Natale, festa della bontà di Dio Chiesa Cattolica

La Celebrazione Eucaristica della mezzanotte, insieme ai tradizionali canti natalizi che sono i più potenti veicoli del messaggio di gioia e di pace, ci immerge nel mistero fascinoso del Natale.

La pietà popolare propone alcune espressioni di arte e di preghiera che variano da paese a paese: i presepi viventi, l’inaugurazione del presepe domestico con la lettura del racconto lucano della nascita di Gesù, i canti tipici del Natale, le recite dove si elevano suppliche e lodi al Bambinello, che vedono protagonisti i bambini, l’albero di Natale simbolo evocativo dell’albero della vita piantato al centro dell’Eden (Genesi 2,9) ed anche dell’albero della Croce, con un significato profondamente cristologico, perché Cristo è il vero albero della vita, nato dalla nostra stirpe, dalla vergine terra Santa Maria, albero sempre verde, fecondo di frutti; l’ornamentazione cristiana dell’albero, secondo gli evangelizzatori dei paesi nordici, consiste in mele e ostie sospese ai rami, con l’aggiunta di doni posti sotto l’albero di Natale dove non può mancare il dono per i poveri.

Ma è soprattutto il presepio betlemita costruito nelle abitazioni domestiche a favorire il ricordo della nascita di Gesù in mezzo a noi.

Il presepio è una delle tradizioni più toccanti del cristianesimo, una rappresentazione religiosa che è penetrata in ogni parte del mondo. Questa rappresentazione della Natività di Gesù conto soltanto 796 anni di vita. E’ stato lo spirito geniale, mistico e ascetico di San Francesco d’Assisi, tre anni prima della sua gloriosa morte, a dire ad un suo amico di nome Giovanni: “Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza di cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”.

Francesco chiese all’autorità ecclesiastica il permesso per celebrare l’Eucarestia su un altare portatile e diede inizio al suo sogno: una rappresentazione reale del Natale dinanzi ai frati, ai contadini, ai pastori e alle donne che giunsero dai casolari vicini con ceri e fiaccole. Notte chiara, silenziosa, in uno sfavillio di stelle. La natura dormiva in attesa del grande evento. Francesco era raggiante di letizia.

Il Natale è soprattutto la festa della bontà di Dio. Infatti il Natale non è un appello alla buona volontà degli uomini, ma l’annuncio radioso della buona volontà di Dio per gli uomini: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama” (Luca 2,13-14). Natale è la suprema epifania dell’amore di Dio e della sua filantropia per gli uomini. Questa rugiada carica di dolcezza è stillata dai cieli, è piovuta dall’alto.

Vi sono due modi per manifestare ad un altro il proprio amore.

Il primo consiste nel fare doni alla persona amata. Dio ci ha amato così nella creazione. La creazione è tutta un dono: dono è l’essere che possediamo, dono i fiori, l’aria, il sole, la luna, le stelle, il cosmo dinanzi al quale la mente umana si perde.

Ma c’è un secondo modo di manifestare ad un altro il proprio amore, molto più difficile del primo, ed è quello di soffrire per la persona amata. Questo è l’amore con cui Dio ci ha amati nella sua Incarnazione.

Non poteva rimanere nascosto quanto immensamente Dio ci amasse, per darci l’esperienza del suo grande Amore e mostrare che ci ama di un amore senza limiti, Dio inventa il proprio annientamento, si spoglia prendendo la forma di servo, divenendo capace di soffrire e patire cose terribili.

Con tutto quello che sopporta Dio convince gli uomini del suo straordinario Amore per loro e li attira nuovamente a Sé, nonostante la loro fuga dal Suo infinito Amore. Dio non si è accontentato di amarci con Amore di beneficenza, ma ci ha amati anche con Amore di sofferenza.

La Celebrazione del Natale ci riempia allora d’amore e ci renda certi della nostra salvezza perché il nostro Dio si è fatto carne per farci Dio! Gesù è nato per noi! L’intelligenza degli Angeli e degli uomini non basta a comprendere questo infinito mistero d’amore. Scegliendo, per il Natale, la data del 25 dicembre, che era il giorno dedicato al “Sole invitto”, la liturgia ha voluto affermare questa grande verità: Cristo è il Sole spirituale del mondo, il Sole di giustizia.

Tra tanto gelo e indifferenza il calore del Suo infinito Amore raggiunga ciascuno di voi. Auguri per un Santo Natale ed un anno nuovo colmo di ogni speranza.

MONS. PASQUALE MARIA MAINOLFI