Sanità, Abbate: ''Riprendere le attività ambulatoriali a tutela di pazienti fragili e cronici'' Politica
“Il Consiglio regionale della Campania ha approvato all’unanimità la Mozione su prestazioni sanitarie specialistica ambulatoriale”. A renderlo noto il consigliere regionale Gino Abbate.
“La Giunta
regionale della Campania, con delibera 28 dicembre 2021, n. 599, ha,
inoltre, - aggiunge - sancito il passaggio dal sistema del tetti di
spesa di branca, a quello del tetti di struttura,
attraverso una definizione su base mensile dei volumi massimi di
prestazioni e dei correlati tetti di spesa.
La finalità di tali
determinazioni è quella di razionalizzare l'offerta di prestazioni
sanitarie della macroarea, che negli anni scorsi ha evidenziato una
cronica assenza di programmazione dell'effettivo fabbisogno.
Ogni
giorno si è fatto il conto delle persone morte per covid, ma non di
quelle morte per mancata prevenzione, per problemi cardiovascolari e
tumorali - ha evidenziato il consigliere Abbate -. Alla luce di ciò
i direttori generali devono rispondere di queste problematiche e non
solo alla politica.
La chiusura degli ambulatori presso le Asl e
la conversione degli ospedali in Covid District, per i reparti di
medicina interna, pneumologia, malattie infettive, neurorianimazione
ha di fatto determinato la sospensione completa delle attività
ambulatoriali e di reparto di queste discipline. Di conto, i pazienti
necessitanti di ricovero ospedaliero sono e continuano a rimanere
senza la possibilità di posti letto, assistenza adeguata, buona
attinenza all’iter diagnostico terapeutico. Pertanto restano in
pronto soccorso in barella con i rischi legati al sovraffollamento,
alle cadute in ambienti comuni e senza adeguata assistenza marco
infermieristica.
La gestione viene fatta prevalentemente dai
medici del pronto soccorso che, in quanto gran parte internisti, non
hanno tutte le competenze specialistiche del caso e le consulenze
sono di fatto rare per motivi organizzativi. La carenza di personale
infermieristico peggiora, inoltre, la qualità dell’assistenza. La
possibilità di trasferimento in altre unità operative è spesso
difficile se non impossibile per mancanza di posti letto in altri
ospedali.
I reparti non covid rimasti sono stati accorpati con
notevole riduzione dei posti letto e disagio dei tanti pazienti
soprattutto oncologici, in attesa di ricovero programmato.
Il
blocco delle liste d’attesa e degli interventi ha di fatto
ritardato notevolmente l’accesso alle cure per pazienti cronici.
Ad
esempio, il reparto di Medicina Interna dell’Ospedale di Sant’Agata
de’ Goti, ha 12 posti letto operativi per la medicina interna ma
non accetta pazienti più gravi o che necessitano di interventi
specialistici. L’unico reparto ‘pulito’ resta la medicina
d’urgenza con 18 posti letto.
Il mancato utilizzo di una
struttura come quella di Sant’Agata per la cura dei pazienti covid
ha portato alla riduzione della qualità di un ospedale come il San
Pio, a causa di una pessima gestione, a partire dalle decisioni
riguardanti a volte solo emergenze covid e agli introiti che ne
derivano.
La gestione Benevento ha sposato completamente tale tesi, dimenticandosi totalmente dell’assistenza a pazienti fragili o cronici. Il mancato rapporto - conclude - tra ospedali e medicina territoriale complica o cancella definitivamente al tutele dei pazienti”.