Riflessione notturna di una persona anziana Società

LE QUATTRO STAGIONI

  • L'Uomo esce volentieri da casa e vi ritorna a malincuore;

  • Esce presto e vi rientra tardi;

  • Esce tardi e vi rientra presto;

  • Non esce più e lo buttano fuori.

PRIMAVERA. Per un ragazzino che comincia ad uscire da casa inizia la scoperta di tante distrazioni di un mondo a lui sconosciuto. Gli oggetti e cose che non erano in casa attirano tutte la sua attenzione. Successivamente, nel cortile di casa prima e poi nella strada prende contatto con gli altri bambini e tutti insieme mettono in atto ogni forma di divertimento collettivo; la stanchezza non lo assale mai; l'unico momento di abbandono della strada è dovuto alla richiesta da parte dello stomaco vuoto.

Il complesso mondo che lo circonda lo prende totalmente; la strada, la compagnia, la sfida, la gara, la lotta, i pericoli lo affascinano. La strada è l'ideale habitat naturale di vita.

Ben presto però al periodo gioioso si sostituisce il periodo dei primi doveri - parola a lui sconosciuta -.

Abbandonare la strada rappresenta un grosso sacrificio, ma a tanto vi è costretto.

ESTATE. Con il passare degli anni, i suoi doveri di studio prima e di lavoro dopo diradano sempre di più il tempo della spensieratezza; i giuochi con gli amici diventano sempre più limitati e il tempo da trascorrere in strada diventa man mano sempre più breve e fugace. Nella sua mente prendono posto i suoi doveri di uomo prima e di lavoro dopo, doveri che sfociano in interessi più concreti, più pressanti, dettati da esigenze proprie e del proprio nucleo familiare che intanto si è costituito; non sono escluse personali presunzioni, vuoi per affezione o per incontenibili aspirazioni di predominio o anche per irrefrenabile desiderio di emergere; tutte cose che non gli consentono più di trascorre ore in strada se non sono redditizie.

La forza fisica lo sorregge e l'impegno lo appaga; il vigore degli anni non gli fanno avvertire stanchezza; il desiderio di fare sempre più e meglio lo gratificano.

Gli amici di una volta costituiscono soltanto vaghi e fuggevoli ricordi passati quasi sempre di carattere gioioso; non manca tuttavia qualche rammarico per qualche desiderio non appagato. Conclusione: il vigore degli anni sminuisce ogni forma di ostacolo; il cimentarsi con i problemi quotidiani costituisce l'essenza della sua vita. Il mondo è nelle sue mani.

AUTUNNO. Intanto il tempo inesorabilmente passa e con esso il logorio fisico si fa sempre più evidente.

Alle esigenze di ricerca di mezzi sempre più appaganti ed abbondanti, si contrappone un affievolimento di desideri accompagnato da frequenti rinunzie.

Al rallentamento della frenetica corsa all'incremento dei mezzi di vita si accompagna l'indebolimento della forza muscolare; ai desideri si rinunzia con raziocinio imposto e non più per istinto. Il tempo passa e con esso (per fortuna) anche il declino intellettuale e la voglia di fare.

Le ore del giorno rallentano la loro corsa, così come si riduce la lunghezza e la velocità del passo.

Il ritorno a casa diventa un'esigenza sempre più marcata ed impellente.

INVERNO. La stagione più fredda dell'anno, lo è anche per l'uomo. Il cielo è scarsamente sereno e il suo grigiore sottrae sempre più luce alla strada; la notte insegue velocemente il giorno e ne divora le ore. E' diventata sempre più lunga.

I ricordi delle stagioni trascorse si affievoliscono fino a scomparire; il buio diventa sempre più fitto, la strada non è più visibile; lo spazio disponibile è infinitamente limitato.

GIUSEPPE PANELLA