Un paradiso in bilico - l'eolico intorno a noi Ambiente

Il 10 novembre la festa di San Martino a Fragneto l'Abate è stata la cornice del dibattito sull'incidenza degli impianti di Energia Alternativa nel Sannio, dal titolo ‘Un paradiso in bilico - l'eolico intorno a noi', organizzato e condotto da Vega de Martini, già funzionario del Ministero dei Beni e delle attività Culturali e nativa di questi luoghi. Quello dell'incidenza degli impianti di produzione energetica attraverso le cosiddette pale eoliche - turbine d'altezza che oscilla tra i 30 e i 120 metri in base al diametro del rotore, che arrivafino a 80 metri- è un tema sempre più importante per i molti aspetti del territorio sannita. Un dossier di Legambiente del febbraio 2024 afferma che la Campania è sempre più territorio di punta nel comparto eolico: grazie alle sue numerose installazioni contribuisce per oltre il 15% all'intera produzione eolica nazionale. Sempre secondo lo stesso dossier dei 78 comuni campani coinvolti da installazioni di eolico le protagoniste sono le province di Benevento e Avellino.

Nello specifico, i comuni delle due province costituiscono il 37% e il 31% del totale, seguiti da quelli di Salerno con il 26%, Caserta con il 5% e Napoli con l'1%. Sembra un'ottima notizia, considerando che il PEAR Campania ha come obiettivo finale rendere energeticamente efficiente il patrimonio edilizio e produttivo esistente, programmare lo sviluppo delle reti distributive al servizio del territorio e disegnare un modello di sviluppo costituto da piccoli e medi impianti allacciati a reti ‘intelligenti' ad alta capacità, nella logica della smart grid diffusa. Nel novembre del 2024 anche l'UCI, Unione Coltivatori Italiani, ha preso atto che nel Sannio ed in Irpinia si trova il 16% degli aerogeneratori istallati in Italia, concentrati nei comuni del Fortore e nel Tammaro, rappresentando il 25% della produzione dell'intero Mezzogiorno. I ‘parchi eolici' della provincia beneventana assicurerebbero oltre 800MW di potenza, consentendo a questa fonte un'incidenza del 54,4% rispetto alle altre FER regionali. Un grande risultato ottenuto grazie al Sannio.

Qui la storia dell'eolico è iniziata molto prima dell'approvazione del PEAR nel 2020. Dal 2011, infatti, sbarcano nel Sannio società che ottengono i permessi per i primi impianti eolici campani: sono Voltwind Energy, Venti Venti Venti, Irpinia Vento, Meridional Wind, Ie's investimenti, P e' M Business e Law, Gaia Energie rinnovabili, GMC, Caretti, STR, VP service, Gaia Energie Rinnovabili, Eolica San Lupo, CEC Energy, World Wind Energy House WWEH, Green Energy srl, Riccio e Benito. La maggior parte propone ed ottiene l'installazione di aerogeneratori e stazioni a Fragneto Monforte, Baselice, Castelfranco in Miscano, Circello, Ponte, Casalduni, Foiano, San Marco dei Cavoti, Reino, Campolattaro, Montefalcone, San Lupo, Ginestra degli Schiavoni, Castelvetere, Apollosa, Santa Croce del Sannio, Campoli del Monte Taburno, Durazzano.

La località più interessata è San Giorgio La Molara, dove si concentra la maggiore quantità di pale eoliche. Nonostante oggi sia stata constatata la saturazione del potenziale territoriale, gli eroi dell'eolico beneventano non si scoraggiano, proponendo progetti di rinnovamento degli impianti ultraventennali: così nel febbraio 2022 è stato avviato il rifacimento dell'impianto eolico del comune di Montefalcone; nel dicembre del 2023 è partito l'ammodernamento dell'impianto di Castelfranco in Miscano e, nel giugno 2024, è stato autorizzato l'ammodernamento dell'impianto a San Bartolomeo in Galdo. Con tale ammodernamento, il numero delle turbine necessarie ad ottenere la potenza attuale potrebbe essere inferiore, grazie all'evoluzione tecnologica. Ma ciò darebbe anche la possibilità di aumentare la produzione di Energia rinnovabile a parità di apparecchiature. La transizione energetica, dunque, sembra procedere a gonfie vele grazie al Sannio; salvo che tocca alcuni aspetti del territorio evidentemente dimenticati nelle relazioni che accompagnano i progetti.

