Lo stemma dell'arcivescovo Agostino Mancinelli e quello del Papa buono Chiesa Cattolica

All’occhio “indiscreto” del nostro drone, non sono certamente sfuggiti gli stemmi di un nostro amato ex arcivescovo, Agostino Mancinelli, e di Papa Giovanni XXIII (Papa buono), incastonati entrambi nel muro del palazzo arcivescovile, lungo la via Episcopio (foto Raffaele Pilla).

Dei due stemmi, pur navigando in internet e nella pagina Wikipedia, ad oggi, è impossibile scoprire quello dell’arcivescovo Mancinelli.

Resterà sicuramente nella storia la sua cattedra Episcopale, l’ultimo a passare tra i battenti delle porte del Duomo prima della sua innocente distruzione, ed infine il primo testimone dell’orrore della guerra e promotore della sua ricostruzione (i lavori furono realizzati in economia con i fondi per i danni causati dalla guerra).

La pietra miliare resterà il giorno 6 agosto 1959, quando giunse in elicottero la statua della Madonna di Fatima, dove sostò nella nostra cattedrale da poco riaperta al culto.

In quella occasione l’arcivescovo Mancinelli consacrò tutti al cuore Immacolato di Maria.

Pertanto servendomi dell’araldica ecclesiastica, cercherò di dare una descrizione (blasonatura) allo stemma e alle insegne episcopali dell’arcivescovo Mancinelli, ad onore e gloria della sua memoria scolpita nella pietra.

Posto sulla sommità del suo scudo notiamo il galero, un grande cappello prelatizio, con due cordoni laterali da cui si apre una fioccatura di nappe. Il galero è utilizzato come elemento identificativo della gerarchia ecclesiastica e consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe.

Rosso per i cardinali, verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi, paonazzo per i monsignori e nero per i presbiteri.

Sotto il galero, notiamo la mitra episcopale, e i due nastri (fanoni) che ricadano sulle spalle stanno a simboleggiare lo Spirito e la lettera. Nell’angolo destro il bastone ricurvo è il pastorale, simbolo del Buon Pastore, a sinistra la croce doppia simbolo della dignità di arcivescovo.

Al centro dello stemma una mano che lascia cadere dei raggi, detta appunto mano datrice divina, e infine un angelo con un libro aperto, sembra simboleggiare un annuncio dalla portata universale.

Il pallio con crocette nere, posto sotto lo scudo, è un segno liturgico per simboleggiare l’unione al sommo pontefice.

Infine nel cartiglio inferiore leggiamo il motto episcopale, forte e conciso, scelto dall’arcivescovo Mancinelli: DILIGO IN VERITATE (Amo nella Verità).

In verità giova ricordare che nella nuova pavimentazione del Duomo (inaugurato nel 2012) sono stati incastonati gli stemmi degli ultimi cinque arcivescovi che, a vario titolo, si sono interessati della Cattedrale a partire dalla ricostruzione del dopoguerra.

CESARE MUCCI 

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