Elezioni provinciali del 31 ottobre, la scelta è tra Damiano e Di Maria Politica

Il binomio è quello pronosticato già da qualche tempo: Franco Damiano, sindaco di Montesarchio, ed Antonio Di Maria, primo cittadino di Santa Croce del Sannio, si sfideranno, mercoledì 31 ottobre, per succedere a Claudio Ricci alla presidenza della Rocca dei Rettori.

Ed anche questa volta la scelta avverrà con la tanta vituperata legge 56/2014, da tanti condannata, che però nessuno ha avuto la forza, ma anche il coraggio, di cambiare. Anzi, non abbiamo assistito a nessun tentativo per ridare la parola ai cittadini - elettori, quindi saranno ancora sindaci e consiglieri comunale a decidere. La modifica è scritta nel “patto” dell’attuale Governo giallo-verde? Fino ad ora nessuno se n’è minimamente accorto!

Comunque, per lo “scontro” dell’ultimo giorno di ottobre, Di Maria è il candidato di un centrodestra che sembrerebbe unito e compatto (oltre ai “mastelliani”, che fin dal primo momento hanno puntato su di lui, certo anche l’appoggio di Forza Italia, compreso il gruppo ancora legato alla girovagante De Girolamo, che nei giorni scorsi per il compleanno ha ricevuto una “calda” ed apprezzata telefonata da Berlusconi ma anche una breve visita di Salvini alla festa organizzata, di Fratelli d’Italia, come ha ribadito Federico Paolucci, di “Progetto Sannio” di Vittorio Fucci,  ed anche dei “salviniani” di Luca Ricciardi, che continua a battersi per un centrodestra unito), mentre Franco Damiano correrà in rappresentanza di un centrosinistra che dovrebbe basarsi soltanto sui voti di sindaci e consiglieri comunali di fede  Partito Democratico, forse anche con qualche defezione se consideriamo che Giorgio Nista ha accompagnato Di Maria alla presentazione della candidatura. Troppo poco per Damiano? Si saprà soltanto il 31 ottobre, quando, alla fine del voto (alle 23.00), inizierà immediatamente lo spoglio delle 936 schede di sindaci e consiglieri comunali aventi diritto al voto. E sarà, certamente, una notte lunghissima per spoglio e conteggi.

Già si sono chiamati fuori, quindi non voteranno, i sette consiglieri di fede Movimento 5 Stelle (due di Benevento, tre di Montesarchio, uno di San Giorgio del Sannio ed Airola), che contestano sia la legge che il sistema di voto (ma niente hanno fatto fino ad ora per cambiare le cose!) e non intendono, in questo momento, venire a patti con nessuno. Può darsi che a gennaio, quando dovrà essere rinnovato l’intero Consiglio provinciale, l’atteggiamento cambierà, ed i “grillini” saranno presenti con una propria, autonoma, lista.

Da tempo si era capito che il centrodestra avrebbe puntato su Antonio Di Maria, mentre “l’incoronamento” di Franco Damiano da parte del Partito Democratico non è stato facile (ed anche indolore?), e c’è voluta una lunga “esplorazione” del segretario Valentino, dal momento che i  candidati erano molti (Carofano, Napoletano, Agostinelli, Panza ed anche qualche altro).

La platea dei votanti sarà di 936 elettori, cioè 78 sindaci ed 858 consiglieri, ripartiti in cinque fasce. La prima annovera soltanto Benevento con 33 elettori, il cui voto in base all’indice di ponderazione, ha un valore di ben 654 voti; nella seconda fascia figurano Montesarchio e Sant’Agata con 17 elettori ciascuno (valore voto 253); altri 91 elettori sono espressi da 7 Comuni (Airola, Apice, Guardia Sanframondi, Telese Terme, San Bartolomeo in Galdo e San Giorgio del Sannio) con indice di 177 voti ponderati; 221 elettori in 17 Comuni, quelli tra 3.000 e 5.000 abitanti, con un indice di 100 voti ponderati; infine 557 elettori totalizzano altri 51 Comuni, quelli al di sotto dei 3.000 abitanti con 56 il valore del voto.

Quale scenario da questi dati? Una cosa semplice: che Damiano dovrebbe andare bene nelle fasce medio-basse, ma ciò potrebbe non bastargli perché Di Maria sembrerebbe il favorito grazie soprattutto ai voti del capoluogo che, come abbiamo visto, valgono tantissimo. E se consideriamo che ai voti dell’attuale maggioranza di Palazzo Mosti potrebbero aggiungersi quelli di Marcellino Aversano e Delia Delli Carri (del gruppo “I responsabili”) e di Pina Pedà, che oramai fa parte dei “salviniani”, si ricava che Di Maria veramente potrebbe fare il boom al Comune capoluogo, lasciando pochissimo spazio a Damiano.

A dire la verità negli ultimi giorni Damiano ha cercato anche la “sponda” del governatore De Luca per tentare il recupero, ma non si sa quanto potrebbe bastargli,  se si considera che anche “Alternativa Popolare” di Luigi Baronem(sempre vicina al Pd) potrebbe alla fine virare su Di Maria e sul centrodestra, come già verificatosi recentemente per l’Ato Rifiuti.

Partita, quindi, quasi chiusa con la vittoria di Di Maria? In politica, si sa, niente può essere dato per certo e scontato, l’imponderabile è sempre dietro l’angolo. E, non dimentichiamolo, questa volta a decidere sarà proprio quel voto “ponderato”, che la scorsa volta costò tantissimo a Giorgio Nista che, considerando i voti individuali, aveva avuto la meglio su Claudio Ricci. Anche per questo la notte del 31 ottobre sarà lunga, difficile e piena di calcoli!

GINO PESCITELLI