Da quarant'anni l'informazione locale nella TV pubblica... Si può certamente migliorare Società

Il 15 dicembre 1979 vengono alla luce di Mamma RAI il TiGi3 e la TiGiErre. Nel citare questa data mi fido molto di Wikipedia. Da solo non ci sarei mai arrivato. E perché non ho questa memoria infallibile, ma perché non mi sento di affermare che questa novità - ben pagata con i nostri canoni annuali!! - abbia rivoluzionato le nostre abituali fonti di informazioni.

Siamo ancora tutti lì, all’ora di pranzo o di cena, a sentire la principali notizie della giornata, che - a meno di eventi improvvisi e gravi - riprendono gli stessi temi politici ed economici dei giorni precedenti. La solita menata, insomma.

Cosa avrebbe portato il TG regionale nelle nostre case, di nuovo ed interessante? Naturalmente le notizie più legate al territorio di province e comuni, le problematiche connesse alle economie locali, i punti dolenti delle infrastrutture principali, ecc. ecc.

Si è verificato tutto questo? Non credo, sia per un sistema che ancora presenta zone grigie nella selezione dei giornalisti, ma anche per una sorta di copiare/imitare i TG nazionali con una impaginazione quasi rituale: attualità, politica, estero, economia, sport, previsioni meteo e così via.

Far vedere i riti settennali di Guardia Sanframondi, con battenti inclusi, sarebbe interessante particolarmente per un forestiero. I vicoli di Forcella con i fabbricanti di statuine per presepi sono già stati proposti ai cittadini campani decine e decine di volte. Le scuole per pizzaioli le conosciamo ormai benissimo, ma qui, in Campania.

Per non parlare, poi, in campo politico di servizi francamente di scarso livello sociale e culturale, ma mandati in onda solo per compiacere con una carrellata sul tavolo “dei lavori” i soliti noti della politica comunale e regionale. Ogni settimana - quasi con cadenza inderogabile - al sindaco di Napoli (le altre province fanno poca storia!!) e al presidente della Regione Campania vengono riservati non meno di una decina di servizi. Parlare, parlare, apparire: qualcosa resterà per chi è in politica!

Ed è poi da rilevare l’insistere, qui in Campania, sul turismo, come fatto miracoloso. Da Monte Sinuturzo l’inviato magnifica - tanto per dire!! - l’allevamento di asini giovani, che potrebbero interessare famiglie e prole e sviluppare “la naturale vocazione turistica del territorio”. Abbiamo voglia di mostrare i gioielli della Campania ai campani!! Noi li conosciamo bene!! Ma quando c’è monnezza, delinquenza, povertà, ecc. ecc. è difficile fare riferimento all’araba fenice del turismo.

LUIGI PALMIERI