Recovery Plan, Pedicini: ''Chiediamo più risorse per le aree al alto tasso di disoccupazione e più impegno per l'ambiente'' Politica

Il Recovery Plan deve essere l’opportunità per le aree più depresse dell’Unione europea (in italia il Mezzogiorno) per recuperare quelle disparità economiche e sociali che la crisi economica in atto ha accentuato. Ieri nelle commissioni Affari economici e Budget, è stato presentato un testo che cambia il metodo di calcolo per la concessione del contributo finanziario massimo, rispetto a quanto proposto dalla Commissione, e che sarà diverso tra il periodo 2021-2022 e il periodo 2023-2024. In sostanza il criterio della disoccupazione verrà considerato solo fino al 2022”. Così l’eurodeputato e portavoce del M5S Piernicola Pedicini.

Noi - spiega - avevamo chiesto a più riprese che nella distribuzione dei fondi, si stabilisse un principio che tenesse conto delle differenze territoriali di partenza, dando priorità alle aree più economicamente depresse e con alto tasso di disoccupazione. Questo perché se l’obiettivo del Piano europeo è annullare la disparità economica tra le regioni meno sviluppate e quelle più sviluppate, creando una situazione di equilibrio, va da sé che le zone che partono in una situazione di svantaggio, necessitano di maggiori risorse.

Altro tassello importante di questo puzzle che si sta componendo - aggiunge l’eurodeputato - riguarda l’attenzione all’ambiente. E’ necessario che tutte le iniziative che verranno sostenute con le risorse del Recovery plan siano ecosostenibili. Ieri in Commissione è stato stabilito che le progettualità che verranno finanziate ‘non dovranno arrecare danni significativi’, secondo dei parametri che dovranno essere definiti a breve.

Avremmo preferito che già da oggi si scrivesse nero su bianco che nessun progetto che riguardi i combustibili fossili, i termovalorizzatori, la disattivazione o la costruzione di centrali nucleari, tanto per citarne alcuni, verrà finanziato. Così come peraltro avevo proposto con un emendamento. Ma non siamo ancora arrivati a questo punto.

Pur considerando questa scelta un compromesso - conclude Piernicola Pedicini -, ci impegniamo fin da ora a vigilare sulla definizione di parametri che rendano impossibile il finanziamento di progetti dannosi per l'ambiente e in futuro sul rispetto degli stessi da parte degli Stati membri. Il Recovery Plan può essere davvero un’opportunità di rilancio, a patto però che ponga le condizioni per raggiungere una situazione di equità socio-economica tra tutti gli Stati membri e non dimentichi di preservare il futuro delle prossime generazioni, tutelando l’ambiente”.