Dopo 226 anni di attività vanno via le Suore Orsoline Chiesa Cattolica

A Benevento le Suore Orsoline giunsero il 18 maggio del 1786, 226 anni fa. Il monastero beneventano delle Orsoline fu ideato dall’arcivescovo Francesco Pacca, patrizio beneventano. Il 7 giugno del 1763 fu benedetta la prima pietra. L’arcivescovo Francesco Maria Banditi completò i lavori. Il 18 maggio 1786 tre religiose giunsero da Calvi dell’Umbria e furono immediatamente apprezzate e stimate in tutta la città, attirando in breve tempo anche tante vocazioni locali. Nel suo testamento il cardinale Banditi dichiarava le Orsoline sue eredi universali, acquistando per loro, ad uso di foresteria, un’altra casa di fronte al monastero, l’attuale palazzo Schinosi.

Nonostante la rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, il monastero beneventano evitò la soppressione a motivo della generosa opera svolta nell’educazione delle fanciulle. Non mancarono periodi di grandi sacrifici e sofferenze, ma l’opera di apostolato non ebbe mai cedimenti. Nel 1875 oltre alle scuole elementari le Orsoline curavano anche l’educazione delle collegiali. Nel 1915 la casa fu requisita dal comune e trasformata in ospedale, dove le religiose offrirono la loro opera generosa. Cessata la prima guerra mondiale, il cardinale Alessio Ascalesi riuscì a riaffidare la casa alle Orsoline nel 1922. Poco dopo, con il contributo di Pasquale De Martini, la casa venne eretta in “Ente Morale Opera Elio De Martini”. Assistenza alle orfane e scuola di avviamento professionale videro le suore impegnate fino al 1943. Poi la seconda guerra mondiale. Nel 1944 i lavori di ricostruzione dell’edificio di via Rummo ridonarono alla struttura settecentesca nuovo decoro e dignità. Scuola d’infanzia, elementare, media, corsi di avviamento professionale e istituto magistrale vedono le orsoline al servizio dell’educazione per trasmettere un luminoso messaggio cristiano ed apostolico.

Molte generazioni beneventane conoscono e apprezzano la generosità del loro servizio. Ma purtroppo nei prossimi giorni questa luce tenuta accesa per 226 anni si spegnerà. Le suore orsoline lasciano definitivamente la nostra città. Le religiose attualmente sono dieci: Suor Carmelina Iadanza, superiora della comunità e gestore della scuola, originaria di Pietrelcina, ha 63 anni, suor Reparata Caruso, di Pesco Sannita, storica portinaia piena di affabilità ha 90 anni, suor Carmela Di Pasqua di Tufo ne ha 79, suor Eugenia Cella di San Leucio del Sannio 87, suor Alfonsa Gallù di Francavilla Fontana (Brindisi) 81, suor Agata Iannelli di Pesco Sannita 85, suor Antonietta Lauro di Casalbore (Avellino), coordinatrice didattica 65, suor Maria Pilla di Reino 82, suor Lidia Tresca di Benevento 87 e suor Emilia Viscusi di Sant’Agata dei Goti, impegnata nella scuola, 72 anni.

Alcune di esse raggiungeranno il pensionato universitario in via Nomentana a Roma, altre la scuola d’infanzia di Velletri e altre ancora il pensionato universitario di Milano. Attualmente gli alunni dell’istituto beneventano sono circa 180 tra scuola d’infanzia ed elementare.

L’edificio destinato all’attività educativa è di proprietà del Comune, ma le strutture che ospitano la scuola dell’infanzia ed il giardino sono di proprietà delle suore orsoline. Sant’Angela Merici, sotto l’azione dello Spirito di Dio, ha camminato contro vento. Ha piantato nella Chiesa un piccolo seme che nel tempo è diventato un grande albero dai rami frondosi. A Benevento le sue figlie hanno realizzato in pieno il suo programma: educare per evangelizzare. Hanno accolto, educato e formato, soprattutto dagli anni Cinquanta, nell’istituto magistrale, ragazze provenienti dal Sannio, Irpinia, Puglia e Molise e queste hanno svolto nella famiglia e nella scuola una straordinaria missione educativa. Ora il peso degli anni e la scarsità di vocazioni impediscono alle suore orsoline di continuare la loro preziosa opera tra noi. È doveroso e molto opportuno manifestare la nostra gratitudine a queste generose missionarie che lasciano dietro i loro passi il profumo di un amore che non tramonta.

PASQUALE MARIA MAINOLFI 

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