Dal fotovoltaico al polo dell'idrogeno Ambiente

Mi sono chiesto quali siano le proposte elaborate per il Sannio di contrasto alla cisi energetica. Sarà sicuramente per mia responsabilità ma ho fatto fatica trovare proposte concrete. Ho molto apprezzato i contributi appassionati di Mario Pedicini sul PNRR e il Comune di Benevento e i ripetuti interventi di Roberto Costanzo sull’uso delle acque delle diga di Campolattaro. Molto utile il dibattito suscitato. Donato Matassino ricorda anche la disponibilità di spazi alla diga utilizzabili per il fotovoltaico. Nel caso del PNRR mi limito a suggerire di cercare nelle soffitte della Provincia di Benevento tra le vecchie cose dismesse due documenti elaborati nel 2007 con il contributo dello Studio Ambrosetti per conto della Provincia: il documento strategico e il documento dal titolo “10 passi nel futuro”. Questo perché a mio parere sul PNRR nel Sannio manca ancora oggi una visione territoriale dell’intera Provincia, senza la quale il rischio concreto è quello di una frammentazione campanilistica degli interventi elusiva delle criticità strategiche come l’energia (Vedi PEA - piano energetico ambientale della Provincia di Benevento), il ciclo dei rifiuti e la valorizzazione paesaggistica (Rural design ecc.). Parliamo adesso solo dell’energia. Considerata la crisi energetica attuale con rincari pazzeschi del costo dell’energia e che la stessa non ha carattere congiunturale ma tenderà ad aggravarsi nei prossimi anni è necessario una strategia realizzabile in tempi brevi. Mi limito in questa sede a consigliar alcune proposte di carattere più generale ed una più specifica per Benevento.

1) Polo dell’idrogeno Sannita

Ho sempre considerato la sfida del futuro dell’idrogeno pulito la più interessante opportunità per le aree collinari e montane. Nel documento Strategico elaborato dalla Provincia di Benevento nel 2007 era già previsto lo sviluppo del progetto H2 Sannio. Il programma della Provincia elaborato con la direzione scientifica del Prof. Domenico Villacci portò alla progettazione di cinque veicoli a idrogeno. Vennero realizzati e collaudati il “Triggino” e il “Tammarello”. Grazie al team di tecnici guidato dal Prof. Domenico Villacci e al partenariato (Marsec e Arcotronics Fuel Cell) i veicoli furono dotati di soluzioni innovative rimaste ancora oggi insuperabili. .A dimostrazione dell’interesse nazionale suscitato dalla presentazione dei veicoli mosso dall’idrogeno è da ricordare la trasmissione di “Rai utile” sul satellitare - Canale Sky 816. Condotta da Daniele Sparisci, “Rai utile” ogni settimana raccontava le buone pratiche delle amministrazioni locali in materia di ambiente e mobilità. Con il titolo “Benevento a idrogeno” la trasmissione affrontò per trenta minuti gli sforzi della Provincia di Benevento per l’innovazione scientifica e tecnologica e per raccogliere la sfida del protocollo di Kyoto circa l’abbattimento delle emissioni inquinanti in atmosfera. Naturalmente il progetto prevedeva anche la produzione (Tempio del Sole ecc.) e distribuzione di idrogeno pulito ovvero ricavato da energie rinnovabili. Il sistema istituzionale locale ritenne di non dare continuità a questo programma come peraltro ad altri progetti innovativi. Ho citato questa esperienza solo perché può rappresentare titolo di merito per candidare Il Sannio ad ospitare oggi un grande “ Polo dell’idrogeno”.

