Tira una brutta aria al Comune di Paduli Politica

Il riconfermato sindaco di Paduli, Domenico Vessichelli, fa carta straccia del volemose bene o del “buonismo” lanciato durante la campagna elettorale che elogiava la ritrovata concordia e il discutere civile con le fazioni opposte.

Ritorna alle radici primigenie della sua cultura politica quando non amava chi potesse solo osare dissentire, quando nel suo delirio di onnipotenza rivestiva i panni della maggioranza e dell’opposizione, con la stampa che non gli è amica da screditare ed evitare fuggendo.

Jonathan Checola, giovane ma non sprovveduto consigliere comunale d’opposizione, cresciuto con il mito dei grandi oppositori della destra sociale, già settimane fa non le ha mandate certo a dire, stigmatizzando l’approvazione del Piano urbanistico comunale (Puc) avvenuta in piena campagna elettorale «con una giunta composta da soli tre elementi su cinque e una maggioranza risicata, dimostrando ancora una volta di fare dell’ente un affare personale».

«Un altro bluff - ha proseguito Checola - palesato all’indomani delle elezioni e che mette in condizioni l’attuale giunta comunale di dover operare su un Puc di cui non ne ha condiviso né la stesura né la linea politica».

Per il sindaco Vessichelli queste sono «polemiche sterili e inutili, ben sapendo il consigliere di minoranza che solo due mesi fa l’attuale amministrazione ha avuto un consenso del 75 per cento che rappresenta la fiducia della comunità in noi».

Il Puc è stato approvato seguendo tutte le procedure previste per legge, secondo il sindaco.

«Aver vinto le elezioni con il 75 per cento non fa sì che Paduli diventi d’un tratto una monarchia assoluta impedendo alla minoranza di svolgere appieno il suo compito. Probabilmente il sindaco era abituato a una minoranza invisibile, al punto tale che dopo averlo criticato aspramente negli ultimi mesi, si è accordata con lui per un posto in giunta comunale. Non ho certo detto che ci sia illegittimità nell’adozione del Puc, ma nessuno può negare che essa è stata fatta “in fretta e furia” in piena campagna elettorale con una giunta comunale e una maggioranza risicata, che oggi è quasi del tutto variata. Dal punto di vista etico-morale c’è più di qualcosa che non quadra, sarà poi il tempo a tirar fuori gli scheletri dall’armadio».

Intanto nell’ultimo Consiglio comunale del 30 novembre a Jonathan Checola, Fratelli d’Italia, non è stato consentito di esporre le sue osservazioni in modo compiuto, sette emendamenti rigettati senza alcuna discussione né motivazione.

«Abbiamo chiesto - sostiene Checola - delucidazioni sulla quota annuale obbligatoria per l’adesione al Gruppo di volontariato, che oltretutto riteniamo inopportuna dal momento che un cittadino andrebbe ringraziato per il servizio che offre su base volontaria e non costretto al versamento di un contributo. Abbiamo tentato di apportare migliorie a tutela della privacy per quanto riguarda il Regolamento per la disciplina degli impianti di videosorveglianza comunale, in particolare per la tutela dei dipendenti comunali e per il controllo dello sversamento irregolare dei rifiuti ma ci siamo trovati di fronte a un atteggiamento becero. Il sindaco, presidente del Consiglio comunale che dovrebbe essere super partes, e i suoi accoliti non sanno di dover fare i conti con la democrazia e i regolamenti di svolgimento del Consiglio, che garantiscono il diritto di espressione ma soprattutto tutelano il diritto dei consiglieri di minoranza a svolgere funzione di controllo e garanzia».

GIANCARLO SCARAMUZZO

giancarloscaramuzzo@libero.it