L'arcivescovo Accrocca ai giornalisti sanniti: ''Comunicate il bello che c'è nelle persone, unendo testa e cuore'' Chiesa Cattolica
Parole quanto mai illuminanti, canti soavi e un’atmosfera di rarefatta dolcezza hanno reso sublime la Santa Messa celebrata questa sera dall’arcivescovo metropolita di Benevento, monsignor Felice Accrocca, nella Cattedrale cittadina (Cappella del Santissimo Sacramento), in occasione della festa liturgica di San Francesco di Sales: vescovo di Ginevra, fondatore dell’Ordine della Visitazione, Dottore della Chiesa e Patrono della Stampa Cattolica.
All’alba dell’Anno Giubilare, l’appuntamento dedicato a giornalisti, operatori dell’informazione e animatori della comunicazione si è mirabilmente rinnovato, come da tradizione ormai consolidata.
Il Pastore della Chiesa Sannita, durante l’omelia, ha esortato a condividere con mitezza, essere comunicatori di speranza e a non dimenticare il cuore.
“La condivisione spinge a uscire dal proprio guscio, a dividere con l’altro la speranza e il bene che alberga nei cuori di ognuno. Tante volte si mette in evidenza il male e questo fa crescere la rabbia, mentre dovremmo imparare a condividere il bene per moltiplicarlo, perché il bene quando si divide cresce. E bisognerebbe anche apprendere a condividere con mitezza, educare alla mitezza, perché le parole possono diventare pietre e tante le volte le parole sono utilizzate proprio come pietre scagliate per lapidare qualcuno… E questo non fa bene a nessuno”.
Quindi l’invito ai giornalisti: “Comunicate il bello che c’è nelle persone, unendo testa e cuore, parlate al cuore delle donne e degli uomini al servizio dei quali state svolgendo il vostro lavoro. Vi aiuti il Signore a dare speranza attraverso il vostro lavoro, con mitezza”.
Guardare a San Francesco di Sales come a una bussola, utile oltre che necessaria, per orientarsi in un tempo segnato dalla disinformazione - che spesso corre via social - per lasciarsi guidare e ispirare nel coraggioso e sempre più essenziale mestiere del giornalista.
Verità sì, da cui però non bisogna scindere rispetto e benevolenza, per se stessi e per gli altri, ovvero tutto il contrario di sentimenti dannosi quali disprezzo e odio, che mai si coniugano con l’amore per la verità.
Papa Francesco - nel suo messaggio per la LIX Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali - ribadisce la necessità di “disarmare” la comunicazione, di purificarla dall’aggressività.
A proposito, poi, della speranza scrive il Santo Padre: “La speranza è un rischio che bisogna correre. È il rischio dei rischi. La speranza è una virtù nascosta, tenace e paziente. Tuttavia, per i cristiani sperare non è una scelta opzionale, ma una condizione imprescindibile. Come ricordava Benedetto XVI nell’Enciclica Spe salvi, la speranza non è passivo ottimismo ma, al contrario, una virtù “performativa”, capace cioè di cambiare la vita”.
Ha concelebrato con l’arcivescovo Accrocca, mons. Abramo Martignetti, mentre le suore della Congregazione Marta e Maria hanno allietato con voce e chitarra la Santa Messa.
ANNAMARIA GANGALE
Foto di A. Gangale