2) Isole energetiche nelle cave dismesse e abbandonate

Esiste una alternativa per l’installazione di energia rinnovabile (fotovoltaico) al consumo di suolo agricolo? La risposta è si assumendo una cultura del riuso degli spazi dismessi. Pertanto l’elettricità, estratta da un impianto fotovoltaico situato sul tetto di un fabbricato rurale (eco magazzini, stalle, eco serre) è un prodotto della stessa azienda agricola, un prodotto dell’agricoltura multifunzionale nello spirito dell’apposito Decreto Legge n. 228 del 2001. L’obiettivo è quello di accrescere la consapevolezza sulle basi di partenza per un governo del territorio innovativo e intelligente, in grado di guidare un processo di sviluppo eco-compatibile ed ecosostenibile nel quadro di una moderna pianificazione paesaggistica anche nel rispetto dell’agricoltura multifunzionale. Il fotovoltaico oltre che su scala aziendale senza consumo di suolo agrario, può essere istallato nelle cave dismesse, come suggerito da anni da Ennio De Crescenzo e Franco Mariniello:- “La scelta tecnologica diviene progettualità figurativa e la composizione dei moduli costituisce un’emergenza visiva dove la tessitura, a grande scala dei pixel policromatici, si rapporta direttamente alle tradizioni del luogo attraverso l’evocazione iconica della memoria. La parete tecnica diventa uno schermo gigante, che riconnette cromaticamente il paesaggio interrotto dallo scavo e suggerisce una continuità simbolica che diventa risorsa produttiva, ma integrata nel territorio”. Si tratta di progettualità per un riuso intelligente delle cave abbandonate. Secondo il rapporto 2021 di Legambiente in Italia sono 14.141 le cave dismesse o abbandonate. Solo in Campania le cave dismesse sono 1257 per lo più localizzate nelle aree interne. Le città e le loro infrastrutture si stanno espandendo su terreni agricoli produttivi, frammentando ulteriormente il paesaggio e interessando gli equilibri degli eco sistemi. Secondo il 7° Censimento dell’agricoltura dell’ISTAT In 38 anni in Italia meno 20,83% di SAU (superficie agraria utilizzata) e In Campania meno 27,12 % di SAU.

3) Comunità energetiche

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza spinge fortemente sullo sviluppo di comunità energetiche in cui possa essere promosso l'approccio “prosumers”: ogni territorio diventa produttore (producer) e consumatore (consumer) di energia rinnovabile redistribuita sotto forma di bollette meno care e partecipazione alle attività della comunità all'intero territorio di riferimento. Bene solo per la città di Benevento è necessario promuovere perlomeno tre Comunità Energetiche: Rione Libertà, Capodimonte e Rione Ferrovia. Solo dall’uso dei tetti dell’ex-Agenzia dei Tabacchi, di via 25 luglio è possibile installare 2 MW di fotovoltaico con la produzione annua di circa 2600 MW/H!

Eco serre

I cambiamenti climatici solleciteranno sempre più a produrre cibo in serre sempre più complesse. Attualmente la produzione sotto serra in Italia riguarda 37.104,05 ettari (dati Istat ) con il 60% localizzata al Sud. Circa il 20% delle serre sono riscaldate (floricoltura e vivaismo) da sistemi da energia da fonti fossili. Esistono com’è noto diverse tipologie di serre. Dal punto di vista energetico funzionale la principale distinzione può essere tra serre attive e passive, cioè in base alla loro capacità di produrre o meno l’energia rinnovabile utilizzata per il funzionamento: - luce, temperatura, umidità, CO2, acqua e fertilizzanti. Le eco-serre sono allo stato attuale una piccola minoranza mentre prevalgono di gran lunga in Italia e nel mondo serre ‘passive’ o energivore. Adottando una selezione ragionata di nuove tecnologie orientate alla sostenibilità è possibile avviare una generale riconversione con l’obiettivo di raggiungere il traguardo di emissione zero di CO2 per unità. Il punto cruciale è come utilizzare le stesse fonti rinnovabili in maniera eco-compatibile. La diffusione dell’agro-energia ha subito negli ultimi anni un exploit in tutta Europa e nel mondo. Ma, in modo contraddittorio, hanno avuto un grande successo i grandi campi fotovoltaici con ingenti occupazioni di suolo agrario. I terreni agricoli sono stati usati per l’istallazione di impianti prevalentemente medio/grandi, per produrre energia “non destinata” all'agricoltura. Bisognerebbe “integrare”, sotto ogni profilo, gli impianti con i sistemi colturali e non vederli come “impianti separati” ma come un insieme coordinato di attività in cui il processo di produzione, capace di razionalizzare l’uso delle risorse (energia elettrica, acqua, etc.) auto-prodotte in loco (fotovoltaico, mini eolico, biogas, geotermia, depurazione acque), deve avere l’obiettivo di consentire la coltivazione fuori contesto naturale, o migliorare la qualità di colture autoctone.

Che fare?

Promuovere una cabina di regia di coordinamento per un piano energetico ambientale del Sannio in grado di promuovere anche integrazioni e sinergie tra le diverse forme di incentivazioni pubbliche (PNRR, Agri solare, PSR 2023-2027 ecc.). Promuovere una task force di esperti in grado supportare una diffusa attività progettuale in particolare in agricoltura (eco-serre, eco magazzini rurali, ecc.) con una disponibilità istituzionale a sburocratizzare tutte le procedure autorizzative.

CARMINE NARDONE