Chiesa Cattolica - Il miracolo di San Gennaro si ripete per i beneventani.

Il miracolo di San Gennaro si ripete per i beneventani. Chiesa Cattolica

Le iniziative per celebrare i 1700 anni del martirio del protovescovo beneventano san Gennaro si snodano in questo anno januariano a ritmo serrato e puntuale. In settembre il triduo con la presenza dei vescovi di Benevento, Pozzuoli e Napoli, sarà concluso solennemente alla presenza di un cardinale che verrà dal Vaticano a presiedere la processione per il corso principale della città e la Concelebrazione eucaristica. Dal 22 al 25 settembre corsi di direzione di coro e tecnica vocale e seconda rassegna interdiocesana per cori polifonici. Il 28 settembre udienza papale con Benedetto XVI e Messa sulla tomba di Giovanni Paolo II con l’arcivescovo Angelo Comastri. In ottobre conferenza del filosofo Massimo Cacciari. In novembre esercizi spirituali del clero a San Giovanni Rotondo con don Stefano Gobbi, pubblicazioni sul convegno storico-scientifico tenuto in città il 14 marzo e sulla vita di san Gennaro per diffonderne una maggiore conoscenza tra la gente e infine chiusura dell’Anno Januariano. Nel programma era stata fissata anche la recente giornata sacerdotale diocesana di giovedì 23 giugno con la visita alle catacombe di san Gennaro in Capodimonte ove il vescovo napoletano Giovanni I traslò i resti mortali del martire Gennaro, decapitato a Pozzuoli il 19 settembre del 305, la visita alla real cappella del tesoro di san Gennaro nel duomo di Napoli e del museo degli argenti, il pranzo a Riviera di Chiaia e la visita al santuario della Madonna di Pompei con la riflessione di mons. Carlo Liberati vescovo prelato e delegato pontificio. Cuore della giornata la Concelebrazione eucaristica dei quaranta sacerdoti beneventani nella cappella di san Gennaro presieduta dall’arcivescovo Serafino Sprovieri alla presenza del cardinale Michele Giordano che ha gentilmente accolto il pellegrinaggio sannita. E qui, verso le ore 12.00, il segno straordinario della liquefazione del sangue di san Gennaro tra la commozione e le lacrime dei presenti. Il reliquiario con le ampolle è stato tolto dalla cassaforte in via del tutto eccezionale per essere offerto alla devozione dei presbiteri beneventani.
Il miracolo dello scioglimento del sangue avviene in date fisse e solo in casi straordinari. La fluidificazione e ricoagulazione ha manifestato ai presenti il gradimento del Cielo per le tante iniziative organizzate in onore del protovescovo beneventano, la speciale protezione che il martire esercita in favore della Chiesa beneventana ed ha anche offerto un segno lampante della beneventanità di san Gennaro dinanzi ai suoi concittadini presenti nel duomo di Napoli come pellegrini. Il card. Giordano sorpreso e compiaciuto per l’evento eccezionale ha detto che il miracolo del sangue di san Gennaro è un vero assurdo biologico che non può essere spiegato con le sole forze naturali perché contrario alle inderogabili leggi della natura e proprietà del sangue. Il fenomeno continua a interessare il mondo scientifico per la fenomenologia stupefacente che urta contro le leggi quotidiane che regolano lo svolgimento della vita organica. Un grumo di sangue sfida nei secoli le teorie e filosofie governate dalla sola ragione e controllate dalle misure delle leggi meccaniche della natura. Una sostanza solida, sigillata, secolare, che in modo irrefutabile si liquefa, cangia di colore, di volume, di peso, di viscosità dinanzi agli occhi increduli dei presenti e alle macchine cinematografiche.
Fisica e chimica si arrendono, la fede esulta e si rinnova, uscendone fortificata mentre il sangue si liquefa, bolle fino a quando il coagulo riprende denrto di sé il siero risolidificandosi in toto. Un coagulo che vive e respira in questo suo rigonfiamento e in questa sua spremitura che, rappresentano, la inspirazione e la respirazione nella funzione vitale del respiro. Un segno grande del soprannaturale per confortare la nostra fede nana e ricordare soprattutto ai sanniti che san Gennaro dopo 1700 anni dal martirio è ancora vivo tra noi.

Pasquale Maria Mainolfi