Due nuovi pastori per Melizzano e Airola Chiesa Cattolica

Il vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, mons. Michele De Rosa, ha nominato il nuovo parroco delle due parrocchie di Melizzano, Santi Apostoli Pietro e Paolo e Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nella persona di don Raffaele Palladino ed il nuovo parroco di San Giorgio martire e San Lorenzo martire nella monumentale chiesa della Santissima Annunziata in Airola, nella persona di don Liberato Maglione.

Don Raffaele Palladino è nato il 28 febbraio 1959 a Ponte, ha frequentato il Seminario minore di Cerreto Sannita, il Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Benevento e il quinquennio filosofico-teologico nel Seminario Interregionale campano di Posillipo, è stato ordinato sacerdote da mons. Felice Leonardo nella chiesa di Santa Generosa martire in Ponte il 22 dicembre 1985.

Don Raffaele è stato mansionario del capitolo cattedrale di Cerreto, vicerettore del collegio vescovile Luigi Sodo, parroco di Pietraroia, parroco di Bocca della Selva nel comune di Cusano Mutri, parroco di Civitella Licinio nel comune di Cusano Mutri, segretario della visita pastorale tenuta dal vescovo Mario Paciello, parroco di Frasso Telesino e ultimamente vicario parrocchiale di Santa Generosa in Ponte. Attualmente don Raffaele è anche vice cancelliere della curia vescovile oltre ad essere il nuovo parroco delle due parrocchie di Melizzano.

Il paese affidato alle cure pastorali del mite e saggio don Raffaele è ubicato sulle falde occidentali del Taburno a 40 Km da Benevento e conta circa duemila abitanti. Nello stesso territorio sorgeva nel III secolo d.C. l’antica “Melae”, città fortificata sannita distrutta nel 538 dai Romani. Anche Tito Livio la ricorda nelle sue opere. Oggi non restano che i ruderi della primitiva presenza. Sulle antiche rovine sorse nel secolo IX la cittadina sannita. Nel periodo longobardo si ricorda il paese col nome di “Melassanu”. Sotto i Normanni fu possedimento di Roberto, principe di Caserta, e smembrata dagli Angioini nel XIV secolo.

Nel XV secolo fu teatro del cruento scontro tra i partigiani di Alfonso d’Aragona e quelli di Renato d’Angiò per la successione al regno di Napoli, Melizzano prese le parti del francese e a motivo della sconfitta di questi fu duramente colpita. Successivamente fu feudo dei Gambacorta che detenevano la vicina Grasso. Fu poi proprietà di Pietro de Curtis e di Giulio Cesare di Capua fino all’abolizione della feudalità. Edifici di particolare interesse storico sono: il castello del XVII secolo, la chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo del 1742 in stile barocco situata al centro del paese, la chiesa di Sant’Alfonso nella frazione Torello è invece del 1940 ed è stata eretta parrocchia da mons. Leonardo il 13 luglio 1986. Sulla sommità del paese, incastonato nella montagna, si trova un grazioso santuario dedicato alla Madonna della Libera, alla quale i Melizzanesi sono particolarmente devoti.

L’agricoltura è fiorente, famose le uve pregiate e l’impareggiabile mela annurca. La popolazione è dedita soprattutto all’agricoltura. Dallo scorso 12 gennaio don Raffaele Palladino è il nuovo agricoltore di questa porzione della vigna del Signore.

Don Liberato Maglione che dal 13 gennaio scorso è il nuovo parroco di Airola è nato il 9 dicembre 1975 a Moiano, si è diplomato geometra, è stato per un anno nel Seminario di Cerreto e per cinque anni in quello di Posillipo, ordinato sacerdote da mons. De Rosa nel duomo di Sant’Agata il 25 maggio 2002, parroco di Forchia fino al 2007, cappellano dell’istituto penale minorile di Airola, vicario parrocchiale di San Giorgio Martire in Airola per alcuni mesi e parroco di Melizzano dal 2007 al 2013. Inoltre don Liberato è delegato diocesano per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso e vice direttore dell’ufficio catechistico.

Airola conta oltre settemila abitanti. Carlo III Borbone nel 1754 gli conferì il titolo di città per compensarla del prelievo delle sue acque del Fizzo usate per alimentare i giochi delle fontane della reggia di Caserta. L’antica città caudina “Ara Iovis” prende probabilmente il nome da un tempio di Caudio dedicato a Giove. Diventa nucleo più organizzato nel periodo longobardo, secolo IX, ubicato sulla collina del Castello dove dimorò spesso Rainulfo, cognato e competitore del re Ruggiero.

A nessuno sfugge la monumentale chiesa dell’Annunziata con la splendida facciata dell’architetto Luigi Vanvitelli, completata sotto la dominazione di casa d’Avalos nel 1562, arricchita di affreschi, stucchi e sculture in marmo e in legno. Sulla facciata vanvitelliana due statue in marmo rappresentano la Fede e la Speranza. Il campanile venne completato nel 1755.

Di particolare interesse all’interno, il soffitto ligneo seicentesco con tre tele di Paolo Finoglia, l’altare barocco e il pulpito ligneo di Lorenzo Montella, la pala dell’abside con l’Annunziata di ignoto napoletano del XV secolo. Don Liberato Maglione con i suoi 37 anni di età possiede le energie necessarie per animare la città caudina con una generosa opera di evangelizzazione.

La presenza in città, dei passionisti a Monteoliveto, dei frati minori francescani nel convento di San Pasquale, del monastero delle clarisse sul corso principale, del santuario del Volto Santo e di altre comunità religiose, permetterà al nuovo parroco di coordinare un lavoro pastorale capace di restituire vivacità ed entusiasmo ad una comunità ricca di significative tradizioni civili e religiose. La premura paterna del vescovo De Rosa per Melizzano e Airola rappresenta un sorso d’acqua fresca nel deserto spirituale che ci affligge.

PASQUALE MARIA MAINOLFI 

Altre immagini