Sempre vivo a Cervinara il culto per la Madonna del Bagno Chiesa Cattolica

Cervinara è in festa dal 10 al 24 maggio per venerare la sua Regina, la Santa Vergine del Bagno, che durante tutto l’anno rimane nel Santuario campestre dei Santi Medici Cosma e Damiano, mentre in questi giorni di festa viene portata nella Parrocchia di Sant’Adiutore Vescovo.

Il parroco Don Lorenzo Varrecchia, coadiuvato da un comitato giovane, dinamico e volenteroso, ha predisposto un programma ricco di eventi, innovativo sotto l’aspetto religioso e civile, degno di Cervinara, una città di oltre diecimila abitanti, diffusi in tante contrade e sei parrocchie giuridicamente autonome.

La festa è allegria, è comunità radunata nella gioia, è intensa esperienza di evangelizzazione e fraterna comunione, esplosione di vitalità, fede e devozione, è incontro per rinsaldare i vincoli sociali, capaci di strapparci dall’imperante egoismo e delirante solitudine.

Per questa speciale occasione, essendo stato generato alla vita e alla fede, proprio in questa Comunità parrocchiale, mi è stato chiesto di predicare al popolo in questi giorni di festa, scrivere una Supplica alla Beata Vergine del Bagno, comporre l’Inno alla cara nostra Patrona, comporre il canto d’inizio della processione e suggerire il saluto alla Vergine e al popolo che due bambine pronunceranno nel momento commovente ed atteso del “Volo dell’Angelo”.

Preghiere, Catechesi e Celebrazioni Eucaristiche costituiscono il centro nevralgico di queste intense giornate. I due complessi bandistici del paese, “Città di Cervinara” e “Associazione Caudium”, le luminarie, i fuochi d’artificio,il teatro dei burattini, i gruppi folk, le sfilate in abiti e costumi storici, gli spettacoli musicali in piazza, gli stand gastronomici, realizzeranno un’atmosfera magica e coinvolgente.

In tempo di crisi, nonostante i disagi economici, non deve finire la festa, non deve spegnersi la fede! La benedizione della nuova fonte d’acqua e la distribuzione del famoso “ciciariello” d’acqua della Madonna, ripristineranno antiche e collaudate tradizioni che correvano il rischio di perdersi nella notte dei tempi.

Molti si meraviglieranno del particolare titolo mariano: “Madonna del Bagno” o, popolarmente “Festa ‘ra Scafatella”. La storia ne spiega il significato, attraverso una tradizione ininterrotta, trasmessa dai nostri padri. Esiste a Scafati (SA), non lontano da Pompei un Santuario del 1600 dedicato alla “Madonna dei Bagni”. Dopo una modesta cappella fu eretto l’attuale maestoso tempio.

Già dall’inizio del 1700, nel giorno dell’Ascensione, ammalati afflitti da vari morbi, confluivano al Santuario, anche da regioni lontane, per chiedere la guarigione e venivano immersi nei cosiddetti “vagni”, cioè “bagni”, vasche di acqua benedetta dal sacerdote. Altri portavano via l’acqua da far bere agli ammalati per invocare il miracolo. Molti ricevevano la grazia della guarigione, impetrando l’intercessione della misericordiosa “Regina dei Bagni”.

Nella seconda metà del Settecento, il cervinarese Francesco D’Agostino, ammalatosi di scabbia, una contagiosa malattia della pelle causata da un acaro, che si manifesta con bollicine e forte prurito, si recò in pellegrinaggio al Santuario mariano di Scafati e, immersosi nell’acqua miracolosa, guarì improvvisamente e prodigiosamente. Tornato a Cervinara raccontò a tutti la grazia ricevuta e con l’aiuto del popolo volle testimoniare la sua gratitudine alla Santa Vergine facendo realizzare nel 1773 una splendida statua lignea di scuola napoletana che, nel Santuario campestre dei Santi Medici Cosma e Damiano, in Cervinara, andò a sostituire un’antica immagine dipinta e ormai sbiadita della Madonna di Costantinopoli.

Da circa tre secoli Cervinara invoca la Madonna del Bagno manifestando viva gratitudine a Dio che nelle acque del Battesimo ci fa rinascere a vita nuova. Il 15 aprile 2015 il Santo Padre Francesco, in Vaticano, dinanzi a circa quattrocento pellegrini cervinaresi, ha benedetto la statua di Maria Santissima del Bagno, offrendo un fiore alla Madre celeste e una Corona del Rosario al Bambino Gesù.

PASQUALE MARIA MAINOLFI

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