Lo chef Alessandro Borghese ha presentato a Benevento il suo ultimo libro di ricette In primo piano

I giovani sono il futuro della cucina italiana”, così lo chef Alessandro Borghese si è rivolto agli studenti dell’Istituto per Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità di Castelvenere, nel corso della presentazione stamani, presso la Camera di Commercio di Benevento, del suo libro di ricette “L’abito non fa il cuoco” (Rizzoli editore).

Ospite del XIX Convegno della Società Italiana di Economia Agro-alimentare in corso di svolgimento all’Università degli Studi del Sannio, il noto e apprezzato chef televisivo Alessandro Borghese ha potuto sperimentare i prodotti tipici sanniti cucinando direttamente ad un incontro organizzato giovedì sera nel Sannio.

E a Benevento, questa mattina, si è infatti discusso di prodotti tipici locali, affrontando il tema da due punti di vista: l’etica e il territorio.

Moderati dal giornalista eno-gastronomico Luciano Pignataro, sono intervenuti, oltre al presidente dell’Ente camerale, Gennarino Masiello, all’assessore all’Agricoltura della Provincia di Benevento, Carmine Valentino, al coordinatore regionale alle Attività produttive, Francesco Massaro, Francesco Piazza, docente di Etica all’Ateneo sannita, Gaetano Pascale di Slow Food Campania, Reodolfo Antonio Mongillo, dell’Istituto per Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità alberghiera “G. Salvatore” di Castelvenere. Hanno, inoltre, portato la loro testimonianza i rappresentanti di importanti aziende locali: Ocone – Agricola Del Monte; Cantina Sociale di Solopaca e Cantina Sociale del Taburno.

Uno chef gentiluomo – il prof. Piazza ha richiamato il sottotitolo del libro – che espone il cammino della sua esistenza da diversi livelli: innanzitutto il contesto, l’ethos, in cui matura la sua sensibilità e poi l’attitudinalità, ovvero la disposizione a voler capire come si tutela la salute e la tipicità”.

I cuochi – ha dichiarato Pascale di Slow Food – sono i migliori alleati dei contadini. Al momento, però, l’agricoltura legata alla tipicità è in sofferenza. Per questa ragione bisogna spingere molto sulla territorialità e sulla stagionalità”.

 

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