Telese va alle urne col commissario Politica

L’Amministrazione Comunale di Telese è caduta, ma caduta in malo modo.

A pochi giorni di distanza dalla data in cui si sarebbero dovute presentare le liste per la competizione elettorale del prossimo 20 settembre, le cose sono precipitate di brutto, segno di un malessere che covava da tempo.

In consiglio comunale, nella seduta ultima erano presenti sette consiglieri e mancava la minoranza. Tutti hanno approvato il bilancio e la pratica per la costruzione del polo scolastico. A questo punto ci sono state le dimissioni dei consiglieri Liverini e Covelli che hanno colto quasi di sorpresa gli altri componenti il consiglio.

Naturalmente ci sono state le rispettive dichiarazioni a supporto delle dimissioni.

Aria fritta, belle parole, le solite di circostanza, ma il succo in estrema sintesi è quello di essere stati ignorati, non considerati, non coinvolti affatto nella preparazione per la prossima scadenza elettorale.

Subito dopo la conclusione della seduta consiliare i due consiglieri dimissionari ed i consiglieri di opposizione si sono recati dal notaio per ufficializzare la loro volontà dimissionaria che è stata immediatamente presentata al Comune.

Quindi, Telese va alle urne col commissario.

Oggi, nello sconcerto generale dei non addetti ai lavori, cioè dei cittadini, si fa fatica a seguire le dichiarazioni dei protagonisti del fatto.

Il sindaco Pasquale Carofano, che perde la carica di primo cittadino e che certamente perderà anche quella di consigliere provinciale, è rammaricato e dispiaciuto per non aver potuto completare regolarmente il mandato. Ha parlato di “irresponsabilità, miopia politica, egoismo” da parte di chi ha ordito questa sorta di congiura che ha portato alla caduta dell’Amministrazione.

Per come si sono svolti i fatti, che poi sono la conclusione di un’Amministrazione che ha subito strappi in continuazione, c’è da riflettere molto.

Non è una bella cosa questo finale di partita così traumatico.

Per i protagonisti politici sembra essere normale dialettica. Per il popolo non è così. C’è in giro un diffuso scoramento, la gente avrebbe preferito un fine legislatura normale, con una campagna elettorale che avesse consentito a tutti di farsi le proprie ragioni. Così non è stato. I cittadini ora si aspettano un’Amministrazione democratica, capace di affrontare i problemi e risolverli, un’Amministrazione che discuta pure (e litighi magari), ma che alla fine trovi l’accordo per il bene del paese, e solo di quello.

I cittadini vogliono al potere persone aperte e disponibili, vogliono uno di loro (come suol dirsi) con cui parlare e discutere di problemi che riguardino loro o la comunità. Vogliono un sindaco che sia del territorio, che lo ami, che abbia dimostrato di essere capace di guidare una comunità. Lo stesso discorso vale per tutta la squadra amministrativa, naturalmente.

CARLO FRANCO