I cattolici e la politica Chiesa Cattolica

In questa società liquida, è quantomai urgente piantare qualcosa di solido, duro, granitico e ben saldo che faccia da riferimento forte per chi cerca valori certi e non effimeri. Essi si trovano con certezza nell’ampia miniera del Cristianesimo.

Il prossimo mese di agosto si ricordano eventi storici molto importanti: il 6 agosto 1978 muore Paolo VI, l’8 agosto 1959 termina la sua giornata terrena don Sturzo, il 19 agosto 1954 muore il grande statista Alcide De Gasperi. Tre personaggi straordinari del cattolicesimo politico italiano ed internazionale. Senza di loro il Novecento non avrebbe visto nascere in Italia la democrazia repubblicana.

I cattolici hanno molto da riflettere dinanzi ai pericoli del capitalismo selvaggio, del liberalismo sregolato, del relativismo culturale ed etico che mettono profondamente in crisi il significato di comunità, lasciando che i concetti di “società liquida” e “modernità” diventino sempre più vampiri che succhiano il sangue della speranza e dell'armonia sociale. Siamo dinanzi ad un bivio: comunità o società liquida.

Il contesto sociale è costituito da legami, relazioni, vincoli solidi, dove tutti si sentono protagonisti di un destino comune dove la persona umana rimane il fulcro centrale e indispensabile. La comunità, invece, quando si disgrega, lascia spazio all’individualismo aggressivo, devastante, velleitario, che produce caos e anomia. Si spegne la solidarietà e la condivisione, non si è più protagonisti del comune cammino e l’altro diventa una minaccia da cui difendersi con tutte le forze.

Il soggettivismo genera disorientamento, mettendo in discussione le fondamenta della modernità resa progressivamente fragile, insicura e priva di sentieri riconoscibili, per cui tutto si scioglie nella inconsistente liquidità. Ed allora, come afferma Zygmunt Bauman, l’incertezza rimane l’unica certezza. Nella diffusa liquidità urge allora piantare qualcosa di solido, stabile, sicuro che faccia da riferimento forte a chi guarda ai valori certi e non effimeri, ampiamente presenti nel Cristianesimo.

Paolo VI, nel discorso tenuto alla FAO per i 25 anni dalla fondazione nel 1970, afferma che “la politica è la forma più alta di carità”, dove per carità si intende amore e rispetto per l’altro indipendentemente dalla religione professata, dalla cultura posseduta, dal colore della pelle e dalla lingua con cui ci si esprime. I cattolici devono quotidianamente amare e servire la comunità in cui operano, svolgendo il ruolo fondamentale di luce, sale, fermento e lievito, per dare significato concreto e dinamico alla politica intesa come servizio. Con questo spirito, don Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi, Giorgio La Pira e Vittorio Bachelet vissero la loro luminosa esperienza politica, lavorando instancabilmente per il bene dell’Italia e degli Italiani.

Politica, oggi, è una parola tra le più usurate e, a chi chiede di parlarne, si potrebbe rispondere con le espressioni che Sant’Agostino utilizza nelle Confessioni a proposito del tempo: “Se nessuno me lo chiede, lo so; se cerco di spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so”. A livello semantico bisogna necessariamente ricorrere alla “polis”, cioè la città intesa come organizzazione sociale della convivenza tra gli uomini che decidono di vivere in un determinato luogo, cercando in esso protezione e risorse per vivere. Ma, ahimé, difronte alle manifestazioni quotidiane di una politica fatta solo di scontri e violenze verbali, finalizzati a riscuotere unicamente una popolarità offerta dai social network, assistiamo allo spettacolo poco edificante di percorsi di debordante autopromozione personale in nome di un presunto interesse del popolo.

Ecco perché molti e soprattutto i giovani oggi guardano con diffidenza la politica prendendone le opportune distanze. La scissione tra demos (popolo) e kratos (potere) ha frantumato il fragile e prezioso cristallo della democrazia. La migliore politica comprende la vera natura del potere e lo intende unicamente come servizio. Se qualcuno aiuta un anziano ad attraversare un fiume, il vero politico gli costruisce un ponte. Se qualcuno aiuta un povero dandogli da mangiare, il politico gli procura un posto di lavoro. Proprio questa si chiama carità e forma altissima di carità che si esplicita nell' “arte nobile e difficile” della politica, secondo la brillante intuizione del vescovo di Molfetta Tonino Bello. Ecco allora che l’impegno dei cattolici in politica per la costruzione del bene comune e di quanti hanno a cuore la politica dev’essere quello di riavvicinarla ai cittadini, facendo cogliere a tutti l’importanza di poter vedere riconosciuti e garantiti, come si legge nell’art. 2 della Costituzione, “i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

Nel disegno costituzionale, la solidarietà politica si sostanzia per tutti i cittadini soprattutto nel voto (art. 48). Proprio qui si colloca il contributo dei cattolici alla politica. Nell’enciclica Fratelli tutti, Papa Francesco, citando la sua Evangelii gaudium, esorta a rivalutare la politica, che “è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune”.

Il 3 e 4 ottobre, in 1.346 comuni italiani si andrà al voto. In Campania si voterà in 142 comuni, tra cui Benevento, Caserta, Salerno e Napoli. Non solo c’è spazio per i cattolici, ma la necessità che questi portino il respiro ampio del bene comune sia nel dibattito politico che nella scelta di uomini che si ispirano al Vangelo. Chi dimentica il Vangelo, la dignità della persona umana, il primato della vita, la identità di genere secondo il progetto creativo di Dio, cioè la famiglia voluta dal Creatore e composta da un uomo, una donna e dai figli accolti come dono prezioso dell’amore coniugale, non può assolutamente dirsi cattolico. Solo la vitalità della comunità cristiana e la coerenza testimoniale dei veri credenti può garantirci, in questo tempo difficile e confuso, una stagione di impegno politico autentico per i cattolici.

PASQUALE MARIA MAINOLFI