La Beata Armida Barelli una vita per l'evangelizzazione. La sua presenza in Benevento Chiesa Cattolica

Sabato 30 aprile 2022, nel Duomo di Milano, si svolgerà il rito della beatificazione di Armida Barelli, presieduto dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in rappresentanza di Papa Francesco. Nella stessa celebrazione verrà beatificato anche don Mario Ciceri, sacerdote della diocesi ambrosiana.

Infatti, il Papa ha autorizzato il decreto riguardante il miracolo attribuito all’intercessione di Armida Barelli che, con il suo apostolato, ha contribuito alla fondazione dell’Azione Cattolica Italiana, dell’Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo e dell’Università Cattolica. Una vita interamente spesa al servizio della Chiesa e della società. Il miracolo è avvenuto a Prato, ad Alice Maggini di 65 anni, investita da un camion mentre viaggiava in bicicletta, riportando una forte commozione cerebrale. Contro ogni previsione scientifica, Alice si è ripresa completamente perché i familiari hanno invocato l’intercessione della Serva di Dio.

Armida Barelli rappresenta una miscela esplosiva di intelligenza e spiritualità, a partire da una incrollabile fede nel Sacro Cuore ed una generosa consacrazione nel mondo e nell’attività culturale, aprendo strade nuove al ruolo della donna nella vita della Chiesa e della società. Ha affrontato con indomito coraggio sfide nuove e sostenuto opere profetiche di intensa carità culturale. Il successo ottenuto nella realizzazione della Gioventù femminile le procura invidie, maldicenze, lettere anonime e informative della Polizia del regime, tensioni e incomprensioni senza numero.

Armida Barelli detta Ida nasce a Milano il 10 dicembre 1882 in una famiglia borghese, laico-risorgimentale. Brilla per bellezza singolare. Studia in un collegio svizzero. Incontra la fede e gusta le “segrete dolcezze” della vita spirituale. La famiglia la vorrebbe sposa e madre, ma Dio ha su di lei altri progetti. Una vocazione travagliata. Nel 1909 scrive: “dopo tre anni di alti e bassi, fervore e resistenza alla Grazia, misericordia di Dio e miseria mia, quando stavo per disperare di me la Grazia mi investì. Ora mi canta nell’anima l’amore del Signore!”.

Non entra in convento, rimane nel mondo e a 27 anni si consacra interamente al Signore: “verginità e apostolato nel mondo”. Insieme a Padre Agostino Gemelli, Ludovico Necchi e mons. Francesco Olgiati, nel 1921 fonda a Milano l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Papa Benedetto XV affida a lei la diffusione della Gioventù femminile di Azione Cattolica. Fonda l’Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità di ispirazione francescana e poco dopo nel 1929 l’Opera della Regalità, che anticipa la riforma liturgica e avvicina alla liturgia tutti i fedeli. Nel 1946 lotta con fermezza per il diritto di voto alle donne. Molto attiva in politica, prende parte alla campagna elettorale della Dc.

Alle consorelle ama ripetere: “breve è la vita, spendetela bene per colui che solo ne è degno”. Viaggi, conferenze, articoli, interventi, una vita dinamicissima, interamente spesa nell’azione sociale e politica. Una giaculatoria viene da lei definita “il mio talismano della felicità”. “Sacro Cuore di Gesù, io mi affido a Te, io confido in Te, io mi fido di Te”. Nel 1949 viene colpita da una paralisi bulbare e perde l’uso della parola. Il silenzio si fa adorazione. Scrive: “accetto la morte che il Signore vorrà, in piena adesione al volere divino, come ultima prova d’amore al Sacro Cuore”.

Nella solennità dell’Assunta del 1952, a 70 anni, nella villa di famiglia a Marzio (Varese), ritorna alla casa del Padre. I resti mortali di colei che è nota come “sorella maggiore” della Gioventù femminile di Azione Cattolica riposano dall’8 marzo 1953 nella cripta della cappella principale dell’Università Cattolica a Milano.

