Codice Rosso, La Regina (Unifortunato): ''Passo in avanti ma lavorare sulla prevenzione'' Società

L’approvazione del Codice Rosso, ossia il provvedimento sulla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere che ha ricevuto il via libera del Senato è “un sicuro passo in avanti per il contrasto ai fenomeni della violenza di genere. L’intervento repressivo, tuttavia, non può certamente bastare. Sarebbe, infatti, quanto mai opportuno mettere in campo azioni di tipo preventivo”. Così Katia La Regina, professore associato di Diritto processuale penale all’Università Giustino Fortunato, commenta il ddl che diventerà legge con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

La prevenzione, aggiunge, dovrebbe svilupparsi, “a partire dall’analisi delle cause, prima tra tutte, la discriminazione, che si pongono all’origine dei fenomeni di violenza contro le donne”.

La prospettiva che viene affermandosi attraverso questo provvedimento, osserva La Regina, “è quella di una ‘urgenza rafforzata’ dell’intervento investigativo che impone, proprio come accade nei Pronto Soccorso degli ospedali rispetto alle situazioni di ‘codice rosso’, di intervenire con la massima tempestività”.

Le nuove norme, prosegue La Regina, “prevedono anche una serie di modifiche al codice di procedura penale che hanno l’obiettivo di operare un deciso rafforzamento di garanzie in favore della vittima”.

Il ‘codice rosso’ introduce, in sostanza, “una sorta di corsia preferenziale per le denunce, rende le indagini più rapide e obbliga i pubblici ministeri ad ascoltare le vittime entro tre giorni. In tal modo si accelera lo svolgimento delle indagini per evitare che il ritardo nell’acquisizione e nella iscrizione della notizia di reato possa pregiudicare la tempestività degli interventi contro i reati di maltrattamenti, violenza sessuale, stalking, e di lesioni aggravate”.

Si tratta, spiega l’esperta, “di un provvedimento che introduce una serie di misure a contrasto della violenza contro le donne: innanzitutto si inaspriscono le pene per i reati di maltrattamenti in famiglia, di stalking e di violenza sessuale; si prevede, poi una decisa stretta sanzionatoria contro chi sfregia con l’acido, provocando deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso”.

Un’altra novità molto importante è l’introduzione del reato di ‘revenge pornprevedendosi il carcere da uno a sei anni e multe da cinquemila a quindicimila euro per chi diffonde foto o video a contenuto sessuale.

La stessa pena si applica anche a chi riceve tali immagini e le diffonde senza il consenso dei protagonisti e sono previste aggravanti se il reato è commesso dal partner o da un ex partner con diffusione via social”.