Chi è Falcone di Benevento (2^ Parte) Società
Falcone beneventano o meglio Falcone di Benevento è l'autore del Chronicon Beneventanum. In questo suo annotare descrive quarant'anni, turbinosi e violenti, ma cruciali sia per la storia europea che per la storia beneventana. Il periodo che egli porta in cronaca, va dal 1102 a 1140. La città di Benevento, per parte sua, avamposto di trincea della politica pontificia del Mezzogiorno, diventa così il terminale delle decennali guerre che conducono alla fondazione di quel Regnum, destinato a durare, per lo più inalterato, fino alla conquista garibaldina.
Attraverso gli occhi di questo importante funzionario dell'amministrazione cittadina è possibile scorrere eventi militari, diplomatici, atmosferici nonché religiosi che hanno coinvolto il popolo beneventano. Propongo all'attenzione del lettore, due passi, a mio avviso molto interessanti: il primo descrive la venuta di papa Callisto a Benevento, il secondo un evento sismico. Octavo die intrante mensis Augusti..... in questo anno (1120) nostro signore Papa Callisto, prese la decisione di venire a Benevento, ed entrò in città l'8 agosto.
E il popolo beneventano, venendo a sapere del suo arrivo, che aspettava da tantissimo tempo, pieno di letizia uscì per due miglia dalla città; e così il pontefice venne accolto con grande gioia e gloria da uomini di chiesa, ebrei, e da una gran massa di monaci, di presbiteri e da tutti i cittadini. Inoltre tutti gli Amalfitani ornarono per la sua venuta tutte le piazze di drappi di seta, e pallii ed ornamenti preziosi; e fra questi ornamenti posero anche turiboli (vasi) d'oro e d'argento contenenti profumi e cinnamomo (corteccia aromatica di un albero tropicale da cui si ricava cannella e canfora).
Quattro cittadini mantenevano i piedi del pontefice e le briglie del cavallo dal ponte Leproso fino alla porta di San Lorenzo (nei pressi di Viale San Lorenzo); dopodiché altri quattro fino al vescovado; dal vescovado fino al Sacro palazzo ( oggi scomparso: occupava probabilmente la zona poi denominata Piano di Corte) invece quattro giudici, Giovanni, Persico, Guisliccione e Landolfo. Se ti fossi trovato nel corteo del papa, o lettore, avresti sentito il rimbombo dei tamburi, lo scampanellare dei cembali ed il suono delle lire, e sicuramente avresti affermato (Apostolicum alium tali sub triumpho et gaudio ingressum non fuisse civitatem) che nessun altro papa era entrato in città ricevuto con una accoglienza gloriosa e trionfale.
L'anno millecentoventicinque nella notte dell'undici Ottobre si verificò un prodigio sconosciuto e tremendo, a Benevento e, come ho sentito dire, in altre città e paesi vicini. ( Nocte siquidem illa ) quella notte appunto, mentre tutti noi eravamo immersi nel nostro meritato sonno, si verificò improvvisamente un terremoto talmente inaudito ( terremotus subito factus est inauditus) che tutti noi sconvolti aspettavamo ormai solo la morte. Subito svegliatasi la popolazione, straziata dalle lacrime e dai singhiozzi, si affrettò verso il vescovado, mentre un'altra parte di noi cittadini ci affrettammo verso il monastero di Santa Sofia a pregare Iddio Salvatore.
Il terremoto in verità si verificò in maniera tanto violenta che, scossi, tremavano le torri, i palazzi e gli edifici della città; la terra stessa e i sassi per quel gran tremore si spaccavano in due; e anche i muri della città, cadendo, rasero al suolo alcune case: giuro sul Signore eterno che avresti visto la città venirti meno sotto i piedi!.......; fattosi poi giorno, verso mezzodì ecco che si presenta di nuovo il terremoto a sconquassare tutto al punto che, o lettore, se fossi stato presente, a ragione avresti visto tutti quanti gli edifici della città tremare e addirittura palpitare! ....fatto davvero eccezionale! .....il furore del sisma durò, frequentemente, di giorno e di notte, per quindici giorni.
CLAUDIO REALE