delle loro figure avvolte negli scialli e nelle lunghe vesti di un tempo passato si sposa come per miracolo all'incanto di un momento sacro collocando fuori del tempo forme e colori. Mi sento sospesa, senza il peso dei tempo, senza confini di spazio, fruitrice di un'aura che già altre volte mi è apparse dinanzi a quadri di Nicola Ciletti.
Mi sovvengono alla memoria i momenti della sua vita culturale, di artista presente in moltissime mostre, amico di spiriti insigni con i quali in Napoli costituisce importanti cenacoli, suscitatore di innumerevoli commenti ammirati nei giornali di tutto un secolo, creatore di una scuola di disegno, pittura e decorazione, la “Bottega d’Arte” dove giovani lavoratori, nelle ore della sera, si aprono al senso dei bello e dell'utile, apprendendo il disegno geometrico, professionale, architettonico, e artistico insieme con l'arte del decorare una scuola che produce lavori che raggiungono le fiere di Bari e di Milano, meritando medaglie e riconoscimenti, vanto della città di Benevento.
Ripenso al suo impegno di amministratore che dà intelligenza ed energie a San Giorgio La Molara, alla sensibilità verso il mondo dei lavoratori dei campi dei quali misura il dolore per l’amaro destino di fatica e di miseria: il gruppo di diseredati colti nell'abbandono di una pausa, che al Maschio Angioino attirava l'ammirazione di tanti visitatori nella Mostra tenutasi qualche mese fa, esprimeva insieme rassegnazione e forte condanna, Nell'articolo di un suo giovane ammiratore si legge. “Ciletti è il poeta della nostra gente, il custode delle nostre Memorie più intime, il profeta dei diseredati, degli ultimi, degli appartenenti ad un misterioso popolo di vinti”. E ancora: “Ciletti è la nostra forza, la nostra bandiera”.
Auspico che il suo nome, come una bandiera, sventoli sul Liceo Artistico di Benevento, a testimonianza di una presenza che onora e onorerà sempre la nostra terra e a dimostrazione che l'oblio non riesce ad averla vinta là dove si coltiva l’amore per la bellezza e si apprezzano i valori umani.
DOMENICA ZANIN
(Realtà Sannita anno XXV – n.9 / 16-31 maggio 2002 pag.3)
Organizzata nel restaurato Convento dei Domenicani una mostra ha portato all'attenzione dei visitatori, moltissimi provenienti da Benevento e da altre città malgrado la giornata tempestosa e rigida, numerose, opere che completano il Patrimonio sparso in tutto il mondo, ovunque oggetto di attenzione e di ammirazione. Reca ognuna nel tratto il patrimonio di arte e dì umanità che ha caratterizzato il pittore, espressione di una vita di studio e di impegno artistico e politico ancora in parte da evidenziare.
A parlare di lui la prof.ssa Mariantonietta Picone Petrusa dell'Università di Napoli “Federico II” ed altri che da lui hanno attinto l'amore per la pittura o che di lui hanno scritto attratti da una personalità dì grande forza.
Particolare ammirazione ho provato per il quadro "Messa di mezzanotte". Figure di fedeli sono dinanzi ad una chiesa che nella notte emana luce. L'autenticità delle loro figure avvolte negli scialli e nelle lunghe vesti di un tempo passato si sposa come per miracolo all'incanto di un momento sacro collocando fuori del tempo forme e colori. Mi sento sospesa, senza il peso dei tempo, senza confini di spazio, fruitrice di un'aura che già altre volte mi è apparse dinanzi a quadri di Nicola Ciletti.
Mi sovvengono alla memoria i momenti della sua vita culturale, di artista presente in moltissime mostre, amico di spiriti insigni con i quali in Napoli costituisce importanti cenacoli, suscitatore di innumerevoli commenti ammirati nei giornali di tutto un secolo, creatore di una scuola di disegno, pittura e decorazione, la “Bottega d’Arte” dove giovani lavoratori, nelle ore della sera, si aprono al senso dei bello e dell'utile, apprendendo il disegno geometrico, professionale, architettonico, e artistico insieme con l'arte del decorare una scuola che produce lavori che raggiungono le fiere di Bari e di Milano, meritando medaglie e riconoscimenti, vanto della città di Benevento.
Ripenso al suo impegno di amministratore che dà intelligenza ed energie a San Giorgio La Molara, alla sensibilità verso il mondo dei lavoratori dei campi dei quali misura il dolore per l’amaro destino di fatica e di miseria: il gruppo di diseredati colti nell'abbandono di una pausa, che al Maschio Angioino attirava l'ammirazione di tanti visitatori nella Mostra tenutasi qualche mese fa, esprimeva insieme rassegnazione e forte condanna, Nell'articolo di un suo giovane ammiratore si legge. “Ciletti è il poeta della nostra gente, il custode delle nostre Memorie più intime, il profeta dei diseredati, degli ultimi, degli appartenenti ad un misterioso popolo di vinti”. E ancora: “Ciletti è la nostra forza, la nostra bandiera”.
Auspico che il suo nome, come una bandiera, sventoli sul Liceo Artistico di Benevento, a testimonianza di una presenza che onora e onorerà sempre la nostra terra e a dimostrazione che l'oblio non riesce ad averla vinta là dove si coltiva l’amore per la bellezza e si apprezzano i valori umani.
DOMENICA ZANIN
(Realtà Sannita anno XXV – n.9 / 16-31 maggio 2002 pag.3)