San Bernardino da Siena, da L'Aquila a Benevento Chiesa Cattolica

A conclusione delle celebrazioni per il centenario di fondazione della provincia religiosa “Santa Maria delle Grazie” dei frati minori del Sannio e dell’Irpinia il corpo di San Bernardino da Siena (1380-1444) visita tutti i conventi custoditi dai figli di San Francesco, dal 18 marzo al 6 maggio. La celebrazione conclusiva della peregrinatio è programmata per domenica 6 maggio alle ore 18.00 nella Basilica mariana di Benevento.

Papa Benedetto XVI ha concesso nei giorni di presenza del corpo del santo l’indulgenza plenaria per tutti i paesi visitati. Ogni tappa è preceduta da un triduo di preparazione. All’evento straordinario sono legate due iniziative: un progetto di solidarietà promosso dai frati minori d’Abruzzo a favore delle popolazioni colpite dal terremoto del 2009 e la sottoscrizione della petizione al Santo Padre per la proclamazione di San Bernardino a “dottore della Chiesa”. L’itinerario tocca le seguenti località: Avellino, Atripalda, Cerreto, Faicchio, Vitulano, Altavilla, San Martino, Montesarchio, Arpaia, Airola, Avella, Taurano, Piedimonte, Morcone, Circello, San Bartolomeo in Galdo, Paduli, Casalbore, Montecalvo, Zungoli, Castelbaronia, Lacedonia, Bisaccia, Calitri, Lioni, Montella, Mirabella Eclano, San Giorgio del Sannio, Montefusco e Benevento.

Padre Sabino Iannuzzi, ministro provinciale dei frati, parla dei 50 giorni di peregrinazione del santo nella nostra terra come una vera Pentecoste perché San Bernardino da Siena viene ad annunciare ancora una volta con la testimonianza della sua vita che la “santità non è una meta riservata solo per pochi eletti”, come afferma Benedetto XVI. Giorni di festa, di gioia, sobrietà e semplicità, di riflessione e raccoglimento spirituale.

San Bernardino, una delle 4 colonne dell’Osservanza Francescana, movimento riformatore dei frati minori del primo quattrocento, durante i suoi 63 anni di vita, dei quali 41 dedicati interamente al Signore e alla missione, con una parola colorita, arguta, fresca e appassionata, ha desiderato trasmettere al popolo di Dio la sua fede e ai frati il desiderio di riscoprire la vita spirituale francescana insieme a un costante impegno per la formazione culturale.

Fu uomo di pace, predicatore del Vangelo, teologo, apostolo di Maria, vero frate minore. Seppe parlare facendo vibrare il cuore degli ascoltatori. Affascinava l’uditorio. Fu predicatore itinerante tra chiese e piazze. La sua arma particolare: il Nome di Gesù nel noto monogramma IHS: “Nel nome di Gesù - dice San Paolo - ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra” (Fil 2,10). A 568 anni dalla sua morte la peregrinazione di San Bernardino vuole essere una provocazione per tutti noi, per ricominciare con nuovo zelo ad amare Dio, rinnovare la fede e abilitarci ad un luminoso annuncio della vita buona del Vangelo per testimoniare ovunque la speranza.

Era nato a Massa Marittima da nobile famiglia, rimase orfano di entrambi i genitori e fu allevato dagli zii paterni a Siena, si applicò allo studio della giurisprudenza nell’ateneo senese, si interessò alla Sacra Scrittura, alla teologia e al diritto canonico, si fece religioso tra i Frati Osservanti, fu vicario generale del suo Ordine, viaggiò per l’Italia fondando conventi, risolvendo diatribe civili e fustigando i costumi. Fu anche processato ed assolto due volte per eresia. Un discepolo trascrisse le sue prediche colorite e sagge ove sminuzzava la sapienza teologica e biblica con arguzia, ironia e satira, un linguaggio che il popolo comprendeva meravigliosamente per la estrema chiarezza dell’oratore.

Fece brillare la forza e la dolcezza della parola di Dio in ogni contrada con un’indovinata scelta psicologica (mettersi alla pari dell’uditorio) e pedagogica (istruire, ammonire, indirizzare la gente sulla dottrina di Cristo affinché ognuno la comprendesse e portasse frutto). La testimonianza e coerenza di vita, vissuta nella luce del Vangelo, si caricava di sorprendente autorevolezza. Nelle immagini usate dal santo c’è concretezza, poesia, calore e passione. Non aveva peli sulla lingua per i reggitori della cosa pubblica stigmatizzandone la cupidigia politica, spina dorsale del malgoverno, che si manifesta nel vizio dell’avarizia. Si scagliò contro i disonesti, gli usurai e i malfattori. Nei riguardi delle donne, della loro missione e dignità, ebbe parole di grande stima.

Morì a L’Aquila il 20 maggio del 1444. Intorno al suo corpo avvennero numerosi miracoli. Fu canonizzato il 24 maggio 1450. Rimane uno dei più celebri francescani di ogni tempo, uno dei più grandi predicatori ed un appassionato devoto della Vergine Maria.

PASQUALE MARIA MAINOLFI 

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