Fra Carlo da Cusano Mutri innamorato della povertà Chiesa Cattolica

Sabato 4 gennaio, nella Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista in Cusano Mutri ho avuto l’onore di presentare il libro “L’innamorato della povertà - il Terziario Alcantarino Fra Carlo di San Pasquale (1818-1878)” scritto da P. Domenico Tirone. Saluti di Vincenzo Di Biase, Consigliere comunale con delega alla cultura, introduzione di Don Domenico Ruggiano, Parroco moderatore delle parrocchie di Cusano Mutri, interventi di Pasquale Marco Fetto, Presidente dell’Associazione Fra Carlo, P. Antonio Tremigliozzi, Ministro Provinciale, Professoressa Gioconda Fappiano, e conclusione dell’autore P. Domenico Tirone. Per illustrare la vita di Fra Carlo di Cusano Mutri, ricorro ai versi famosi di Giovanni Bertacchi (1869-1942), poeta e critico letterario lombardo: «Il carro oltre passò d’erbe ripieno e ancor ne odora la silvestre via. Sappi fare anche tu come quel fieno: lascia buona memoria, anima mia!».

La luminosa e incandescente testimonianza del frate Alcantarino, a 141 anni dalla sua santa morte, diffonde ancora oggi il “il buon profumo di Cristo” (2 Cor 2). Per noi contemporanei che abbiamo costruito un “umanesimo senza Cielo”, il Terziario Alcantarino Giuseppe Vitelli, rappresenta una sintesi mirabile di oratio et oblatio: preghiera ed offerta! Il libro, tenacemente voluto e realizzato dall’Associazione Fra Carlo di Cusano Mutri e stampato nel mese di novembre 2019 presso la Tipografia Borrelli di San Giorgio del Sannio, racconta una storia affascinante, mostra un volto da contemplare e una vita da imitare, un percorso accessibile a tutti... Il libro di 249 pagine è strutturato in 12 capitoli preceduti da una prefazione limpida e profonda di Gioconda Fappiano e da una introduzione dello stesso autore; ai 12 capitoli fanno seguito un’Appendice con le Sigle per la Cronistoria, una puntuale Cronistoria, Conclusione e ricchissima Bibliografia suddivisa in Fonti manoscritte e Fonti edite. In questa ultima fatica letteraria, P. Domenico Tirone, ha voluto mettere in risalto la figura di un santo nella tempesta del suo tempo. La vita di Giuseppe Vitelli, Terziario Alcantarino col nome di Fra Carlo di San Pasquale, infatti non fu una vita facile ma felice perché trovò in Dio e nella Santissima Vergine Maria fondamento, senso e sostegno, nonostante le tentazioni, le prove, le sofferenze fisiche e morali e le persecuzioni, in un periodo storico assai complesso e particolarmente difficile per gli Ordini religiosi.

L’Ottocento si apre con il Concordato tra Pio VII e Napoleone Bonaparte, concordato sistematicamente violato dall’imperatore dei francesi. Un secolo ricco di luci e di ombre, di fermenti ideologici e di scoperte scientifiche, conservatorismo ad oltranza e aperture significative al nuovo, di grandi uomini e di grandi masse in movimento. Il Congresso di Vienna si illude di riportare l’Europa allo “status quo ante”, ma ormai i fermenti di democrazia, libertà e progresso hanno provocato una febbre contagiosa che non tocca la massa della popolazione, ma divora e spinge all'azione gruppi come i Carbonari, la “Giovane Italia”, patrioti e pensatori di varie tendenze che lottano per uno stato costituzionale o per il riscatto delle masse sfruttate dal capitalismo industriale. Processo che nell’Ottocento assume il nome di Risorgimento. Il 1848 rappresenta la linea di separazione tra l’influsso settecentesco e l’irruzione delle rivoluzione che spingono al progresso e al cambiamento, tra speranze e illusioni. La stessa Chiesa non fu immune dagli entusiasmi del 1848; basti pensare a Pio IX e a Vincenzo Gioberti che, prima di darsi alla politica, era stato sacerdote oratoriano. Ma la Chiesa non poteva schierarsi a favore di una nazione cattolica contro un’altra nazione cattolica.

Si profilavano pericoli per l’esistenza stessa dello Stato Pontificio e l’ortodossia della fede cattolica e, perciò, la Chiesa si ripiegò su sé stessa a difesa della fede e del potere temporale con il “Sillabo” del 1864 e con il Concilio Vaticano I del 1870, voluto da Pio IX. Nel 1891 Leone XIII si aprirà ai problemi sociali con la “Rerum novarum”, Enciclica alla cui redazione collaborò il gesuita sannita Card. Camillo Mazzella (1833-1900), originario di Vitulano. Ma se la Chiesa arriva in ritardo, i singoli cristiani e, in modo particolare, i migliori tra loro, i Santi, già hanno tracciato e percorso la strada delle innovazioni e aperture, perché guidati non dalla prudenza ma dall'amore per il prossimo.

Tra questi Fra Carlo di San Pasquale. La sua parabola esistenziale è durata esattamente 60 anni (16 marzo 1818 - 16 marzo 1878). Settimogenito di Donato Vitelli e Cristina Mongello, Giuseppe nasce di lunedì Santo, alle ore 15:33, in contrada Le Sorgenze in Cusano Mutri e viene battezzato nello stesso giorno nella chiesa di San Giovanni Battista dall’economo curato Don Raffaele Maturo e gli viene dato il nome di Giuseppe perché nato nella settimana della festa di San Giuseppe. Nello stesso giorno viene anche registrato all’anagrafe del Comune di Cusano Mutri dal Sindaco e ufficiale di stato civile Domenico Santagata. Muore il 16 marzo 1878 nel suo paese natale, munito di tutti i conforti religiosi, a 60 anni di età. Il popolo che amava chiamarlo “Zi’ Monaco Santo” lo venera come santo e lo fa seppellire nella chiesa della Madonna delle Grazie ai piedi dell’edicola della Madonna del Carmine. Proprio nell’Eremo della Madonna delle Grazie Fra Carlo aveva vissuto gli ultimi 12 anni della sua vita dopo che, assieme ad altri confratelli, era stato espulso, con decreto governativo, dal Convento di San Pasquale di Airola. In attesa di vedere l’inizio del processo di beatificazione di questo figlio illustre della gloriosa terra sannita, che è terra di Santi, reputo urgente la valorizzazione di tre importanti luoghi della memoria: il fonte battesimale della chiesa di San Giovanni Battista dove ricevette il Battesimo, la casa natale rovinata dalla frana ma recuperabile come area sacra e l’Eremo della Madonna delle Grazie dove visse gli ultimi 12 anni e dove riposano le sue spoglie mortali in attesa dell’Angelo della Risurrezione.

MONS. PASQUALE MARIA MAINOLFI