Vittorio Sgarbi alla Festa del Grano Enti

Il professore ferrarese Vittorio Sgarbi è stato ospite alla Festa del Grano, il 16 agosto per la sfilata dei carri. Egli ha visitato l’Eremo di San Michele Arcangelo, ha osservato le tele delle chiese di Santa Maria di Costantinopoli e del SS. Corpo di Cristo, si è fermato alcuni minuti ad una mostra di oggetti e manufatti in ferro battuto. Si è soffermato nel pomeriggio nuovamente ad ammirare i carri in Piazza Fiamme Gialle, guardato i dettagli architettonici delle opere riprodotte, dei monumenti, realizzati con gli steli di grano dai “Maestri dell’Intreccio”. Il critico d’arte ha concesso un’intervista per i lettori di Realtà Sannita.

La Festa del Grano è legata all’Arte dell’Intreccio. Prof. Sgarbi quali elementi caratteristici sono balzati alla sua attenzione nell’osservare i carri, i monumenti che riproducono l’intera penisola?

Ma c’è una qualità di esercizio, di mestiere piuttosto diffusa e poi c’è qualche interpretazione più sofisticata come lo esprime la presentazione di San Bernardino all’Aquila, che mi è sembrata particolarmente riuscita e c’è comunque l’idea di restituire attraverso le spighe e attraverso quello che i campi producono ciò che l’uomo ha reso, invece, imperituro nella pietra e quindi una specie di punto di congiunzione tra il mondo agricolo e il mondo cittadino. Dal punto di vista della miniatura e della rappresentazione delle architetture c’è evidentemente l’idea di lavorare su una dimensione intermedia fra la dimensione naturale e quella diciamo del piccolo plastico. Ma sono vere e proprie architetture, sono vere e proprie facciate hanno un impegno che è non soltanto di riproduzione ma anche di interpretazione.

Con semplici aggettivi come definisce la Festa del Grano in onore di San Rocco?

E’ un modo molto originale, io sono abituato a vedere festeggiare San Giuseppe nei luoghi dove è accaduto di essere sindaco a Salemi (TP), dove c’è la festa del pane, dove ci sono grandi riproduzioni di architetture fatte con il pane, sculture di pane, che rientrano nello spirito analogo qui si passa dalle spighe al pane, si passa dal pane all’architettura e qui dalla spiga all’architettura. D’altra parte anche a San Biagio Platani, in provincia di Agrigento ci sono delle costruzioni di altrettante feste che idealmente potrebbero darsi la mano tra Sicilia e Campania. Questa interpretazione è propria e originale di Foglianise, ma lo spirito io lo conosco e lo guardo con molta attenzione.

Secondo lei come viene considerata la cultura nell’agenda del Governo Renzi?

E’ considerata come deve essere considerata e nel primato dell’Italia occorre dare il peso che ha. Nel bilancio dello Stato che non è abituato a valutare il peso della cultura in termini economici e soprattutto in relazione al turismo il cui ministero è stato cancellato da un referendum. I problemi che viviamo non sono relativi all’attuale Ministro, ma alla concezione diminutiva e del valore dell’arte, che è stata più una visione conservativa, che una visione di promozione. Oggi immagino che la consapevolezza del ministro dei Beni Culturali e del premier sia più viva, questa attenzione e quindi si possa con una certa fatica, in un certo scongelamento di pregiudizi, di interpretare e di rendere concreta a distanza i beni culturali come grandi attrattori.

Prof. Sgarbi lei oggi è nella città natale di Nicola De Maria, definito “uno dei magnifici cinque della Transavanguardia”. I suoi colori e i soggetti impressi sulle tele quale messaggio vogliono diffondere nel terzo millennio?

Nicola De Maria è un buon artista decorativo che rientra in una corrente che ha avuto fortuna. Non credo che quello che lui lascia debba cambiare la storia, è un fenomeno di eleganza, uno dei più eleganti del gruppo della Transavanguardia. Mi pare che non ci siano energie o interpretazioni innovative, tali da renderlo un autore essenziale. E’ uno degli autori del secondo novecento che si guarda con attenzione e con rispetto. E tra quelli della Transavanguardia è uno di quelli che ha coltivato l’idea diciamo moderna, più astratta legata alla figura umana.

Che ricordo porterà con sé della Festa del Grano?

Quando sono arrivato questa mattina non mi aspettavo di vedere delle cose così creative e cosi vive di intelligenza anche materiale e quindi posso dire che ne porterò una impressione viva e attiva.

NICOLA MASTROCINQUE  

Altre immagini