Le PAS, Procedure Amministrative Semplificate della Regione Campania, necessarie alla approvazione dei progetti, prevedono un'analisi pedologica del terreno. In questo caso la Direzione Generale Politiche Agricole Alimentari e Forestali emette pareri o atti di assenso, necessari al rilascio dell'Autorizzazione Unica, solo in caso di impianti fotovoltaici e a biomassa. L'energia eolica è esclusa, forse perché si pensa che non inciderebbe direttamente sulla ‘capacità d'uso dei suoli'. Nelle specifiche tecniche dell'art. 12 dell'Autorizzazione Unica a realizzare l'impianto, approvata nel 2021, si richiedono una Valutazione d'Impatto Ambientale; la verifica di sussistenza di procedimenti di tutela da parte della Soprintendenza; la richiesta di dichiarazione di Pubblica Utilità; certificati di destinazione urbanistica, relazione paesaggistica e documenti per l'autorizzazione; lo svincolo idrogeologico, la verifica di coerenza dei limiti delle emissioni sonore; documenti per la compatibilità elettromagnetica, relazioni idrogeologiche; la Carta delle Aree Rete Natura 2000, la Carta dei vincoli e del rischio frane, una eventuale relazione archeologica; una relazione sulla vegetazione dell'area vasta. Non manca la richiesta del progetto di decommissioning e riambientalizzazione, con gli interventi di smantellamento e rispristino dei luoghi secondo le indicazioni della Delibera n. 533 del 04/10/2016; infine l'individuazione delle strade che portano al cantiere e delle vie che consentono la propagazione degli incendi. Manca chiaramente la ricognizione delle attività economiche connesse alla fruizione del territorio, come piste ciclabili, sentieri per il trekking, aree escursionistiche, agriturismi e fattorie didattiche con laboratori di prodotti tipici, allevamenti, oasi naturalistiche. Che sono anch'esse espressione di una vita improntata all'ecologia! Elementi che dal 2011 ad oggi si sono moltiplicati nel Sannio, soprattutto nel Fortore, analizzati sotto molti aspetti da docenti e ricercatori di Università del Sannio in vari progetti di studio pubblicati. Il convegno di Fragneto l'Abate, ha inteso così mettere in discussione proprio la decisione dell'Ente regionale del 4 novembre scorso, d'iniziare la pre-istruttoria per il progetto della Energy Total Capital Morcone Wind Farm s.r.l. di un Parco Eolico localizzato tra Morcone e Circello, installando a Fragneto l'Abate 7 turbine da 4,2 MW di potenza complessiva, pari a 29,4 MW con relative opere di connessione.

Gli aerogeneratori in progetto dovrebbero sorgere a ridosso di un'attività agricola, la masseria Sant'Andrea, sottoposta a vincolo diretto dei Beni Culturali dal 1989, a distanze inferiori rispetto a quelle concesse dal PEAR. Armando Marrone, sindaco di Fragneto l'Abate, Simone Paglia, sindaco di Campolattaro, Luigino Ciarlo, sindaco di Morcone si sono confrontati sull'argomento con Davide Iannelli presidente di Italia Nostra Matese - Alto Tammaro, Camillo Campolongo presidente del WWF Sannio e Antonio Friello, della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento.

