Fabiola Gianotti e il difficile rapporto tra scienza e fede Chiesa Cattolica

Il grande scienziato inglese Isaac Newton nel XVIII secolo si interroga: “Che cosa c’è in luoghi che sono quasi completamente vuoti di materia, e donde deriva che il sole e i pianeti gravitano gli uni verso gli altri senza che vi sia tra loro nessuna materia densa? Donde viene che la Natura non fa nulla invano; e da dove trae origine tutto quell’ordine e tutta quella bellezza che vediamo nel mondo? A qual fine esistono le comete, e donde viene che i pianeti si muovono tutti in un unico e medesimo modo in orbite concentriche, mentre le comete si muovono in ogni sorta di modi in orbite molto eccentriche; e che cosa impedisce alle stelle fisse di precipitare le une sulle altre? E’ possibile che l’occhio sia stato costruito senza conoscenza di ottica, e l’orecchio di acustica? Come avviene che i movimenti del corpo derivano dalla volontà, e donde viene l’istinto degli animali?”.

Da esperto in matematica, fisica, astronomia, filosofia, teologia e alchimia, Newton risponde ammettendo “con evidenza” l’esistenza di “un Essere incorporeo, vivente, intelligente, onnipresente, il quale nello spazio infinito come nel suo sensorio, vede intimamente le cose stesse e le percepisce completamente, e le capisce interamente in virtù della loro presenza immediata a Lui stesso”.

Ancora Newton scrive: “Non credo che l’universo si possa spiegare solo con cause naturali, e sono costretto a imputarlo alla saggezza e all'ingegnosità di un Essere intelligente”.

Da una parte dunque c’è l’Essere intelligente, dall’altra l’essere umano che è grande solo quando scopre la sua incommensurabile ignoranza: “Quello che conosciamo non è che una gocciolina e quello che non conosciamo un oceano”.

Su questa lunghezza d’onda si muove Fabiola Gianotti, la superscienziata italiana scelta da Papa Francesco come membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze.

Fabiola nasce il 29 ottobre 1960 a Roma, figlia di una letterata siciliana e di un geologo piemontese. A sette anni, insieme alla famiglia, si trasferisce dalla Capitale a Milano dove frequenta la scuola media “Tommaseo”, il liceo classico delle Orsoline e la Statale di Milano ove, nel 1984, si laurea in Fisica sperimentale e consegue un dottorato di ricerca relativo alle particelle elementari.

Nel 1987 entra a far parte del CERN di Ginevra. Nel 2013 è professore all’università di Edimburgo.

Dal 2016 è la prima donna alla guida dell’Organizzazione europea per la ricerca nucleare, recentemente le viene rinnovato un secondo mandato fino al 2025. Riceve diversi riconoscimenti italiani ed internazionali.

Tra i lavori più importanti che segue c’è quello della scoperta del “bosone di Higgs”, impropriamente chiamato “la particella di Dio”. Secondo Rubbia, questo bosone “rappresenta la transizione fra ciò che conosciamo e la fisica del futuro”. Fabiola Gianotti è una persona polivalente: diplomata in pianoforte presso il Conservatorio di Milano, esperta ballerina, ama la letteratura classica e in particolare Dostoevskij, lo scrittore russo che afferma “La bellezza salverà il mondo”, è appassionata dei film di Ermanno Olmi, pure lui grande per la ricerca del silenzio e del Mistero, grande nella sua pubblica ammissione: “Cerchiamo Dio nel mistero, ma Lui si è già rivelato”.

Ricerca scientifica e ricerca di Dio, lasciando distinti i campi, ma integrandoli armoniosamente nella propria vita, perché - afferma Fabiola - scienza e fede “non solo possono convivere, ma possono aiutarsi a vicenda, perché offrono interpretazioni diverse della stessa realtà. Nessuna di queste interpretazioni è assoluta, perché la scienza offre una visione parziale, valida, vera, ma pur sempre parziale: non possiamo ridurre tutto alla conoscenza scientifica. Così, anche la religione ha bisogno di un pensiero critico e razionale, altrimenti diventa fondamentalismo. Le scoperte della scienza arricchiscono la fede”.

Fabiola ammette in pubblico di credere in Dio, soprattutto quando viene intervistata in televisione da giornalisti che si aspettano dichiarazioni di ateismo da parte di persone assai intelligenti, rinomate, dedite alla scienza.

Alla domanda se ha fede in Dio, risponde in modo pronto e sicuro: “Sì, io credo in Dio”. E poi aggiunge: “Saremmo troppo ambiziosi e arroganti se pensassimo di poter spiegare l’origine del mondo. Mai la scienza potrà dimostrare l’esistenza o la non esistenza di Dio”. Fabiola Gianotti non è sposata.

Quella dello scienziato è una missione troppo impegnativa, come è in fondo quella del sacerdote.

PASQUALE MARIA MAINOLFI