Pietro Piperno Società
E' un personaggio poco noto se non addirittura sconosciuto alla maggior parte dei cittadini di Benevento. Il Comune di Benevento gli ha dedicato una traversina che collega via Orbilio Pupillo con via Stanislao Bologna, zona tra Piazza Roma e via Annunziata. Pietro Piperno è l'autore del trattato storico De nuce maga. La prima stampa compare nel 1635. Il De nuce maga è un piccolo trattato in latino ed è dedicato a Monsignor Traiano della Vipera, Archidiacono della Città.
Nel 1640 compare la seconda impressione, ossia la ristampa non meno vaga, che curiosa, adornata di figure, con più indici copiosissimi, da molti errori emendata dal titolo modificato in Della superstiziosa noce di Benevento ed è dedicata al molto illustre Signor Mio Padrone osservandissimo, il Signor Giovanni Camillo Bilotta. Il trattato è diviso in quattro parti. La parte prima analizza l'origine della noce superstiziosa e come quella fu da San Barbato Vescovo di Benevento fatta tagliare, con il ritrovarvi un demonio in forma di serpente nelle radici e altri curiosi uccelli intorno a quello.
La parte seconda è dedicata a due famiglie nobili beneventane, che ebbero i loro principi nello stesso tempo che si recise la superstiziosa noce, le quali utilizzarono come simboli di famiglia gli idoli che in quel tempo i beneventani adoravano. La parte terza è suddivisa in ulteriori tre parti: la prima sottoparte evidenzia la celebrità di questo superstizioso luogo laddove stregoni e streghe, maghi e maghe di tutto il mondo si davano convegno; la seconda prende in esame alcuni casi di stregoneria; la terza ci informa di tutte le strane apparizioni viste nei pressi del noce.
La quarta conclude il trattato ponendosi degli interrogativi: perché le streghe si radunano più in questa parte del beneventano che nelle altre parti e perché esse sono piuttosto donne che uomini? Sul frontespizio di tale trattato il Piperno è definito filosofo e medico nonché della grande giurisdizione di Santa Sofia, protomedico della città. Il protomedico era il responsabile sanitario della città ma aveva anche il compito di verificare le abilità professionali di coloro che volessero intraprendere l'attività di farmacista o di medico stesso.
Come uomo di scienza il Piperno nella sua opera tentò di dimostrare l'infondatezza che Benevento fosse la città dei raduni satanici delle streghe, ma cadde in due ingenue affermazioni: la prima fu quella di indicare Benevento come luogo famoso per il sabba, la seconda nell'individuare nella proprietà del nobile Francesco di Gennaro la presenza del noce magico. Tale proprietà è all'incirca due miglia dalla città di Benevento, costeggiando la riva meridionale del fiume Sabato procedendo verso lo stretto di Barba. Il primo ad indicare Benevento come località avvezza alle opere magiche fu Sant'Agobardo, il quale nella sua opera Contra insulsam vulgi opinionem de grandine et tonitruis liber ( Contro la stupida opinione popolare sulla grandine e sui tuoni), narra che Grimoaldo, duca di Benevento, fu accusato di essere causa di una pestilenza per aver utilizzato una polvere magica, fatta spargere dai suoi servi per i campi e per i fiumi.
Agobardo riferisce che moltissimi sventurati furono arrestati e messi a morte per quel reato. Dunque Benevento era proprio la località più nota dove si svolgeva il Sabba. Ma che cosa è il sabba? Una riunione di streghe e stregoni in luoghi macabri e solitari che, secondo le leggende medioevali, si teneva nella notte fra il 30 aprile e il 1 di maggio, oppure ogni sabato, da cui il nome. Durante il rito veniva glorificato Lucifero, principe assoluto del male.
CLAUDIO REALE