Fra tutti, Luigino Ciarlo si è dichiarato apertamente critico verso l'eolico, rilevando anomalie nei progetti, come la collocazione in area ad uso civico o la rappresentazione errata dei coni visivi rispetto alla veduta del paesaggio. Per affrontare le norme nazionali e la liberalizzazione nel settore, ha cercato appoggio nelle norme di salvaguardia del PUC, senza grandi risultati; ha proposto, quindi, il ricorso agli strumenti di tutela del paesaggio appellandosi alla Soprintendenza.

Il presidente di Italia Nostra, Davide Iannelli, ha lanciato alcune proposte di tipo procedurale alla Regione: una di esse sarebbe l'elaborazione di un Piano che individui le ″aree idonee″ all'eolico in relazione al PPT e di supporto al PEAR. Ha sottolineato, inoltre, come la popolazione locale non sia mai diventata comunità energetica con le installazioni dei parchi eolici, affermando che gli impianti sviliscono i centri storici e il suolo.

Antonio Friello, ha confermato la vicinanza dell'Ente di Tutela alla cittadinanza e ai territori, spiegando che le analisi e le decisioni sono complesse e non facili. A suo parere il problema dello spopolamento dell'area de Fortore avrebbe contribuito a rafforzare l'idea di un territorio predisposto alle installazioni eoliche. Nel caso delle istruttorie, i pareri della Soprintendenza cedono il passo alla necessità della transizione ecologica, il cui obbiettivo è la tutela dell'Ambiente, di cui l'energia eolica è un valido strumento supportato dai finanziamenti del PNRR. Sulle proposte di vincolo paesistico, ha ricordato che si tratta di un provvedimento complesso da motivare adeguatamente; al di là dei vincoli per la tutela, anche una pianificazione orientata alla transizione energetica sarebbe auspicabile, ferme restando le esigenze di tutela, che non possono essere utilizzate a supporto di una ‘zonizzazione' di aree idonee all'eolico. Dunque, potrebbe essere il PEAR lo strumento che accoglie le istanze del territorio in ottica di Area Vasta, in collaborazione con tutte le parti che hanno interesse ad investire economicamente nelle aree.

Camillo Campolongo, citando lo studio di ISPRA sugli ecosistemi nel Parco Nazionale del Matese ‘assalito', a suo dire, dall'impianto eolico, ha aggiunto che l'agenzia ARPA ha dimostrato l'esistenza di danni per 34 ettari di terreno inclusi nell'Area SIC del Matese. In riferimento alla minaccia verso l'Oasi di Campolattaro e l'Area Naturalistica del Matese, ha ribadito l'importanza di un ecosistema ricco, che merita attenzione e tutela, purtroppo distante poche centinaia di metri dalle pale eoliche. Ha raccomandato quindi più attenzione verso le relazioni naturalistiche dei progetti, proponendo la soluzione della creazione di Comunità energetiche locali, che possano usufruire dei benefici delle energie rinnovabili a titolo di compensazione.

Infine, Simone Paglia sindaco di Campolattaro, area sottoposta alla creazione di un impianto di accumulo idroelettrico sul bacino della diga che interessa anche i comuni di Morcone e Pontelandolfo, ha denunciato difficoltà all'approvvigionamento idrico per la comunità locale, dicendosi preoccupato per l'impatto della costruzione della galleria di collegamento tra Campolattaro e Ponte. Per questo motivo ha chiesto un incontro con gli amministratori delegati dell'azienda titolare del progetto, dal momento che è sempre mancato un confronto con i sindaci del territorio. La considerazione finale è che il progetto, nato nel 2011, non tiene conto delle attività turistiche che si sono sviluppate nell'ultimo decennio intorno al lago di Campolattaro. Agli interventi si è unito anche l'Ambasciatore dello Zambia, Enrico De Agostini, la cui famiglia è originaria di Campolattaro, molto legato al Fortore e al Sannio, con un video-appello alla cura e alla valorizzazione del nostro territorio.

ROSANNA BISCARDI