Il processo diocesano per l’accertamento delle virtù eroiche si è svolto a Milano dall’8 marzo 1960 al 10 luglio 1970. Il 20 febbraio 2021, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto relativo al miracolo ottenuto per sua intercessione, aprendo così la via alla sua beatificazione. Una delle donne più significative del Novecento italiano. Un’esperienza laicale segnata da una mirabile sintesi tra vita attiva e vita contemplativa. Una testimonianza attualissima che parla alle donne e agli uomini del nostro tempo. Con lei comprendiamo come il battesimo trasforma il laico che vive nel mondo in fermento di luce, bellezza, verità e amore.

Padre Marciano Ciccarelli, personalità poliedrica dei Frati Minori Francescani, fu assistente spirituale per molti anni dell’Università Cattolica di Milano, dove conobbe Agostino Gemelli e Armida Barelli. Fu anche ministro Provinciale della Provincia Francescana Sannito-Irpina, un vulcano di idee e di iniziative, pioniere del Movimento liturgico Popolare insieme ad un drappello di intelligenti e generosi confratelli.

Con il mandato del Papa, la futura Beata gira in tutte le diocesi italiane e viene diverse volte anche a Benevento per fondare e animare la Gioventù Femminile di Azione Cattolica e costituire il primo nucleo di Missionarie della Regalità: Olga De Rienzo, Gaetana Intorcia, Anna e Vittoria Donatiello, Geda Salvatore, Vittoria Speraneo, Assunta Peluso ed altre.

Armida fu ospite dell’ing. Pietro Florio, padre di Irene, generosamente impegnata in Azione Cattolica. A Benevento poi vive, presso la Basilica della Madonna delle Grazie, il mio veneratissimo docente di psicologia, Padre Lino Barelli, al secolo Giorgio, nato il primo febbraio 1934, pronipote della Beata Armida. Sua madre, Ida Roggero, era figlia di Mary Barelli, sorella di Armida. Armida favorì l’incontro e il matrimonio dei futuri genitori di Padre Lino e fu scelta anche come madrina di battesimo di Giorgio, il 4 febbraio 1934, tre giorni dopo la sua nascita.

Anche il papà di Padre Lino si chiama Giuseppe Barelli, ma è di origine toscana e non è parente di Armida. Giuseppe Barelli è stato commerciante di olio ed ha lavorato con le grandi ditte del settore in tutta l’Italia meridionale. Dopo la morte di lui, il fratello gemello di Padre Lino, Eugenio, continuò l’attività paterna e per questa ragione a San Giovanni Rotondo conobbe Padre Pio da Pietrelcina, diventandone figlio spirituale.

Padre Pio ha accompagnato Eugenio fino all’ingresso nell’Ordine francescano della Provincia Toscana detta delle Stimmate ed è stato anche guardiano de La Verna. Proprio a La Verna, nell’estate del 1950, all’età di sedici anni, Padre Lino incontra Padre Marciano Ciccarelli, della Provincia Sannito-Irpina dei Frati Minori si confessa con lui, lo sceglie come guida spirituale e nel 1952, conseguito il diploma di maturità scientifica, lo segue a Benevento.

Frequenta il noviziato a Vitulano e dopo gli studi viene ordinato sacerdote alla Madonna delle Grazie da monsignor Pasquale Venezia il 25 marzo 1958, quando l’arcivescovo Agostino Mancinelli si era gravemente ammalato. All’università di Lovanio, in Belgio, si laurea in Pedagogia sperimentale, viene chiamato dal Generale dell’Ordine a Roma come responsabile della Basilica dell’Antonianum, insegna al Seminario di Benevento, guida il Noviziato Interprovinciale di Piedimonte Matese, lavora in diversi conventi della provincia religiosa ed ora, a 87 anni di età, è confessore presso il santuario della Madonna delle Grazie.

PASQUALE MARIA MAINOLFI