Abbate (Noi Campani): ''Una nuova edilizia pubblica orientata anche a bellezza e qualità della vita'' Politica
“La Regione può e deve essere promotrice di un nuovo grande piano dedicato all’edilizia pubblica. Quando sono negati diritti fondamentali come quello ad avere la certezza di un’abitazione, in discussione finiscono i presupposti della civica convivenza. D’altra parte, l’opportunità di un maggiore coinvolgimento della Regione è stata ribadita proprio durante l’emergenza sanitaria, i cui effetti sono stati fronteggiati anche con il protagonismo diretto e straordinario dell’amministrazione guidata da Enzo De Luca che non ha avuto timore di assicurare le risorse per adeguare fino a mille euro le pensioni minime”. E’ questa l’idea di Gino Abbate, candidato sannita alle regionali per la lista ‘Noi Campani’.
“L’intervento della Pubblica Amministrazione, in questo
caso - spiega l’esponente mastelliano -, si è mostrato efficace e
concretamente di aiuto per affrontare i bisogni. La proposta di Noi
Campani è riscoprire anche nel settore dell’edilizia, le soluzioni
ed i modelli che hanno già mostrato nel tempo una propria validità:
sulla scorta di quanto avvenne con il Piano Ina-Casa, passato alla
storia come piano Fanfani. Un programma che a differenza dei progetti
sperimentati successivamente, non aveva solo in animo di assicurare
un tetto, ma che aveva come obiettivo anche quello di migliorare la
qualità della vita dei residenti. Nei progetti di quelle abitazioni
erano inseriti accorgimenti per rendere gli stabili non solo
funzionali ma anche belli: per rendere gradevoli gli edifici
importanti opere furono commissionate a tanti artisti italiani,
interventi la cui presenza incideva anche sui collaudi finali.
Un modello anni luce distante da quello che è stato poi utilizzato nei decenni successivi, con la creazione di quartieri dormitorio, spesso divenuti luoghi del degrado immediatamente dopo l’ultimazione. Vivibilità, servizi adeguati, accesso alle tecnologie, sono solo alcuni dei presupposti imprescindibili di una nuova concezione dell’edilizia pubblica. Non ci si deve accontentare di rimettere in moto la macchina - conclude Abbate - ma bisogna farla correre ad una velocità adeguata alle esigenze dei cittadini ed alle prospettive del futuro. Non servono ricette fantascientifiche e non bisogna cedere il passo al populismo, bisogna riscoprire e valorizzare tutto quanto di buono è stato fatto per rendere unico il nostro Paese e la nostra Regione”.