L'emancipazione femminile nel Sannio partì dalle Tabacchine Società

Il recupero, la salvaguardia e la valorizzazione di fonti documentari e per lo studio del lavoro femminile a Benevento è l'obiettivo della mostra iconografica allestita all'Archivio di Stato, visitabile fino al 31 marzo, sulla lavorazione del tabacco.

La mostra è stata presentata all'interno del convegno Fonti per la storia della donna. Gli archivi del lavoro.

L'iniziativa promossa da vari enti istituzionali e non, è coordinata da Rossella Del Prete, delegata alle attività culturali dell'Università del Sannio.

La mostra fotografica ritaglia uno spaccato fondamentale della storia del lavoro femminile a Benevento e nel Sannio.

Riusciremo a ricostruire con grande attendibilità e scientificità la storia di una delle attività produttive più importanti per questo territorio - ha spiegato Rossella Del Prete - Le ragioni dell'evento sono legate al lavoro femminile, prevalentemente. La manovalanza femminile nei tabacchifici italiani è sempre stata altissima, e, anche nelle zone interne sannite c'era un larghissimo impiego delle donne. In questa realtà, avveniva solo la fase di prima trasformazione e, le donne addette a questa fase, si chiamavano TABACCHINE.

Gloria Chianese della fondazione Di Vittorio, presente anche in qualità di autrice di Mondi femminile in cento anni di sindacato, ha definito un contributo di straordinaria importanza per la costruzione di una memoria della società l'utilizzo di fotografie e documenti sulla storia delle donne che hanno lavorato, costruito famiglie, e allattato i propri bambini nel posto di lavoro.

Le iconografie ricostruiscono la storia della nascita e dello sviluppo dei tre stabilimenti sanniti di questa importante attività produttiva.

Benevento e San Giorgio del Sannio rappresentarono fino al secolo scorso una grande opportunità occupazionale, argomento che abbiamo già trattato in un articolo precedente del nostro giornale e pubblicato nell'ottobre scorso.

Notevole rilievo assunse anche la produzione nel terzo stabilimento situato a Dugenta che, a partire dal 1955 costituì una realtà importante per il lavoro femminile raggiungendo il più alto indice di occupazione rispetto alla provincia e alla nazione, e anche da un punto di vista più propriamente produttivo; nel primo anno furono infatti lavorati 500 quintali di tabacco da soli 35 addetti.

Le fotografie sono accompagnate da didascalie ricavate dalle consultazioni delle fonti storiche del fondo documentario dell'ex Monopolio di Stato ma anche dalle testimonianze, raccolte casa per casa, di chi in quegli stabilimenti ci lavorava.

Una mostra destinata in particolare alle scolaresche, per far conoscere alle nuove generazioni la memoria storica del nostro territorio, della nostra società e del lavoro femminile nel Sannio.

Le Tabacchine hanno avuto un ruolo fondamentale nell'emancipazione delle donne nella nostra provincia.

Nei tabacchifici le donne costituivano la maggior parte della forza lavoro poiché era richiesta una manualità più attenta e delicata ed erano impiegate specialmente nelle fasi di cernita e vagliatura delle foglie di tabacco.

Le tabacchine venivano considerate privilegiate rispetto ad altre operaie perché essendo una fabbrica di stato avevano una maggiore garanzia del posto di lavoro, stipendi più alti e un asilo nido dove poter crescere i loro bambini.

Ma non era del tutto vero.

La lavorazione del tabacco, infatti, era molto pesante e nociva.

Le donne lavoravano sempre sedute ed erano continuamente controllate dalle sorveglianti e dalle Maestre che avevano anche un compito di addestramento al lavoro.

Nelle fabbriche vigeva un rigido sistema di regole che disciplinava il lavoro delle operaie, nei tempi e nei modi di esecuzione.

In caso di ritardi, infrazioni, imperfezioni o comportamenti ritenuti immorali, venivano multate con riduzioni dello stipendio, sospensioni da una o più giornate lavorative, o addirittura con il licenziamento.

Molto presto le tabacchine si organizzarono in una vera e propria classe operaia portando avanti diverse battaglie per migliorare le proprie condizioni lavorative.

Attraverso le lotte sindacali riuscirono ad ottenere la retribuzione durante la maternità mettendo fine alla pratica diffusa di partorire in fabbrica per non perdere la giornata di lavoro.

Oggi di quegli stabilimenti non esiste più nulla. La storia di quegli anni emersa dalle fonti storiche, orali e fotografiche, consentono di comprendere il ruolo centrale della donna in una delle attività più fiorenti nel Sannio di fine secolo e nella conquista dei diritti fondamentali del lavoro.

A.G.