Edith Stein dalla scienza filosofica alla Croce di Cristo Chiesa Cattolica

Il secolo scorso, in mezzo ai campi di sterminio, ha visto nascere i fiori della fede, della speranza e dell’amore. Tra questi spicca in modo straordinario Edith Stein. Una donna ebrea, filosofa, convertita al cattolicesimo, martire, divenuta infine Santa Teresa Benedetta della Croce, proclamata compatrona d’Europa. Edith Stein nasce a Breslavia nel 1891 da famiglia di ebrei osservanti.

Dopo gli studi liceali ed universitari si trasferisce a Gottingen per seguire il filosofo Husserl, ebreo non credente, fondatore della fenomenologia. Edith lo considera «il filosofo, il maestro indiscutibile dei nostri tempi», ed entra nella cerchia dei suoi discepoli. Anche Husserl la stima e la guida nella faticosa ricerca della verità. Questo è l’obiettivo di ogni vero filosofo.

Due giovani professori, Adolph Reinach e Max Scheler, la introducono nel mondo del cattolicesimo per lei ancora sconosciuto. Scrive: «Mi ritrovai d’un tratto di fronte al mondo della fede. Un fatto che meritava riflessione».

Un giorno visita una chiesa cattolica, a scopo turistico e vede una donna del popolo, con la borsa della spesa sotto il braccio, che prega a fior di labbra. Rimane colpita. Non dimentica più quella scena. Il lavorio paziente della Grazia, la conduce dall’ateismo a Cristo, attraverso l’ombra misteriosa della Croce.

Nel 1914 scoppia la prima guerra mondiale: per 5 anni 30 nazioni e un miliardo di persone sono travolte nella bufera. La prima grande follia del secolo breve. Nel 1915 Edith si arruola volontaria nella Croce Rossa, come aiuto infermiera. Cura i soldati austriaci feriti in ospedale. Si misura con la sofferenza. Si merita una decorazione. Torna a Gottingen e termina la tesi.

Consegue la laurea: summa cum laude. Ora è Doktor. Nel 1916 Husserl è trasferito nella prestigiosa università di Friburgo, e la chiama come assistente di cattedra. Per i suoi 25 anni è un traguardo prestigioso. Nel 1917 la grande svolta: è l’ora della conversione. Dopo la dolorosa notizia della morte al fronte di Reinach, Edith, amica di famiglia, corre a Gottingen per confortare la giovane moglie. L’amica, piena di dolore, manifesta una grande pace. «Sono lacerata nel cuore, ma accetto la perdita di Adolph come una partecipazione al sacrificio della Croce, che porta guarigione e vita a tutti. Il mio cuore mi dice che Adolph ora vive con Dio. Ha raggiunto il suo obiettivo».

Sconcertata da queste parole, Edith, molti anni dopo commenta: «Fu il mio primo incontro con la Croce, la mia prima esperienza della forza divina che dalla Croce emana e si comunica a quelli che l’abbracciano. Fu quello il momento in cui la mia incredulità crollò».

Ritorna al suo lavoro universitario a Friburgo, ma tutto cambia: il cristianesimo da fenomeno interessante diventa ragione di vita. Nel 1918 si conclude la guerra mondiale, con 10 milioni di morti e l’Europa da ricostruire. Si impegna in politica. Nel 1921 la svolta decisiva: a Bergzabern in casa di amici, rimane sola, è notte e non riesce a dormire, tra i libri della biblioteca prende casualmente la Vita di Santa Teresa d’Avila, non lascia il libro senza finirlo e quando lo richiude, confessa a se stessa: «Questa è la Verità!».

Si reca alla chiesa cattolica e assiste alla prima Messa della sua vita, e rimane colpita dal raccoglimento dell’anziano sacerdote, lo raggiunge in sacrestia e gli dice: «Vorrei ricevere il battesimo». E il prete: «Conosce la dottrina cattolica?». E lei, impacciata: «La prego, reverendo, mi interroghi». Risulta più che preparata. Riceve il battesimo e da quel giorno la Comunione diventa il suo pane quotidiano. Rientra a Friburgo e cerca un direttore spirituale, e gli confida che intende dedicarsi interamente al Signore in un convento.

Entra tra le suore Domenicane di vita attiva, insegna nel liceo di Spira e tiene conferenze di formazione pedagogica per le giovani religiose. Studia Newman e San Tommaso, e traduce le loro opere in tedesco. Tiene conferenze fuori patria: Svizzera, Austria, Cecoslovacchia, Francia. Lavora per la promozione sociale della donna. Lei è donna, cattolica ed ebrea: 3 motivi che nel nuovo clima le precludono la carriera universitaria.

Esplodono le tensioni. Hitler genera la tragedia: nel 1933 assume il potere sulla Germania, favorisce il razzismo e prepara la guerra. Edith in un’omelia sente citare Pascal e il suo assioma folgorante: «Gesù è in agonia fino alla fine del mondo». Ne percepisce tutta l’attualità. Decide di farsi monaca carmelitana a Colonia. Emette i voti di povertà, castità e obbedienza. Sceglie il nome di Teresa Benedetta della Croce, dichiarandosi con questo nome, pronta a tutto.

L’obbedienza le assegna il compito di continuare i suoi studi e le traduzioni. Compone libri di spiritualità. Intanto Hitler prosegue nel suo piano mostruoso di eliminare ebrei, zingari, portatori di handicap e avversari politici che si oppongono al nazismo. La sera del 2 agosto 1942 le suore del Carmelo di Echt pregano in coro, suona il campanello della porta d’ingresso con colpi secchi e ripetuti, la portinaia si trova di fronte due agenti della Gestapo: vogliono le due sorelle Stein.

Suor Teresa Benedetta comprende, torna in coro, sosta qualche istante in preghiera, poi dice: «Pregate per noi, sorelle». Poi dice alla sorella Rosa: «Andiamo a sacrificarci per il nostro popolo». Lascia scritto: «Dopo la notte buia, splende davanti a noi la fiamma viva dell’Amore».

PASQUALE MARIA MAINOLFI