Antonio Braga: 80 anni... in musica Società
Antonio Braga nasce il 22 gennaio 1929 da Teresa Rossi, professoressa originaria del nord Italia, e da Liberato Braca, di signorile ad antica famiglia di San Bartolomeo in Galdo. Oggi il maestro ha 80 anni, ha cambiato il suo cognome in Braga ed ha alle spalle una carriera ricca di successi non solo in Italia, ma anche all'estero. «Per tutta la vita», racconta con orgoglio, «ho girato il mondo: a Napoli mi sono diplomato in pianoforte e composizione al Conservatorio e mi sono laureato con lode con una tesi sulla musica e musicisti delle corti del Rinascimento; in Francia, a Parigi, mi sono invece perfezionato dal 1954 con maestri come River, Milhaud e Missiaen e, pur avendo avuto una borsa di studio, ho anche tradotto alcune commedie di Scarpetta e di Eduardo De Filippo in francese (Miseria e nobiltà, Questi fantasmi, Non ti pago!) scrivendone le musiche per la loro rappresentazione in una lunga tournee con cinquecento repliche in Belgio, Scandinavia, Africa francofona e Canada.
Dalla fine degli anni Cinquanta non mi sono più fermato: ho vissuto infatti per un anno a San Francisco ricevendo la cittadinanza onoraria, sono stato poi ad Haiti e Santo Domingo ove ho creato lo spettacolo Musiche e colori di Napoli e dove ho organizzato il dipartimento di Composizione del Conservatorio, mentre negli Stati Uniti ho ricevuto nel 1992 l'incarico di comporre l'opera 1492 Epopea lirica d'America per il quinto centenario della scoperta del nuovo continente e che è stata rappresentata in tutto il mondo con due cast, uno americano ed uno italiano».
Nel suo peregrinare il maestro Braga non ha però dimenticato l'Italia: ha infatti insegnato nei conservatori di San Pietro a Majella a Napoli e di Santa Cecilia a Roma, ha diretto la biblioteca del Conservatorio di Bologna e di Bari ed ha insegnato alle università di Lecce e Cassino. Medaglia d'oro della Siae (1992), ha anche ricevuto il Premio Internazionale Vita d'Artista ed il Premio Napoletanità ed ha infine collaborato con vari giornali tra cui Il corriere di Napoli, la Tribuna, Il Giornale e l'Osservatore Romano. Tra le sue opere i balletti Les Abeilles a Naples (1955), C'è un albero a New york (1960), El trono de Abomè (1988), i brani di musica sinfonica Ouveture napolitaine (1955), Concerto exotique (1959), Travel into Latins (1969), Hispaniola (1969), ed il racconto mistico San Domenico di Guzman interpretato da Giorgio Albertazzi. A Miami ha inoltre rappresentato la sua opera My four city, dedicata alle quattro città a lui più care: Napoli, Parigi, San Francisco e Santo Domingo.
Oggi il maestro Braga vive tra Napoli e Santo Domingo, ma la terra d'origine è sempre nei suoi pensieri. E racconta: «La scorsa estate sarei voluto tornare a San Bartolomeo, ma problemi di salute me lo hanno impedito; spero però di poter venire prossimamente. Lì ci sono i miei cari al cimitero, e la nostra antica casa. Dovetti venderla perché stando lontano non mi era possibile gestirla, ma ne conservo ancora un ricordo bellissimo, nonché i mobili, gli oggetti e i quadri che ho finanche portato nelle mie abitazioni a Santo Domingo».
Nel salone della sua casa napoletana - zeppo di libri e con un grande pianoforte - ci sono tanti ricordi di una carriera di prestigio offuscata da un solo dolore: quello di essere stato ormai dimenticato sia a Napoli che in Italia. Ed è proprio per questo, spiega, che nonostante l'età alcuni mesi dell'anno li trascorre a Santo Domingo, dove ha ancora tanto lavoro e un pubblico fedele.
Il suo ultimo lavoro è stata la riscrittura di sei canzoni napoletane per coro, composte in Francia trentacinque anni fa, e che saranno a breve nuovamente rappresentate.
C'è davvero da augurarsi che qualcuno nel Sannio si ricordi finalmente di questo suo illustre figlio: un grande musicista che merita di essere degnamente festeggiato. Auguri maestro!.
ANDREA JELARDI